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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
«La vostra opera nelle istituzioni sia sempre ispirata dall'attenzione alla persona, la cui promozione è il criterio di ogni iniziativa politica e di ogni istituzione sociale o economica». Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, che stasera alle 20 nella chiesa romana di Santa Maria sopra Minerva ha presieduto una Messa per i parlamentari in preparazione al Natale.
«Il vostro compito di sedere in Parlamento - ha detto - è certamente un onore ma è innanzitutto una grande responsabilità e, oggi più che mai, un compito gravoso, perché la gente aspetta risposte urgenti e decisive da un mondo, quello della politica, che vuole sentire vicino, consapevole, capace ed efficace. Aspettano le imprese - ha insistito Bagnasco - che da anni si trovano in mezzo al guado. Aspetta un mondo di giovani capaci, preparati, che bussano invano alla porta del lavoro e che devono rassegnarsi ad emigrare. Aspetta il mondo dei disoccupati, degli anziani e dei poveri che affollano il nostro splendido Paese».
«Dove la persona è ancora oppressa e umiliata - ha ribadito il presidente della Cei - le istituzioni sociali vanno riviste e rese più idonee al loro scopo». «Per questo - ha proseguito - non possiamo non richiamare l'attenzione verso i detenuti. I nostri sacerdoti-cappellani - ha ricordato - conoscono direttamente le condizioni precarie e penose dovute al sovraffollamento, e alle strutture spesso inadeguate per una corretta e doverosa riabilitazione in vista dell'auspicato reinserimento nella società ».
Ma il pensiero è andato anche ai migranti approdati a Lampedusa e alle difficili condizioni della permanenza nel centro di prima accoglienza. «Non possiamo tacere - ha detto il cardinale Bagnasco - i recenti episodi che hanno visto al centro gli immigrati a Lampedusa». «Un senso profondo di dolore e vergogna - ha detto - ha pervaso i cuori di tutti. E diciamo: mai più!».
«Chiediamo al Signore - ha concluso - il dono di non essere distratti dalle necessità della gente e dalle loro ansie, e chiediamo di saper riconoscere in tutti, specialmente nei poveri e invisibili, il volto stesso di Dio».
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