Paola Cortellesi, il monologo ai David: ''Al femminile? Tutte mignotte''
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
1. DAGO-CHICCHE DEI DAVID
paola cortellesi monologo
- Il monologo di Paola Cortellesi, che riesce a infilare una raffica di “mignotta” su Rai1 prima delle 22, ovvero in piena fascia protetta. Ma è il manifesto del #metoo all’italiana, che da spilletta d’ordinanza si chiama “Dissenso Comune”, e l’attrice alla fine spiega che è scritto da Stefano Bartezzaghi, e oh, è un professore universitario di linguistica, mica Bombolo. Un pezzo furbo che sveglia il pubblico abituato ai soporiferi discorsi dei David prima della conduzione alla vaniglia di Carlo Conti. Non ditelo però a Paolo Ruffini, che per il suo “topa meravigliosa” a Sophia Loren fu sommerso di insulti per giorni…
la bona muta che consegna i david e sparisce dalle riprese tv
- Che poi, se proprio uno vuole guardare il capello, quel monologo non è opera del raffinatissimo Bartezzaghi, ma fu pubblicato sul suo blog nel lontano 2006, e lo stesso autore lo definì apocrifo, una di quelle cose che “si trovano online”. L’ha poi esteso e inserito nel suo libro dei tormentoni, Non se ne può più (Mondadori, 2010).
spielberg cita valeria golino nel suo discorso
Ora, una catena che gira da circa 15 anni senza autore e adottata da un giornalista (maschio! Argh!) è il miglior manifesto che il movimento delle femministe cinematografare potesse trovare? Avevano a disposizione un palco prezioso, il prime time di Rai1, e non hanno trovato un testo (anche ironico) scritto da una donna, contemporaneo, che parlasse di molestie? Forse, visto che nessuna delle attrici presenti ha mai pronunciato il nome di un Weinstein de’ noantri, un testo anonimo calza alla perfezione…
steven spielberg mostra la foto con fellini ai david
- Molto apprezzato il discorso (sincero) di Spielberg in gloria del cinema italiano, un “ooh” di sorpresa tra il pubblico quando oltre ai soliti grandi registi italiani (Fellini, Antonioni ecc.) ha citato anche i più giovani e soprattutto tre donne: Lina Wertmuller – la prima a ricevere una candidatura per la miglior regia agli Oscar –, Valeria Golino e…Alice Rohrwacher.
steven spielberg federico fellini
Caspita, mormorava il pubblico, la Golino è una star internazionale, ma il vecchio Steven conosce anche la sorella della più nota Alba, autrice di soli due lungometraggi non recentissimi (il secondo, Le meraviglie, premiato 4 anni fa a Cannes). E ha pure pronunciato bene i nomi! Alcuni, malfidati, hanno girato la testa e scoperto che lo speech era scritto, parola per parola, sul gobbo elettronico…
la bona muta che consegna i david e sparisce dalle riprese tv
- Grandi risate per la sua foto con Federico Fellini fuori dall’hotel Hassler, scattata quando si trovava a Roma per presentare il suo primo film, Duel (1971), e il Maestro lo buttò giù dal letto per dirgli quanto l’avesse apprezzato, portandolo in giro per Roma in un tour “da sogno”. Tra i giovani cineasti italiani la simpatia per il regista americano in versione 25enne ultra-nerd è subito svanita quando hanno realizzato che Spielberg dopo il primo film già soggiornava AL FOTTUTISSIMO HOTEL HASSLER su Piazza di Spagna, 1500 euro a notte. Oggi a 50 anni se va bene ti rimborsano il taxi.
monica bellucci (4)
- Ottimo acchiappo per la Rai e i David anche la presenza di Diane Keaton. L’ansia da #metoo ha rischiato però di rovinare il bel momento: Carlo Conti, convinto di fare cosa buona e giusta agli occhi del movimento femminista, ha lodato le donne interpretate da Diane, chiedendole quale fosse la sua preferita.
Ovviamente (forse non per Conti e i suoi autori) si tratta di Annie Hall, protagonista di Io e Annie di Woody Allen, che l’attrice ha citato, incensato e per cui ha chiesto un applauso. Il pubblico ha però reagito in modo gelido, soprattutto nelle prime file gremite di attori, dove non si è mossa una mano. L’ordine dalla Hollywood che conta è infatti di boicottare il mitico regista – nel 1992 fu accusato, e assolto in processo, di aver molestato la figliastra Dylan Farrow –, e a quanto pare l’ordine è arrivato fin sulla Tiburtina. E dire che molti in sala avevano fatto a pugni per una particina in quella ciofeca di To Rome with Love...
dyane keaton (2)
- Quasi tutte le attrici si sono presentate in nero imitando le colleghe ai Golden Globes, a simboleggiare il lutto per le donne molestate e distogliere l’attenzione dalle cose frivole come i vestiti (ma i gioielli erano colorati, e pure parecchio), ma l’immagine potente delle candidate che si sono strette a Paola Cortellesi è svanita rapidamente quando sul palco è apparsa la bonona d’ordinanza con abito argentato, décolleté vertiginoso e rivelatore, il cui unico compito era porgere le statuette a Carlo Conti. Se la sono scordata dall’anno scorso, un po’ come certe luci di Natale pacchiane che ti ritrovi aggrovigliate a quelle politicamente corrette e a basso impatto energetico...
daniela santanche dimitri d asburgo (2)
(In realtà la regia Rai si è accorta del potenziale faux pas e ha fatto in modo di farla sparire dalla diretta: era sempre sul palco ma non entrava mai nell’inquadratura…)
2. MATER IGNOTA
Stefano Bartezzaghi per il suo blog su www.repubblica.it (3 maggio 2006)
Ricevo quel che pare essere un elenco che gira in rete anonimo (come nel caso del gioco dell'Ici se esce l'autore - o più probabilmente l'autrice - ne darò conto):
Fateci caso:
claudia gerini
Un cortigiano: un uomo che vive a corte
Una cortigiana: una mignotta
Un massaggiatore: un Kinesiterapista
Una massaggiatrice: una mignotta
Un professionista: un uomo che conosce bene la sua professione
Una professionista: una mignotta
Un uomo di strada: un uomo duro
Una donna di strada: una mignotta
Un uomo senza morale: un politico
Una donna senza morale una mignotta
Un uomo pubblico: un uomo famoso, in vista
Una donna pubblica: una mignotta
claudia gerini paola cortellesi sonia bergamasco valeria golino vittoria mezzogiorno jasmine trinca isabella ragonese
Un segretario particolare: un portaborse
Una segretaria particolare: una mignotta
Un uomo facile: un uomo con il quale è facile vivere
Una donna facile: una mignotta
Un intrattenitore: un uomo socievole e affabulatore
Una intrattenitrice: una mignotta
Un adescatore: un uomo che coglie al volo persone e situazioni
Un'adescatrice: una mignotta
Un uomo molto disponibile: un uomo gentile e premuroso
Una donna molto disponibile: una mignotta
Un uomo molto sportivo: uno che pratica diversi sport
antonio albanese e moglie
Una donna molto sportiva: una mignotta (che pratica un solo sport)
Un cubista: un uomo che dipinge
Una cubista: una mignotta(?)
Un uomo d'alto bordo: un uomo che possiede uno scafo d'altura
Una donna d'alto bordo: una mignotta
Un tenutario: un proprietario terriero con una tenuta di campagna
Una tenutaria: una mignotta (che ha fatto carriera)
Un passeggiatore: un uomo che cammina
Una passeggiatrice: una mignotta
Uno steward: un cameriere sull'aereo
Una hostess: una mignotta
anna ferzetti pierfrancesco favino (2)
Un uomo con un passato: un uomo che ha avuto una vita, in qualche caso non particolarmente onesta, ma che vale la pena di raccontare
Una donna con un passato: una mignotta
Un maiale: animale da fattoria
Una maiala: una mignotta
Un lupo: animale feroce che vive libero
Una lupa: una mignotta
Uno squillo: il suono del telefono
Una squillo: una mignotta
Un uomo da poco: un miserabile da compatire
Una donna da poco: una mignotta
ammore e malavita cast e crew
Avrei due aggiunte. Su una non sono molto convinto:
Un uomo di vita: un esuberante compagnone
Una donna di vita: una mignotta
L'altra, invece, è proprio un vero classico:
Un uomo di mondo (un mondano): un gran signore
Una donna di mondo (una monda): una mignotta
3. AI DAVID DI DONATELLO JONAS CARPIGNANO STUPISCE CON 'A CIAMBRA'
Francesco Gallo per www.ansa.it
alessandro borghi
Sbanca il musical partenopeo 'Ammore e malavita' e anche la grandezza mite di Steven Spielberg che, ricevendo il David alla carriera, incanta tutti agli studi De Paolis dicendosi "onorato", mostrandosi vero conoscitore dei registi italiani di tutte le generazioni (li cita tutti) e raccontando una storica passeggiata per Roma nel 1971 con Fellini, quando lui era poco più di uno sconosciuto (e Roberto Benigni va a salutare di nascosto il maestro americano in camerino).
agostino sacca
Il film dei Manetti Bros si aggiudica non solo il David più ambito, quello per il miglior film, ma anche il premio alla miglior attrice non protagonista andato a un'inedita Claudia Gerini napoletana; per la musica premiati Pivio e Aldo de Scalzi; per i costumi Daniela Salernitano, e un premio incassa anche la canzone originale Bang bang. Va forte poi 'Nico, 1988' di Susanna Nicchiarelli che racconta gli ultimi anni di vita della cantante ed ex-modella tedesca Christa Päffgen, meglio conosciuta come Nico. Il film è stato premiato per la sceneggiatura originale, con la statuetta andata alla stessa Nicchiarelli, per il miglior trucco (Marco Altieri), per le migliori acconciature (Daniela Altieri) e per il suono.
valeria golino e jasmine trinca
Sempre nel segno della città partenopea, vera vincitrice di questa 62/a edizione, con due David, è 'Napoli velata' di Ferzan Ozpetek, che si aggiudica scenografia e fotografia, e ancora due statuette sono andate al napoletanissimo cartoon Gatta Cenerentola a cui va il premio al produttore e agli effetti speciali. Miglior attrice protagonista Jasmine Trinca per 'Fortunata' di Sergio Castellitto che, ricevendo il premio, non manca di fare un appello al movimento Dissenso comune di cui indossa la spilletta, mentre miglior attore protagonista è Renato Carpentieri per 'La tenerezza' di Gianni Amelio, che nel ricevere il premio piange e fa piangere la platea dicendo: "la tenerezza e una virtù rivoluzionaria".
renato carpentieri 2
Diane Keaton vestita di nero e bombetta, riceve il David speciale, (lo stesso premio andato a inizio serata alla Sandrelli) e ricorda quanto debba a 'Io e Annie' di Woody Allen e la sua passione per Al Pacino. Tra le sorprese di questa edizione, la miglior regia riconosciuta al giovane e talentuoso regista italo-americano Jonas Carpignano, che con 'A Ciambra', luogo in cui vive una comunità rom stanziale di Gioia Tauro, in Calabria, si aggiudica anche il miglior montaggio andato ad Alfonso Goncalves. Delusione invece per il coraggioso 'The Place' di Paolo Genovese, che non porta a compimento nessuna delle otto candidature.
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