1- ALLONTANATE I PUPI E I DEBOLI DI CUORE E POI OSSERVATE BENE L’IMMAGINIFICA IMMAGINE SCATTATA DA MARIO PIZZI A PAPA’ CALTARICCONE E ALLA FIGLIA AZZURRA: SECONDO VOI, QUANTI FILM POTREBBE RICAVARNE UN SUDARIO ARGENTO IN VENA HORROR? 2- TUTTA COLPA DEL “MANUALE DI GIORNALISMO” DI BARBANO, COL MITOLOGICO GIULIO ANSELMI CHE SOTTOLINEA COME IL LIBRO FACCIA “GIUSTIZIA DI MOLTI LUOGHI COMUNI TRA CUI QUELLO CHE I GIORNALISTI DELLA MIA GENERAZIONE FOSSERO MEGLIO DEI NUOVI” 3- AVANTI PAOLINO MIELI CHE HA MESSO IN GUARDIA CONTRO “LA SPARIZIONE DELLA GERARCHIA DELLA NOTIZIA” (PAROLA DI UN MAGO!), MENTRE LUCIA ANNUNZIATA HA AMMESSO E MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “C’È UNA MALATTIA DEL SISTEMA CHE NON HA NULLA A CHE FARE CON LE NUOVE TECNOLOGIE”. MARIO ORFEO HA CONCLUSO: “LA DOMANDA DA PORSI È QUALE TIPO DI GIORNALISMO VORREMMO, NON SE SU CARTA O SUI NUOVI MEDIA” 4- E SE LA SOLUZIONE, INTERNET O MENO, FOSSE DI SCOVARE E METTERE LE NOTIZIE?

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Foto di Mario Pizzi da Zagarolo

Dal Messaggero - I nuovi media, i blogger, la crisi. Se ne è discusso nella sede della Fieg, alla presentazione del «Manuale di giornalismo», scritto da Alessandro Barbano, vice direttore del Messaggero, con Vincenzo Sassu.

Ha fatto gli onori di casa Giulio Anselmi, presidente della Fieg. Moderati da Riccardo Staglianò, accanto ad Anselmi c'erano Paolo Mieli, direttore editoriale di Rcs libri, Lucia Annunziata, il direttore del Messaggero Mario Orfeo e il corrispondente di Le Monde, Philippe Ridet. In sala, l'editore del Messaggero Francesco Gaetano Caltagirone con la figlia Azzurra e l'amministratore delegato Albino Majore.

Presenti anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno con la vice Sveva Belviso, il presidente emerito della Consulta Francesco Paolo Casavola, il professore Pellegrino Capaldo, il generale Carlo Jean, il direttore del Censis Giuseppe De Rita, i giornalisti Paolo Graldi, nostro editorialista, ed Emilio Carelli di Sky. E tantissimi ragazzi, studenti di scuole di giornalismo.

E' stato Anselmi a sottolineare come il libro faccia «giustizia di molti luoghi comuni tra cui quello che i giornalisti della mia generazione fossero meglio dei nuovi». Paolo Mieli ha messo in guardia contro «la sparizione della gerarchia della notizia», mentre Lucia Annunziata ha ammesso: «C'è una malattia del sistema che non ha nulla a che fare con le nuove tecnologie». Mario Orfeo ha concluso: «La domanda da porsi è quale tipo di giornalismo vorremmo, non se su carta o sui nuovi media».

 

 

VINCENZO CERAMI SVEVA BELVISO ROBERTO IPPOLITO