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DAMIANO MICHIELETTO SFIDA ZALONE A NATALE - IL REGISTA D’OPERA TORNA AL CINEMA, IN CONTEMPORANEA AL COMICO, CON IL SUO SECONDO FILM “PRIMAVERA”: “SPERO CHE ZALONE VADA A VEDERE IL MIO FILM COSÌ COME IO ANDRÒ A VEDERE IL SUO” - “AMO USCIRE DALLA COMFORT ZONE, HO VOGLIA DI SPERIMENTARE E DI RISCHIARE. QUENTIN TARANTINO HA DETTO CHE L'IMPORTANTE È AVERE UNA VISIONE, NON CONTA SE NON POSSIEDI TUTTE LE CONOSCENZE TECNICHE. SONO CONSAPEVOLE DEI LIMITI E DI QUELLO CHE AVREI POTUTO FARE MEGLIO, USERÒ TUTTO QUESTO PER IL MIO PROSSIMO FILM” – LE FOTO DELL’ANTEPRIMA A PALAZZO BARBERINI - VIDEO

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Fulvia Caprara per “la Stampa” - Estratti

 

damiano michieletto stefano accorsi

Autore di premiatissime messe in scena d'opera, rapinose, visionarie, innovative, Damiano Michieletto, veneziano, classe 1975, dirige Primavera, il suo secondo film da regista (dopo Gianni Schicchi presentato al Tff del 2021), partendo dal romanzo di Tiziano Scarpa Stabat Mater e raccontando, attraverso l'incontro tra il compositore Antonio Vivaldi (Michele Riondino) e l'orfana ventenne Cecilia (Tecla Insolia), un'avventura di liberazione femminile:

 

«Il desiderio di fare cinema riflette la mia voglia di uscire dalla comfort zone, di sperimentare, con tutti i rischi che questo comporta, compreso un certo spaesamento che a me restituisce vitalità, freschezza, opportunità di imparare cose nuove».

 

(...)

 

Dall'intreccio delle rispettive capacità, il maestro di musica, prete causa povertà, e la violinista, in cerca di una madre che non ha mai conosciuto, nascono frutti inattesi: «Cecilia – spiega Michieletto – si libera dal dolore di un passato ignoto proiettandosi verso un orizzonte che va ben oltre la musica e il violino. Vuole trovare una voce, vuole imprimere un cambiamento alla sua esistenza anonima, pensa ingenuamente di poterlo fare, ma la sua condizione non glielo permette, non è libera, non ha soldi, non ha famiglia, non può scegliere per se stessa».

tecla insolia

 

Alla fine, però, trova la forza per saltare nel vuoto e, anche se non si sa dove riuscirà ad atterrare, riuscirà a prendere in mano il suo destino: «Il finale segna un nuovo inizio, perdere per Cecilia significava consegnarsi alla depressione e alla sconfitta, lei, invece, compie un atto di ribellione, per la prima volta respira aria diversa, fuori dall'orfanotrofio. Nella vita succede spesso che la rinascita inizi proprio quando si perde tutto». Per Insolia, Cecilia «è una ragazza che riesce a esprimere la sua sofferenza entrando in contatto con un'anima tormentata come quella di Vivaldi che, in qualche modo, le somiglia». Per Riondino, Vivaldi è «un uomo affamato di gloria, un artista in cerca di riconoscimento, con in testa l'idea di un'opera grandissima che non ha ancora concepito. 

primavera - tecla insolia michele riondino

 

Grazie a Cecilia raggiungerà l'obiettivo, è lei la donna che lo aiuterà a tradurre le sue intuizioni in qualcosa di concreto». Con la musica Riondino e Insolia hanno rapporti diversi: «Nelle mie giornate – dice il primo – la musica è sempre presente, ho artisti e generi preferiti, sono molto curioso e, per quanto riguarda il settore della classica, anche se non sono un esperto, ho i miei compositori preferiti. Parlo di Vivaldi e degli autori del periodo a cavallo tra 600 e 700, del "concerto grosso", un concetto musicale che si avvicina molto alla musica contemporanea e anche al rock».

 

Per Insolia «la musica classica è d'elite, nel senso che non puoi seguirla se non hai una passione innata oppure qualcuno che ti insegni ad ascoltarla. Non mi vergogno a dire che non sono una conoscitrice e sono convinta che questo non derivi da un fatto generazionale. Per me è un problema sociale, di accesso allo studio e di istruzione all'ascolto». 

 

primavera - tecla insolia michele riondino

Per tutti, regista e interpreti, Primavera, scritto da Michieletto con Ludovica Rampoldi, distribuito da Warner, è un banco di prova ricco di scoperte: «Nella prima settimana di riprese – confessa l'autore – continuavo a fare a tutti tantissime domande, però ero anche esaltato, vivevo tutto con un gran senso di euforia. Ho pensato a una cosa che ha detto Quentin Tarantino e cioè che l'importante è avere una visione, non conta se non possiedi tutte le conoscenze tecniche».

 

stefano accorsi damiano michieletto

Quando un talento riconosciuto si cimenta in una prova inedita, fuori dal seminato, i rischi a cui si espone sono più alti: «Sono consapevole dei limiti e di quello che avrei potuto fare meglio, userò tutto questo per il mio prossimo film. Come succede quando dirigo le opere, non mi interessano i giudizi, piuttosto voglio capire la risposta del pubblico, se le emozioni arrivano». Il primo match che Primavera dovrà sostenere è con Checco Zalone, visto che i due film arrivano nelle sale esattamente nel giorno di Natale: «Uscire il 25 dicembre è come partecipare a una festa. Spero che Zalone vada a vedere Primavera, così come io andrò a vedere il suo film». 

 

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