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    CAFONALINO - DIRIGENTI E GLORIE DELLA RAI RICORDANO ANGELO ROMANÒ, CHE CONVINSE FELLINI, ROSSELINI E I TAVIANI A PORTARE LE LORO OPERE IN TV - VELTRONI: “ERA UN UOMO CURIOSO, AFFETTUOSO, ONESTO, ELEGANTE E DOTATO DI GUSTO”


     
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    1. DIRIGENTI E GLORIE DELLA RAI RICORDANO ANGELO ROMANÒ
    DAGONOTA

    Walter Veltroni Paola Pitagora Andrea VianelloWalter Veltroni Paola Pitagora Andrea Vianello

    Organizzato dai nipoti Pablo e Giacomo Rojas il convegno su Angelo Romanò si è tenuto a Palazzo Giustiniani, nella sala Zuccari. C'erano Claudio Cappon, Mario Maffucci, Cecilia Valmarana, Ludina Barzini, Lorenza Bonaccorsi, Francesco Russo, Sergio Silva, Nicola Barbato, Bruno Voglino.
    Sono stati proiettati brani di Canzonissima 1970, I promessi sposi, l'Odissea, Diario di un Maestro, tutti programmi seguiti direttamente da Romanò.

    Commosso il ricordo di Ettore Bernabei che ha voluto essere presente nonostante le rare apparizioni pubbliche e ha ricordato come Romanò riuscì a vincere la diffidenza di Fellini, Rossellini, dei Fratelli Taviani e a convincerli a fare film per la tv.

    Fabiani ha ricordato gli anni in cui lui, giornalista, ha diretto l'area culturale della Rai, mentre Romanò, uomo di cultura, ha diretto gli spettacoli, dal 1969 al 1975. In un contributo filmato Pippo Baudo ha detto che tornerebbe in pantaloncini per ricevere un insegnamento da personaggi come Romanò. Per fare oggi una tv superiore.

    Vincenzo VitaVincenzo Vita

    Veltroni ha ricordato di aver proposto personalmente a Romanò di entrare nel consiglio di amministrazione della Rai nel 1986 e ha parlato della loro assidua frequentazione, citando un articolo scritto subito dopo la sua scomparsa nel 1989 su L'Unità: "Romanò era un uomo elegante, fornito di gusto e senso dell'umorismo, curioso e affettuoso. Dietro i suoi occhi azzurri i suoi modi gentili c'era proprio quello che si vedeva: quella sincerità, quell'onestà intellettuale, quel disinteresse, quella disponibilità che hanno segnato il lavoro e l'esistenza di quest'uomo".

    In molti hanno convenuto sull'attualità delle idee di Romanò, sulla Rai e sul Servizio Pubblico.

    Sergio SilvaSergio Silva


    2. TV: VELTRONI E BERNABEI RICORDANO ANGELO ROMANÒ STORICO DIRIGENTE RAI, PORTÒ FELLINI SUL PICCOLO SCHERMO
    (ANSA) - A 25 anni dalla scomparsa e in occasione dei 60 anni della tv, è stata ricordata, al Senato, la figura di Angelo Romanò, storico dirigente della Rai, senatore della Sinistra Indipendente e letterato legato a Pier Paolo Pasolini.

    Il convegno "Angelo Romanò, un intellettuale tra cultura politica e tv" è stato moderato dal direttore di Rai3 Andrea Vianello e ha visto la partecipazione di Ettore Bernabei, Fabiano Fabiani, Paolo Gentiloni, Enzo Golino, Enrico Menduni, Paola Pitagora, Walter Veltroni e Vincenzo Vita. In sala, a discutere di passato e futuro della televisione e di servizio pubblico, tanti protagonisti della Rai di un tempo e di quella di oggi. Nato a Milano Comense (Como) il 14 novembre del 1920, Angelo Romanò entrò in Rai nel 1951, dopo un percorso accademico all'Università Cattolica di Milano.

    Serena BortoneSerena Bortone

    Negli anni '50 partecipò al rilancio della Radiofonia e nel 1961 fu scelto da Bernabei come primo direttore del secondo canale Rai. Diresse in seguito il centro di produzione di Milano e dal 1969 al 1975 fu direttore dei programmi di spettacolo. La sua spinta contribuì a produrre, per la televisione, film di Federico Fellini, Roberto Rossellini e dei fratelli Taviani e a realizzare sceneggiati come I Promessi Sposi e l'Odissea, ancora nella memoria di intere generazioni.

    RelatoriRelatori

    Nel 1976 venne eletto al Senato, dove restò fino al 1983 aderendo al gruppo della Sinistra Indipendente. Nel 1986 tornò in Rai come consigliere d'amministrazione, con la presidenza di Enrico Manca e la direzione generale di Biagio Agnes. Intensa la sua partecipazione al dibattito letterario negli anni Cinquanta e Sessanta. Poeta e scrittore, insieme a Pier Paolo Pasolini fu tra i redattori della rivista Officina. Amico di gioventù di Gesualdo Bufalino, Romanò morì a Roma il 5 maggio del 1989.

     

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