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Testo di Januaria Piromallo (www.bellaedannata.it)
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
L'euro va a puttane, i nostri buoni del tesoro valgono come carta straccia (mentre i Bund restono tosti) e Berlino riceve in stile Cafonal piumato il party di Generoso di Meo, il viveur ginecologo/enologo con la passione del vino (quello che produce l'azienda di famiglia in terra irpina). C'è anche Mario Monti al Westin cinquestelle di Berlino. Vuoi vedere che anche lui è qui per il Di Meo party? E il rumor si diffonde in un secondo, ma il professor Monti è qui per ben altri motivi, ricevuto dalla coppia di ambassador Michele e Elena Valensise
11/11/ 11, la data suona quasi cabalistica. Dress code "caffè society", che nessuno ha capito bene cosa volesse dire...Dunque sfogo creativo e libera interpretazione, boa di struzzo attorciglianti, ancora piume, di tutte le fogge e dimensioni, sulle teste chicchettose delle signore mitteleurope.
Abiti charleston, tube e bocchini kilometrici. L' atmosfera della ruggente Berlino anni '20 è ricreata nella hall del vecchio Tempelhof Airport (tristemente noto per i raid durante la seconda guerra mondiale), e agibile fino a qualche anno fa. I cappotti erano appesi nei gabbiotti dei doganieri, i drink erano serviti ai bancone del check in sotto vecchie insegne al neon di compagnie aeree ormai desuete. La durezza del luogo contrastava con le mollezze da Dolce vita.
Si festeggiava il decennale della formula party itinerante dei Di Meo brothers, Generoso, Erminia e Roberto (l'anno scorso a Marakesch, l'anno prima a Madrid, e prima ancora a Parigi, New York...) e il nuovo calendario firmato Angelo Bucarelli.
E medaglie al merito (di presenzialismo) per chi non ha saltato neanche una delle dieci feste sparse per il mondo come il notaro/collezionista Sergio Cappelli e la coppia Elena e Camillo D'Antonio. C'erano (menomale che la Merkel lo lascia solo) il suo portavoce Steffen Seibert e l'artista Rebecca Horn. Ospiti da ogni dove, Jacques Garcia, il designer più trendy di Parigi, ( Hotel Costes e molti altri portano la sua griffe) e da Roma arriva il principe Carlo Giovanelli e Mario d'Urso con l'aereo privato del potentissimo editore tedesco Hubert Burda.
Da Milano, Fabrizio e Ursula Crespi (sono gli ex proprietari del Corriere, quando era ancora in buone mani), Monica Astoli, Luca Simoni, e il greco Costantino Papadimitriou. Sul palco drag queen e ballerini in frac, angeli azzurri strizzavano l'occhio a Marlene Dietrich, reginette del burlesque e gran finale con l'angelo nero, quel pezzo di fisicato, Patrick, detto the King, star de Le Cirque du Soleil.
Lo zoccolo duro della delegazione palermitana era rappresentata dai principe Giuseppe Lanza di Scalea e Domenico Bonaccorsi di Reburdone, dal barone Roberto Bordonaro e dal "biutiful" Tommaso Wirz. Siciliano anche lo chef pluristellato Filippo Mantia, fatto volare espressamente dalla capitale con bagatelle culinarie per un menù fusion sicilian/crucco, a base maccheroncelli con polipetti e gulash.
Distinzione segnaletica, le striscione orizzontali del Bucarelli che le indossa anche qua e le fa indossare ai personaggi selezionati del suo calendario. Vittorio Sgarbi lo chiama il dandy a righe orizzontali. Con l'arrivo di Sgarbi che scende sul tapis roulant, quello una volta riservato ai bagagli, è tutto un sfarfalleggiamento di piume e penne. Poi arriva Sabrina Colle, l'eterna fidanzata, paziente come Penelope, e tutto il caravanserraglio piumato svanisce come in un incantesimo.
VITTORIO SGARBI CON ALBA
TRES AMOREUSES
STEFANIA SCARAMPI DI PRUNEY
STEFANIA SCARAMPI DI PRUNEY
SI RICORDANO DI WEIMAR
SI LASCIANO ANDARE
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