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Mario Pizzi da Zagarolo per Dagospia
Messaggero
Un breve montaggio di immagini davanti ad amici, colleghi e parenti. E' iniziato così, ieri sera al Nuovo Sacher strapieno, il ricordo di Giuseppe Bertolucci, scomparso il 16 giugno. A parlare per primo Roberto Benigni, che con lui esordì in Berlinguer ti voglio bene: «Era il mio amico, il mio primo regista in cinema, teatro e tv. Lui mi disse azione e io mi mossi. Mi ha insegnato la bellezza, il coraggio, l'audacia e anche la paura - ha detto l'attore - Lui mi scelse e anche io lo scelsi. Giubettone, come lo chiamavamo, era lieve, pur se rompeva tutte le sedie. Quando conobbi Nicoletta la prima cosa che feci per conquistarla fu presentarla a lui. Giuseppe non ha mai preso una droga in vita sua ma era il più fatto di tutti. Ora manchi tanto».
Nelle prime file la vedova Lucilla e il fratello Bernardo, mentre tra i presenti c'erano anche Marco Tullio Giordana, Francesca Archibugi, Laura Morante, Marco Risi, Fabrizio Gifuni e molti altri. «Tornando a casa dall'ospedale dove era nato - ha ricordato Bernardo Bertolucci - alla stazione sotto la neve mio padre si lasciò andare alla gioia e saltando iniziò a urlare è nato Giuseppe! ed io con lui. Passò un signore e severo ci redarguì: mica siamo al cinema».
Con lui, ha detto Stefania Sandrelli «ho girato un solo film, uno dei più belli della mia carriera. Con mia figlia Amanda lo chiamavamo il nostro Giuseppone amatissimo, vuol dire che ci apparteneva e che noi siamo state un po' sue». Tra le sue attrici anche Sabina Guzzanti: «Mi ha convinta lui di avere talento, io ero arrogantella e mai d'accordo, lui molto paziente. à stato il regista di un film che spero si riveda: Troppo Sole».
«Non so voi - ha concluso Bernardo - ma ora ho voglia di qualcosa da bere».
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