DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Foto di Mario Pizzi da Zagarolo
Giorgio dell'Orefice per "Il Sole 24 Ore"
Gioco di squadra per sbarcare sul mercato cinese. Ã l'obiettivo di "Ex Vinis" l'iniziativa di co-marketing nel vino messa a punto da Gelasio Gaetani d'Aragona produttore di Brunello di Montalcino e consulente di decine di imprese del vino italiane e straniere.
UN MARCHIO OMBRELLO PER AGGREDIRE MERCATI LONTANI
Ex Vinis è quindi un marchio ombrello che mette insieme 13 aziende vitivinicole di qualità (ma l'obiettivo è arrivare a quota 25) di otto diverse regioni d'Italia. Si tratta di aziende di medie e piccole dimensioni che da sole non dispongono della massa critica necessaria, né spesso delle risorse, per aggredire mercati lontani e sconfinati come quello cinese.
INIZIATIVA COMUNE NEL RISPETTO DELLE SINGOLE IDENTITÃ
Un marchio unico quindi che punta a diventare il biglietto da visita internazionale di un bouquet di cantine ma che consentirà al tempo stesso di promuovere le singole etichette comunicando i tratti distintivi di ogni vino, dalle caratteristiche dei vitigni utilizzati a quelle del terroir fino alla tipologia delle lavorazioni in vigna e in cantina.
NON SOLO UN BRAND OMBRELLO MA ANCHE UNA SPONDA LOGISTICA
Ex Vinis è un brand ma punta ad offrire anche una sponda logistica alle aziende. «Fra le poche regole chiave che abbiamo fissato - spiega Gelasio Gaetani d'Aragona - c'è quella della dimensione minima. Le aziende cioè devono poter disporre almeno di 25mila bottiglie della propria produzione. Si tratta di un requisito base, altrimenti come si fa ad aggredire i mercati internazionali se non si riesce - come è accaduto a qualche Pmi del vino in passato - a riempire neanche un container?».
ROTTA SU BRASILE E CINA
Due i principali mercati ai quali l'iniziativa punta: Brasile e Cina. Sul mercato sudamericano infatti si stanno aprendo importanti opportunità per il vino italiano e in quest'area spicca il ruolo del Brasile che acquista dall'Italia il 14% del vino importato ogni anno. «E poi c'è la Cina - aggiunge Gaetani - un mercato sconfinato e complesso sul quale anche brand storici del vino made in Italy stanno incontrando difficoltà . Tuttavia, bisogna insistere investendo in maniera costante perché le potenzialità sono enormi.
In Cina oggi la classe media (cioè quella potenzialmente interessata al consumo di vino), conta 450 milioni di persone e si prevede che entro il 2020 questa quota possa raddoppiare». Inoltre in Asia i margini di crescita per il vino in generale e per quello italiano in particolare sono significativi. Oggi solo il 10% dell'alcol consumato in Cina è vino, il resto sono "spirits". E di quello importato il 55% è francese e solo il 6% è italiano.
RECUPERARE TERRENO SUI VINI FRANCESI
Già diverse le iniziative di Ex Vinis in programma in Cina. Proprio nei giorni scorsi è stato siglato un accordo con il gruppo "Gerardini & Romani Wine Auction" per realizzare un road show ad Hong Kong a novembre e a Nanchang nell'aprile del prossimo anno. «La strada - conclude Gaetani - è quella di promuovere la cultura dell'enogastronomia italiana con l'abbinamento dei vini al cibo. Il popolo cinese è davvero a digiuno riguardo alla conoscenza del vino italiano. Ma mostra grande curiosità nei confronti di una cultura alimentare molto diversa della propria. Per questo dobbiamo lavorare con iniziative di cooperazione e strategie di alleanze per cercare di colmare la distanza in termini di comunicazione che oggi ancora scontiamo nei confronti dei vini francesi».
Il progetto in poco tempo ha gia' incontrato l'adesione di numerosi nomi del vigneto Italia, tra le prime realta': Castello di Gabiano del Marchese Cattaneo Adorno, la Cantina Principi Pallavicini e quella dei Principi Alliata di Villafranca (Sicilia),. Marisa Cuomo (Campania) e Paternoster (Basilicata). Il progetto consente l'accesso alla selezione ad un massimo di 25 aziende. E da settembre sara' possibile acquistare on line le bottiglie della selezione
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