• Dagospia

    CALCIO, ULTIMO ORGASMO – DAGO: ”FATTA L’ITALIA, BISOGNAVA CURARE GLI ITALIANI: LA MEDICINA CHE HA ATTECCHITO PIÙ FACILMENTE SI CHIAMA CALCIO. PERCHE' CI PIACE IL GIOCO, MA MOLTO DI PIÙ CI PIACE LA "VITTORIA". L'UNICA CAPACE DI RIDAR SAPORE AI SENTIMENTI DEL CAZZO DELLA NOSTRA VITA. E VALE PER TUTTI: È L’UNICA COSA INTELLIGENTE CHE POSSONO FARE ANCHE GLI IMBECILLI. COSI' SIAMO TUTTI OSTAGGI DEL CALCIO, GENTIL SESSO COMPRESO”


     
    Guarda la fotogallery

    Roberto D’Agostino per VanityFair.it

     

    Dago Dago

    Fatta l’Italia, bisognava curare gli italiani: nel corso del tempo, la medicina che ha attecchito più facilmente si chiama calcio. Lo vediamo in questi giorni: dopo un anno e mezzo di vita sospesa, grazie a undici ragazzi in mutande e scarpini alle prese con le partite dell’Europeo, che vengono chiamati "Italia", sebbene non abbiano la caratteristica forma della penisola, e costituiscano un paesaggio irrilevante, abbiamo l’impressione di vivere una cosa bella.

     

    CALCIO 9 CALCIO 9

    Un paese nel pallone al punto che si riscopre persino la patria. Lo osservava già nell'Ottocento lo studioso svizzero Jakob Burckhardt: il centro della civiltà greca non è il teatro, non è il tribunale, non è la piazza; al centro della civiltà greca c'è la pulsione agonistica.

     

    Secondo, e fondamentalissimo motivo: ci piace il gioco, ma molto di più ci piace la "vittoria". Si ha nostalgia di una situazione trionfale, di una situazione di successo; l'unica capace di ridar sapore ai sentimenti del cazzo della nostra vita.

     

    cassano e totti alla roma cassano e totti alla roma

    Ci sentiamo frustrati, intimiditi, impotenti. La fatica del vivere è incomprensibile, i giochi della politica sono tabù, l'economia un giorno dice “crescita” e il giorno dopo riceviamo la lettera di licenziamento. Il sesso, poi, ha preso la brutta piega di rimare con violenza.

     

    Viviamo "l'età dell'ansia", ci dicono gli esperti. Così abbiamo bisogno di emozioni forti, per farci tornare la voglia di vivere. E poiché nessuno di noi vince, poiché ci mancano gli strumenti di una qualsiasi vittoria privata, deleghiamo ad altri il compito di conseguire quella cosa strepitosa e liberatoria che è la "vittoria".

     

    gianni brera gianni brera

    Se noi siamo l'Italia e quelli sono l'Italia, quando quelli vincono noi vinciamo. Lo sportivo è un mistico che ha capito che "il football è la maniera migliore di essere eroi stando seduti" (Gianni Brera); quindi non dice "hanno vinto", ma dice "abbiamo vinto".

     

    Perché lo sport è un “fatto sociale totale”, una sorta di lente attraverso cui guardare per capire come si esprimono i caratteri nazionali. Il capocannoniere, diceva Pasolini, è sempre "il miglior poeta dell'anno". Antropologicamente, poi, è il nostro richiamo della foresta.

    pasolini pasolini

     

    Quindi, non è vero che si diventa aggressivi guardando la partita. E' vero che i tifosi hanno bisogno di fantasticare, anche in termini aggressivi. Si sentono frustrati, intimiditi, impotenti. Hanno bisogno di rifare i conti, a loro modo, con il mondo “malato” che li circonda.

     

    Il calcio è l’ultimo orgasmo garantito e deve la sua funzionalità, anche culturale, anche sociale, al fatto di essere un mondo a parte. Diverso, ma anche migliore del nostro. Un mondo nel quale (sovente) vince il migliore, senza trucchi e senza imbrogli, senza raccomandazioni e senza lottizzazioni.

    obama gioca a calcio col robot obama gioca a calcio col robot

     

    Un contromodello di vita. Per tutti: è l’unica cosa intelligente che possono fare anche gli imbecilli. Siamo tutti ostaggi del calcio, gentil sesso compreso. Una volta, degli uomini tifosi le donne ne avevano le scatole piene: “Se un uomo guarda tre partite di calcio di fila dovrebbe essere legalmente morto”.

     

    Acqua passata. Oggi dentro gli schermi sono dilaganti le giornaliste, davanti gli schermi le tifose sono in prima fila: circa il 50 per cento del pubblico della nazionale. Un vero attacco al fortilizio della Mascolinità.

     

    donne e calcio donne e calcio

    Le ragazze nutrite a pane e ‘’Corriere dello sport’’ con contorno di Diletta Leotta e Paola Ferrari, non si accontentano più del tifo accademico e svagato che caratterizzava le loro mamme, ma discutono di schemi e di formazione, di fuori gioco e Var.

     

    Anche per la femmina moderna, la partita diventa partecipazione comunitaria festevole, come prima era la processione del quartiere, la festa patronale, la fiera del paese, i quattro salti in casa. E' una liturgia che ha preso il posto della messa in chiesa e dell’aperitivo con le amiche del cuore.  

    donne e calcio donne e calcio pasolini pasolini pasolini pasolini pasolini pasolini pasolini pasolini pasolini capello pasolini capello donne e calcio donne e calcio

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport