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    CALCIO CASH - ARTICOLO QUINTO, CHI HA I SOLDI HA VINTO: IL PSG DEGLI SCEICCHI PAGHERÀ CAVANI 64,5 MLN


     
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    Matteo De Santis per La Stampa

    Le clausole sono uguali per tutti. Le loro regole, anche in tempi di spending review galoppante e di fair play finanziario (teoricamente) imperante, restano sempre le stesse: chi ha i soldi e decide di pagarle fa quello che vuole, chi non ha il contante si deve arrangiare. La crisi, applicata nella giungla del calciomercato, non ha cambiato quasi niente. Anzi, ha accentuato quel processo di selezione e distinzione naturale, esistente da sempre, tra chi può pagare clausole rescissorie e stracciare contratti e chi non può. I nababbi stranieri possono, i poveretti italiani no.

    NAPOLI STRISCIONE CONTRO CAVANINAPOLI STRISCIONE CONTRO CAVANI CAVANI E UNA MISTERIOSA RAGAZZACAVANI E UNA MISTERIOSA RAGAZZA

    Edinson Cavani praticamente preso e portato via dal Napoli al Psg per 64,5 milioni (tra lunedì e martedì l'ufficialità dopo il blitz di Leonardo, la cui posizione però è sempre più in bilico dopo la squalifica fino a giugno 2014) non è un'eccezione, ma l'ennesima regola dei grandi colpi di questa estate. Negli ultimi mesi le clausole rescissorie, nonostante il regime di sostenibilità finanziario predicato da Platini, sono saltate come tappi di champagne.

    Ha iniziato il Bayern Monaco, con la scusa di offrire un regalo di benvenuto a Guardiola, versando al Borussia Dortmund i 37 milioni pattuiti per liberare Götze. Ha proseguito, in grande stile, il Monaco di Ranieri e dei soldoni dell'oligarca russo Rybolovlev: 60 milioni sborsati sull'unghia all'Atletico Madrid per sbattere in faccia al mondo, Mourinho e Chelsea in testa, l'acquisto di Falcao e 70 al Porto per il pacchetto composto da Moutinho e James Rodriguez.

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    Hanno fatto più o meno lo stesso, con la complicità dei minisconti implorati dai giocatori in questione, il Manchester City scucendone 40, invece che 50, per accaparrarsi Fernandinho dallo Shakhtar Dontetsk e il Real Madrid pagandone 30, al posto di 35, per togliere a Isco la casacca del Malaga e fargli indossare la camiseta blanca. Ma le grandi manovre a suon di clausole rescissorie abbattute possono ancora continuare: Rooney, nonostante la pace sbandierata dal nuovo manager Moyes («Wayne non è in vendita»), ne ha una di 34 milioni che Chelsea, Real, Barça e Arsenal vorrebbero pagare volentieri e Thiago Alcantara, gioiello del Barça dubbioso sul futuro e finito nel mirino proprio del Manchester United, un'altra di 18.

    DEROSSIDEROSSI

    Così come i pazzi balletti estivi proseguiranno per i cartellini di chi non ha clausola ma costa ugualmente un occhio della testa. Come Bale, sogno madridista e prezzato strategicamente 60 milioni dal Tottenham (che rimpiange di non aver inserito a suo tempo un prezzo d'uscita di 90); Hernanes, vecchio pallino di Leonardo e valutato 30 milioni dalla Lazio e De Rossi, prossimo obiettivo dell'onnivoro Psg ma anche primo nella lista del Chelsea di Mourinho.

    LA TRIPLETTA DI CAVANI ALLINTERLA TRIPLETTA DI CAVANI ALLINTER

    Le italiane, in tutto questo, stanno a guardare o si limitano ad incassare. Il Napoli, con il malloppo ricavato da Cavani, ci si pagherà mezza squadra: uno tra Dzeko e Leandro Damiao in avanti, uno alla Rami del Valencia in difesa, uno come Callejon del Real (o, molto più difficile, il laziale Candreva) al fianco di Hamsik e un portiere come il brasiliano Rafael, forse addirittura accompagnato da Julio Cesar (la Roma, infatti, ha contattato De Sanctis).

    La Roma, se De Rossi saluterà e Osvaldo si accorderà con il Manchester City (ballano almeno 5 milioni tra domanda e offerta), finanzierà la terza rifondazione in tre anni: preso Benatia, il ds Sabatini sogna il costosissimo Strootman del Psv. Se può consolare, comunque, anche per chi abbatte le clausole rescissorie non tutto è oro. Dall'albero del Psg, con l'arrivo di Cavani, cadrà qualche frutto prelibato. Il più pregiato si chiama Ibrahimovic, disposto persino ad abbassarsi lo stipendio. Mourinho e il Chelsea, forse anche Ancelotti e il Real, sono pronti a leccarsi i baffi. Gli italiani, invece, continueranno a veder crescere sempre più verde l'erba dei vicini.

     

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