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    PROFUMO DI DONNA, ODORE DI BUSINESS - MINO RAIOLA METTE SOTTO CONTRATTO BARBARA BONANSEA, CAMPIONESSA DELLA JUVENTUS (E LE DONNE DEL CALCIO NON SONO ANCORA PROFESSIONISTE, LO DIVENTERANNO IL PROSSIMO ANNO) - L'ACCORDO ARRIVA PROPRIO ORA CHE C'È ARIA DI DIVORZIO TRA LA "ZIDANE DEL CALCIO FEMMINILE" E I BIANCONERI. È POSSIBILE CHE ALTRE CALCIATRICI SEGUANO IL SUO  ESEMPIO - SONO LONTANI IN CUI VENIVANO DEFINITE "QUATTRO LESBICHE"


     
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    Emiliano Bernardini Alberto Mauro per “il Messaggero”

     

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    Zlatan Ibrahimovic, Paul Pogba, Erling Haaland e ora anche Barbara Bonansea. Sì, avete letto bene. La Zidane del calcio femminile entra nella scuderia di Mino Raiola.

     

    Anche se in questo caso è più giusto parlare di consulenza e non di vera e propria procura visto che la donne non sono professioniste. Lo diventeranno il prossimo anno (la Spagna farà il salto tra qualche mese).

     

    Ed è proprio in questo senso che il passo fatto da Mino Raiola fa ancora più rumore. Una mossa che può scatenare un domino. «L' avvento dei procuratori è una conseguenza del processo di professionalizzazione, ma la realtà dei fatti è sempre molto più avanti della capacità di gestione della politica sportiva.

     

    Nonostante i passi avanti stiamo ancora parlando di giocatrici dilettanti, con uno stipendio massimo di 27mila euro all' anno» rimarca Luisa Rizzitelli, presidente Assist (Associazione Nazionale Atlete).

     

    raiola raiola

    VERSO LIONE Sono tante le voci secondo le quali questo matrimonio si sarebbe celebrato proprio perché c' è un divorzio che si sta consumando: quello tra la Bonansea e la Juve. L' attaccante bianconera e della Nazionale potrebbe dire addio a Torino (non è ancora stata trovata un' intesa su un possibile allungamento dell' accordo con il club) e scegliere andare all' estero. Sarebbe pronto un contratto con Olympique Lyonnais, una delle squadre più forti d' Europa: 18 scudetti, 11 coppe di Francia, una Supercoppa francese, sette Champions (cinque di fila dal 2016 al 2020) e un Mondiale per club.

     

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    Già la Champions League una maledizione anche per i maschi bianconeri. La Bonansea, 30 anni, è una delle migliori calciatrice italiane. In carriera ha vinto cinque scudetti, cinque coppe Italia e tre Supercoppe Italiane. In Nazionale ha giocato 68 partite, segnando 27 gol. Inutile negarlo, la Bonansea ha rotto un argine e ora è possibile che altre calciatrici seguano il suo esempio.

     

    IL BOOM ROSA Il calcio al femminile sempre più vicino a quello degli uomini. Sono lontani in cui venivano definite quattro lesbiche o quelli in cui Patrizia Panico era costretta a rinunciare a contratti negli Stati Uniti. Il boom della Nazionale femminile al mondiale francese nel 2019 è stato il vero spartiacque con il passato. Le scuole calcio in rosa hanno visto lievitare le iscrizioni fino al 40%. E questo grazie anche alla visibilità. Ad esempio il campionato di serie A viene trasmesso su Sky. Ma non solo perché anche i centri sportivi sono diventati all' avanguardia, preparatori atletici, merchandising e piani di sviluppo della Fifa, della Uefa e della Figc (controlla la serie A e serie B che fino a tre anni fa erano sotto il cappello della Lega Dilettanti) che vanno dai quattro ai dieci anni. Certo per la parità di genere c' è ancora tanta strada da fare.

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    Basti pensare che per le donne stabilisce la Figc gli ingaggi non possono superare i 30.658,00 euro a stagione, a cui si sommano le indennità di trasferta, i rimborsi spese forfettari, le voci premiali per un massimo di 61,97 euro al giorno per 5 giorni alla settimana in accordo con la società.

     

    Ancora Luisa Rizzitelli: «Si parla di inquadrare ed equiparare ma c' è il rischio di errori, con ricadute sulle associazioni sportive. A tutti fa comodo pagare meno tasse e meno onori possibile. Ma in questo mondo a tutti i dilettanti (maschi e femmine) neghiamo i diritti fondamentali dei lavoratori».

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