Estratto dell'articolo di Franca Giansoldati per “Il Messaggero”
paola ugolini foto di bacco (1)
L'arte è un alfabeto atroce e privilegiato che conferma quanto sia stato difficile per le donne italiane - dal dopoguerra fino ai giorni nostri – fare affiorare l'impronta femminile nell'elaborazione collettiva del vissuto quotidiano, combattendo stereotipi e una forte cultura di stampo patriarcale. E' ovviamente una Storia dell’Arte differente (e ovviamente più inclusiva) da quella che normalmente viene narrata nei manuali scolastici segnati per tradizione dalla mano maschile.
paola ugolini foto di bacco (2)
Paola Ugolini, critica di fama, dopo anni di analisi del settore ha elaborato una coraggiosa esposizione ribaltando il solito punto di vista dell'osservazione storica. Già dal titolo si capisce la forza con la quale è stato pensato il percorso conoscitivo: Artiste e femminismo in Italia, per una rilettura non egemone della Storia dell’arte (edito da Christian Marinotti Edizioni).
Il filo conduttore parte dalla veneziana Bice Lazzari, classe 1900, sperimentatrice di nuove tecniche che, giovanissima e senza gabbie mentali, agli inizi del secolo sovvertiva gli schemi scrivendo: «Qualche volta gli elementi si raggruppano come suoni ripetuti per creare un centro focale che puo andare libero oltre al limite dello spazio a mia disposizione, e creare quindi una immagine non bloccata. La liberta di agire sulla tela e sempre la piu importante esigenza che io mi conosca».
libro di paola ugolini
Dalla Lazzari il percorso si snoda fino ad arrivare al periodo post-Covid, offrendo spazio a Silvia Giambrone, geniale giovane artista siciliana ma romana di adozione. Di lei viene ricordata, in particolare, un'opera del 2019 intitolata Il Danno che chiama in causa il corpo femminile. Si tratta di un mezzo busto femminile senza testa con una guaina elasticizzata post parto che non riesce più a contenere un corpo ormai sformato.
«Questo lavoro riflette sulla profonda frattura fra donna reale e la proiezione capitalista e patriarcale della donna ideale, una contraddizione quotidiana che appare piuttosto manifesta in Italia, un fattore in larga misura ancora veicolato dall’egemonia mediatica». Il libro di Ugolini termina con una vetrina sul pensiero teorico di Benni Bosetto, promettente artista milanese decisa a superare ogni limite biologico tra uomo e donna per aspirare a una visione quasi spirituale dell'umanità.
laura cherubini paola ugolini foto di bacco
Il secolo delle arti al femminile è una indagine a largo spettro che fa affiorare la potenza creativa delle artiste normalmente oscurate dall'egemonia di una impronta maschile sul settore. «E l’indagine di una creativita osservata da un punto di vista non egemone volta ad aprire canali che, insieme alle mostre nelle gallerie e nei musei possa continuare a trasmettere e attualizzare le voci di chi per secoli non ha trovato ascolto» scrive Ugolini.
La lista delle artiste è lunga e interessante. C'è la torinese Carol Rama che, negli anni venti, con la sua vita fuori dagli schemi ha agito in prima persona alla liberazione dai codici comportamentali imposti dalla cultura patriarcale. All'epoca il cliché della donna modello era quello di angelo del focolare e non di certo l’arte astratta e l’erotismo.
rachele regini maria grazia chiuri foto di bacco (2)
Sempre a Roma, negli anni Sessanta e Settanta, opera l’artista americana Suzanne Santoro, autrice di una ricerca radicale sulla rappresentazione dell’organo sessuale femminile nella tradizione delle arti visive; anche in questo caso, la sua militanza sia in Rivolta Femminile che nella Cooperativa del Beato Angelico risulta imprescindibile per i rapporti tra arti figurative e femminismo.
A Torino troveremo invece Marisa Merz, unica donna all’interno di un gruppo “muscolare” quale quello degli artisti poveristi; il suo lavoro, apparentemente delicato, si fonde con l’esperienza della vita, con la maternita vissuta anche come momento di crisi e con l’ambiente domestico che diventa luogo di creativita e di resistenza all’omologazione. A Milano e a Roma troveremo rispettivamente Laura Grisi e Marinella Pirelli che, grazie all’uso della cinepresa, figurano tra le pioniere italiane delle sperimentazioni visive.
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Non mancano ovviamente Marina Abramovic e Ulay, una coppia fuori dagli schemi che ha trasformato la loro relazione privata in opera d’arte, dalla prima performance in Italia durante la Biennale di Venezia del 1976 alla fine del loro rapporto umano e professionale sulla Grande Muraglia Cinese nel 2017. […]
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