virginia raggi carla fracci beppe menegatti gianni letta aurelio regina
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
1. L'ARTICOLO DI IERI DI DAGOSPIA: VINCERÀ ALBINATI, 1300 PAGINE, TRE MESI DI LETTURA. QUANTI DEI 400 GIURATI L'HA LETTO?
DAGOREPORT
gianni letta saluta virginia raggi
Il premio Strega potrebbe premiare questa sera un libro Rizzoli. È una sottile forma di presa per il culo della Mondadori verso l'ex competitor recentemente acquisito: negli ultimi anni, infatti, la Rizzoli perdeva sempre lo Strega in favore della Mondadori.
Come funziona questo premio è noto: i circa 400 amici della Domenica sono persone che hanno relazioni con le case editrici, le quali esercitano una sorta di moral suasion (leggi coercizione tipo: devi votare questo se vuoi andare avanti a collaborare con noi) verso chi votare. Ma essendo ormai tutto Mondadori il premio Strega-Mondadori è diventato paradossalmente più libero, tanto la Mondadori vince sempre.
gian arturo ferrari e valeria licastro
Pertanto quest'anno i giurati o congiurati sembrerebbero indirizzati a votare il libro meno letto e meno leggibile della storia dello Strega: "La scuola cattolica" di Edoardo Albinati.
Non stiamo parlando di qualità estetica, ma di quantità materiale, ovvero qualcosa di extraestetico, per Croce, ma connesso all'attività artistica.
Il circa tre chili di volume (quindi un quinto della valigia imbarcabile con i low cost) è composto da 1294 pagine, ovvero tre milioni e 400 mila caratteri, ipotizziamo circa 500 mila parole più o meno. Considerando che in un minuto si leggono circa 1400 caratteri per leggere il libro servono circa 2500 minuti senza pause per respirare, mangiare, bere, dormire. In una lettura normale, che duri almeno un'ora continuativamente, non superi i mille caratteri al minuto di lettura. Diciamo che se leggi almeno un'ora al giorno tutti i giorni, sabato e domenica inclusi, in circa tre mesi hai letto il libro di Albinati.
i 5 finalisti del premio strega
Dunque, per prima cosa sarebbe divertente sapere chi, tra gli Amici della Domenica, ha letto le 1294 pagine fitte fitte di Albinati, quindi se ha letto anche gli altri libri in concorso, cosa fa di lavoro e se ha mangiato e dormito negli ultimi tre mesi. Il libro, in realtà, non è leggibile e dev'essere stato letto integralmente solo dall'editor della Rizzoli.
invitati al buffet (2)
Facciamo un confronto con il sacro testo di scuola cattolica: la Divina Commedia. Tutti sanno che la Divina Commedia è suddivisa in tre parti dette “cantiche” e che ogni cantica è composta da 33 “canti” (l’Inferno ne ha uno in più). Ogni canto contiene un numero di versi endecasillabi da un minimo di 115 a un massimo di 160, per una media di 142 versi circa a canto e per un totale di 14.233 versi.
invitati al buffet
Nel complesso, il poema consiste di 101.698 parole, per una media di quasi 33.900 parole a cantica e di quasi 1.017 a canto. Il numero di caratteri, invece, è di 408.476, cioè 136.159 caratteri in media a cantica e 4.085 circa a canto. Nel complesso la Divina Commedia, che si studia nel corso di tre anni scolastici, è composta da 33.899 parole, ovvero 136.158 caratteri. Quindi, la Divina Commedia è circa un quarto del libro di Albinati.
invitati assetati
Ora, se per leggere la Divina Commedia mi serve il 25 per cento del tempo che mi richiede "La scuola cattolica", perché cazzo dovrei leggere Albinati invece che Dante e un'altra ventina di libri?
Urge una soluzione: mettere un numero di caratteri massimo ai libri che partecipano ai concorsi letterari e obbligare Albinati a leggere tutta la vita Ungaretti.
jose r dosal virginia raggi aurelio regina
2. ALBINATI VINCE IL PREMIO STREGA CON ''LA SCUOLA CATTOLICA''
Paolo Fallai per il ''Corriere della Sera''
Senza dubbi. La scuola cattolica di Edoardo Albinati (Rizzoli) ha vinto la settantesima edizione del Premio Strega con 143 voti, confermando proprio tutte le caratteristiche dell’appuntamento, tranne sede e giorno. Che Edoardo Albinati e il suo sterminato romanzo avrebbe dominato il campo, era chiaro mezz’ora dopo che Raffaele La Capria e Sandro Veronesi lo avevano presentato.
elena stancanelli nicola lagioia
Gli Amici della Domenica, vasta platea «democratica» come l’aveva definita Maria Bellonci, è composta per lo più da addetti ai lavori, scrittori, giornalisti, direttori editoriali. Hanno capito subito che Edoardo Albinati era il «predestinato» di questa edizione. Oltre il tormentone delle 1300 pagine, oltre le retoriche sul San Leone Magno, la scuola romana che fa da sfondo al libro, e sui protagonisti del delitto del Circeo che lo segnano, ha vinto il coraggio di un saggio romanzato sulla formazione di una intera generazione.
edoardo albinati vince il premio strega 2016
Autore di un libro di formazione per eccellenza, «spiraliforme» ha detto un critico colto, Edoardo Albinati costringe il lettore ad una appassionante rincorsa dai tremori dell’adolescenza all’età della riflessione. E al tempo stesso lo accompagna fedelmente, ripescando uno ad uno i fili che semina, raccogliendoli con semplicità. Lascia l’unica irritazione al tempo irrituale di lettura.
edoardo albinati vince il premio strega 2016
«M’ero preparato il discorsetto come all’Oscar — ha detto Edoardo Albinati dal palco — ma mi considero solo il redattore di questo libro, ringrazio chi mi ha dato l’idea di scriverlo, chi l’ha riletto e l’editore Rizzoli che ha deciso di pubblicarlo quando pensavo di smettere. Da tre giorni a questa parte — ha aggiunto commosso — penso che tutta questa gioia e questa fatica vada dedicata a Valentino Zeichen, una persona cara e nobile».
Maggiore attenzione al vestiario, qualche incertezza ai tornelli, il sollievo nell’individuare il buffet, la sorpresa in rosso della sala Sinopoli, l’antico Premio ha fatto un po’ fatica a dimenticare lo storico e scomodissimo Ninfeo di Villa Giulia, tanto che Francesco Piccolo lo ha evocato con nostalgia, ma si è adattato presto alle comodità del moderno Auditorium di Renzo Piano.
desire colapietro luigi abete
Anche lo spostamento dal «primo giovedì» di luglio ad un venerdì sera lontano dalle semifinali del Campionato europeo di calcio. Scontato il vincitore, la serata ha cercato di rianimarsi con la battaglia per il secondo posto vinto da Eraldo Affinati, «lo sfidante», con l’omaggio a don Milani nel suo L’uomo del futuro (Mondadori), 92 voti, appena tre in più rispetto al «fuori quota», Vittorio Sermonti, con Se avessero (Garzanti, gruppo Gems) che ne ha avuti 89.
clemente mastella con la moglie sandra
Ha prevalso la qualità del don Milani proposto da Affinati e l’ingordigia Mondadori, determinata a non lasciare nemmeno un centimetro di spazio a nessuno, sulle legittime speranze del gruppo Gems e l’ampia platea di estimatori di Sermonti. Chi invece si era prenotato una bella serata «a prescindere» sono il guastatore a nome di tutti i piccoli, Giordano Meacci con Il cinghiale che uccise Liberty Valance (minimum fax) e l’ambasciatrice della neonata Nave di Teseo, Elena Stancanelli, con La femmina nuda che hanno raccolto rispettivamente 46 e 25 voti. Erano già contenti prima di entrare anche per gli interessi cinematografici sui due romanzi.
cesare romiti
Tra i momenti emozionanti il ricordo di Umberto Eco, scomparso il 19 febbraio scorso, vincitore del Premio Strega nel 1981 con Il nome della rosa. Un omaggio sentito, mentre suscitava curiosità la breve apparizione della sindaca Virginia Raggi, all’esordio con complimenti. «È un premio fondamentale», e ritrosie: «Non ho un libro preferito, sono un po’ anomala».
carla fracci col marito beppe menegatti
Una serata fortemente «auto celebrativa», come voluto dalla Fondazione Bellonci (e dall’Unione industriali del Lazio che in questi tre anni ha risolto più di un problema con il suo contributo) con una lunga ricostruzione storica condotta in sala da Loredana Lipperini, mentre scorreva lento lo spoglio delle schede (395 su 460 votanti), guidato dal vincitore dello scorso anno Nicola Lagioia.
barbara palombelli francesco rutelli
La colta simpatia di Pino Strabioli (finalmente!), ha scandito la diretta su Rai Tre. Con le interviste ai cinque scrittori finalisti, splendidi filmati di repertorio, un affettuoso saluto a Franca Valeri presente in sala con Carla Fracci e le canzoni d’epoca, proposte dalla brava Chiara Civello, meravigliose come Arrivederci e Senza fine, anche se il titolo della seconda qualche battuta, a serata inoltrata, l’ha suscitata.
aurelio regina con la sindaca virginia raggi
E proprio «alla fine» anche questa serata ha riproposto tutti i caratteri «genetici» dello Strega: una mondanità non ostentata, una letterarietà fin troppo esibita, un calcolo commerciale che smuove le montagne. La vittoria del Premio Strega regala un incremento di vendite intorno al 400/500%. Il resto sono chiacchiere, speranze, delusioni. Grandi partecipazioni, con tutti gli snobismi possibili, e grandi ritirate, con polemiche, una volta fallito l’obiettivo. La verità è che al Premio Strega vorrebbero partecipare tutti, ma vince solo Gian Arturo Ferrari.
andrea purgatori
Nonostante gli apprezzabili sforzi del presidente Tullio De Mauro e del direttore della fondazione Stefano Petrocchi, che in questi ultimi anni, ne hanno inventate di tutti i colori: le tre preferenze obbligatorie per la cinquina, il voto dei ragazzi, degli Istituti di cultura, delle librerie indipendenti. Niente da fare, gli «Amici» non si scuotono più di tanto. Nessuna sorpresa neanche la riunificazione degli eserciti Mondadori e Rizzoli che si sono combattuti negli ultimi decenni.
Gli stessi avevano fatto scrivere, a suon di ripetute vittorie, che il Premio Strega era ormai di proprietà dei grandi editori. Quest’anno non c’è rimasto che rinunciare al plurale. D’altronde il «superstrega», concorso on line su tutti i premiati è stato vinto da Il gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Come stupirsi?
Berta Zezza Francesco Rutelli roberto cotroneo mario benedetto
silvio sircana con la moglie stefano eco tullio de mauro virginia raggi stefano rodota dacia maraini walter pedulla michela e gianni bisiach luciana castellina elena stancanelli francesco piccolo laura petrocchi angelo bucarelli sabrina florio vittorio sermonti stefano rodota con la moglie carla vladimiro polchi pierluigi battista e carmen prestia