1- LA SARABANDA DELLE PREMIAZIONI DEL PREMIO AMERICA INIZIA CON LA REGINA NEFERTARI DELLA MODA, FRANCA SOZZANI, A DARINA PAVLOVA, LA RICCA E POTENTE IMPRENDITRICE “MULTITASKING”, CARA AL CUORE DI BERLUSCONI PERCHE’ DOTATA DI UNA “FIGLIA FANTASTICA”, E TRASFORMATA IN PRODUTTRICE TELEVISIVA PER AVER IDEATO E PRODOTTO IL PROGRAMMA ‘’SOGNANDO ITALIA’’ ANDATO IN ONDA SU RETE4 , NATURALMENTE 2- E INTORNO GALLEGGIA QUELLO CHE RESTA DI FORZA GNOCCA (CATIA POLIDORI E GABRIELLINA GIAMMANCO, MARIASTREGA GELMINI) SURCLASSATE DALLA VALCHIRIA RITA RUSIC 3- MA NULLA PUÒ BATTERE IL VUOTO CEREBRALE SPRIGIONATO DAL SORRISO DI JUSTINE MATTERA, LA PICCOLA MARILYN CHE HA TROVATO L’AMERICA NELL’ARCHEO-TV DI PAOLO LIMITI

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Francesco Persili per Dagospia

Il sogno americano in salsa capitolina. È lo zio Tom che incontra Alberto Sordi, la conversazione a bassa voce sul faccia a faccia Obama-Romney che si mescola allo stupor (im)mundi per le truppe mammellate della Roma godona, l'italian way of life d'esportazione frullato insieme alla mondanità svaccata della Capitale e servito su un red carpet di curve bombastiche e sorrisi d'ordinanza. L'emiciclo dell'aula Gruppi Parlamentari della Camera di Deputati è la ribalta della quinta edizione del Premio America promosso dalla fondazione Italia-Usa.

Clima bi-partisan, i democratici d'area cattolico-popolare Lucio D'Ubaldo e Mariapia Garavaglia insieme alle deputate berlusconiane Catia Polidori e Gabriellina Giammanco: tutto fa yankee. Dal tripudio di spillette con il tricolore e la bandiera stars and stripes, all'economista guru Jeremy Rifkin che firma autografi sulla prima pagina del suo libro «La terza rivoluzione industriale». Si mette in fila anche D'Ubaldo che, poi, mostra raggiante la dedica («To Lucio with regards»). So' forti gli americani, ammazza. L'anfitrione della serata, Michele Cucuzza, ribadisce ogni due per tre della grande amicizia che lega Italia e Stati Uniti.

Tutto si tiene nella memoria: il 4 giugno 1944 e i liberators del generale Clark che entrano a Roma, il viaggio di De Gasperi negli Usa e JFK che pochi mesi prima di essere assassinato, in Campidoglio, dice: «Sono convinto che l'Oceano Atlantico debba essere il mare nostrum», l'immaginario Sessanta con i Giochi olimpici e la love story tra Livio Berruti e la gazzella americana Wilma Rudolph, Cinecittà che diventa la nuova Hollywood sul Tevere, i tre astronauti dell'Apollo 11, Armstrong, Aldrin e Collins festeggiati per le vie della Capitale pochi mesi dopo lo sbarco sulla Luna.

Il tempo di sverniciare di fresco il ricordo di Bill Clinton accolto dall'allora sindaco di Roma Rutelli con le parole («Siete a casa vostra») che la fredda cronaca del contemporaneo ci riporta a registrare l'arrivo dell'ex ministro Maria Stella Gelmini (versione Lina Merlin, con i suoi 39 anni perfettamente elevati a potenza) mentre l'eleganza di Ombretta Colli richiama alla mente memorie gaberiane e capolavori di ironia del signor G («A noi hanno insegnato tutto gli americani, se non ci fossero stati loro, a questa ora eravamo europei...»).

Tra l'America e l'Italia è una storia di incroci, contaminazioni, scambi. Viene avvistata, insieme alla figlia Vittoria, anche una sfavillante Rita Rusic, che dopo aver fatto impazzire le spiagge di Miami, furoreggia ovunque, intanto che Brooke, Jessica e Carla, tre studentesse universitarie americane ci consegnano una cartolina rassicurante del Belpaese stile to Italy with love.

La sarabanda delle premiazioni inizia con la regina Nefertari della moda, Franca Sozzani, direttore di Vogue, che esalta il made in Italy e quel tessuto produttivo di stilisti e piccole e grandi aziende in grado di unire fantasia, creatività, intrapresa. Nel bla bla della crisi, ci restano le tre F (food, football and fashion) e il bel canto. A ricevere l'opera del maestro Gerardo Sacco è ora il tenore Andrea Bocelli, che dopo aver ottenuto a Londra il riconoscimento di artista internazionale dell'anno, ripensa alle notti là in America di Enrico Caruso e ricorda come anche il pubblico più gggiovane ed iper-tecnologico apprezzi romanze e arie della tradizione musicale italiana.

L'opera è viva e lotta in mezzo a noi. L'ascolteranno gli americani, certo, seduto tra il pubblico non è difficile notare (soprattutto per il colore dei capelli) il maestro Amedeo Minghi che ha coltivato la connessione Italia-Usa fin dai tempi di 1950 con tanto di Serenella, camicie a fiori, canzoni che attraversano l'oceano e metafore felici degli anni della ricostruzione in mezzo a giorni di primavera e alla retorica degli occhi spalancati sul futuro.

Si teorizza la «passione del bello»,quella che invita a salvaguardare Massimo Ferragamo, presidente di Ferragamo Usa, prima di lasciare spazio alla showgirl Justine Mattera, la piccola Marilyn che ha trovato l'America nell'archeo-tv di Paolo Limiti, e a Darina Pavlova, la ricca e potente imprenditrice «multitasking», amica di Berlusconi e produttrice televisiva che riceve il riconoscimento per aver ideato e prodotto il programma Sognando Italia andato in onda su Rete4 la scorsa stagione.

Con il direttore di Rai3 Antonio Di Bella si torna a parlare della sfida Obama-Romney per la Casa Bianca: «il candidato repubblicano è stato tonico e aggressivo, Obama, troppo ingessato nel suo ruolo presidenziale, è apparso freddo e non ha mai guardato in faccia il rivale». Se Peter Secchia, ambasciatore degli Usa in Italia ai tempi di Tangentopoli, glissa quando Catia Polidori gli chiede per chi voterà, Jeremy Rifkin conferma che sosterrà ancora Obama. «L'ho votato la prima volta, e lo rifarò anche se non sono contento. Non credo che potrà fare ciò che ci serve, ma credo che non lo potranno fare nemmeno i repubblicani».

Si parla di talenti che hanno trovato fortuna e di storie imprenditoriali di successo: la cerimonia si chiude con la consegna del premio alla memoria del produttore cinematografico Dino De Laurentiis ritirato dal pronipote Luigi De Laurentiis. Da Torre Annunziata a Beverly Hills, l'italiano di Hollywood, è riuscito a dimostrare con la sua storia che il sogno americano e l'italian way of life sono compatibili e complementari. Che vor dì? Che James Dean, alla fine si mette sempre a tavola con Nando Moriconi, l'eroe popolare campione dei nostri migliori difetti. Macarò, m'hai provocato e io me te magno.

2- DORINA, A EST DI SILVIO
di Malcom Pagani per Il Fatto


Di Dorina Pavlova, ex fotomodella, ricchissima ed enigmatica imprenditrice del misterioso Est denigrato e amato da Silvio I, secondo l'inclinazione degli ormoni, Berlusconi ricordava soprattutto la figlia. Ne parlava con i colleghi, con il premier bulgaro Stanishev, sorridendo a Bruxelles, nelle pause dal tedio lavorativo: "La Pavlova ha una figlia fantastica e tu conosci il mio interesse per le minorenni".

Qualche anno dopo, fasciata di grigio, ospite d'onore nei locali del Parlamento italiano prestati alla Fondazione Italia-Usa, Dorina non rinnega. Si fa presentare nel comunicato stampa come "ricca e potente imprenditrice bulgara, intima amica di Berlusconi da 9 anni", intrattiene gli ospiti fino a tarda sera in un simulacro di Dolce vita che fu all'Hotel Majestic di Roma, riceve applausi dalle quote rosa di SB: Giammanco, Gelmini e Polidori.

La stessa leggerezza dei tempi in cui presenziava alle tragicomiche partite di calcio tra parlamentari italiani e balcanici, accompagnando al desco la connazionale Michelle Dragomira Bonev. Tramontate le vacanze a Porto Rotondo, la Pavlova ha mantenuto stretti rapporti con l'Italia. Premiata come ideatrice e produttrice di un programma "Sognando Italia", andato in onda lo scorso anno su Rete 4, Dorina si è messa in posa per i flash. Polvere di Arcore fuori latitudine, Silvio ha mandato i suoi saluti.

 

 

VITTORIA CECCHI GORI E RITA RUSIC RODOLFO DE LAURENTIIS RODOLFO DE LAURENTIIS GABRIELLA GIAMMANCO Rita Rusic Massimo Ferragamo Rita Rusic darina Pavlova Vittoria Cecchigori PRIMO PIANO DI MARIA STELLA GELMINI PETER SECCHIA E UMBERTO VATTANI NADIA E DARINA PAVLOVA NADIA GIORNALISTA AMERICANA MICHELE CUCUZZA PREMIA ALCUNE STUDENTESSE AMERICANE MICHELE CUCUZZA E CORRADO MARIA DACLON MICHELE CUCUZZA E ANTONIO DI BELLA