Claudia Voltattorni per il “Corriere della Sera”
disoccupazione
Gli occupati che aumentano ancora una volta sono quelli con un contratto a termine (+16mila), mentre calano coloro che hanno un lavoro stabile: meno 56mila unità in un solo mese, cui si aggiungono altri 9mila autonomi in meno. Così, certifica l' Istat nella sua nota mensile su «Occupati e disoccupati», nel mese di giugno 2018, dopo tre mesi di segno più, l' occupazione ritrova un meno davanti, -0,2%, con il tasso di disoccupazione che sale dello 0,2% rispetto al maggio 2018 e arriva al 10,9% (e quello di occupazione scende al 58,7%).
Peggio è andata per gli uomini (meno 42mila posti di lavoro) e agli over 35 (meno 56mila), con disoccupazione allo 0,2%. Se si considera però il periodo aprile-giugno gli occupati aumentano di 196mila unità e i disoccupati calano (meno 21mila). E anche rispetto al maggio 2017, le persone con un lavoro sono 330mila in più (+1,4%).
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Il punto è che si tratta sempre più di occupazioni precarie: 123mila nuovi contratti a termine nel trimestre aprile-giugno 2018 e 394mila in più rispetto a giugno 2017 (+14,5%), per un totale di 3 milioni e 105mila, è il record storico. Mentre calano le occupazioni permanenti: meno 83mila in un anno, anche se c' è un leggero aumento (+0,4%) dei lavoratori indipendenti, +19mila. Ma se da un lato crescono gli occupati nella fascia 15-49 anni (+0,1% in un mese), sono gli ultracinquantenni a diminuire, -0,4%.
A tutto ciò si aggiunge un Pil cresciuto solo dello 0,2% rispetto allo scorso trimestre, e dell' 1,1% su base annua. Troppo poco secondo l' Istat che infatti segnala un «rallentamento dell' economia italiana» che registra «un incremento inferiore a quello dei 6 trimestri precedenti». Il tasso di crescita tendenziale scende all' 1,1% e nonostante «con il risultato del secondo trimestre, la durata dell' attuale fase di espansione dell' economia italiana raggiunga 16 trimestri con una crescita complessiva del 4,5%», il livello del Pil, nota l' Istat, «risulta inferiore dello 0,7% rispetto al precedente picco del secondo trimestre del 2011».
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E pure l' inflazione accelera, per la terza volta consecutiva, salendo all' 1,5% dall' 1,3 di maggio. Si certifica così, secondo Confcommercio, «un rallentamento della ripresa» con il «rischio che il peggioramento possa rappresentare un ulteriore elemento d' incertezza e l' inizio di una fase meno favorevole».
Per il governo, invece, «i dati sulla disoccupazione dimostrano il fallimento del Jobs Act, ecco perché - dice il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon - il decreto Dignità dà risposte concrete alla precarietà». Ma per Cgil, quello dell' Istat è «un ritratto di un Paese fragile dove il lavoro che cresce è quello a termine e l' occupazione resta la vera emergenza» perciò «le misure del decreto Dignità risultano incomprensibili e contraddittorie». La Cisl chiede «una strategia di sviluppo».
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Mentre Confesercenti sottolinea che «il lavoro a termine si conferma il motore dell' occupazione, l' unico che dà segnali di vivacità: renderlo più rigido significa dare un colpo alla ripresa dell' occupazione». E se la Cgia chiede «uno choc fiscale», Nomisma evidenzia: «Al momento manca una chiara politica economica di medio periodo che riesca a collocare con vigore il nostro Paese nello scacchiere internazionale: in questa delicata fase è fondamentale mettere al primo posto dell' agenda del governo la crescita economica».