Renzo Parodi per www.calciomercato.com
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Ci sono un americano, un arabo e un altro americano o forse due… Comincia così il probabilissimo ultimo capitolo della saga di Massimo Ferrero, proprietario e presidente della Sampdoria per grazia ricevuta dalla famiglia Garrone-Mondini che sette anni fa gli regalò il club, sovvenzionandolo con qualche decina di milioni. Alla porta del picaresco figlio del Testaccio trapiantato incredibilmente a Genova, sponda blucerchiata, stanno bussando almeno tre pretendenti: due americani e un misterioso arabo. E uno o due ignoti outsider che sopravvengono di rincorsa ma con poche possibilità di partecipare allo sprint finale.
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E’ infatti una corsa all’ultimo miglio quella che sta per concludersi tra coloro che provano ad acquistare la società che fu di Paolo Mantovani, l’archetipo all’opposto del personaggio che ha sequestrato la sua eredità sportiva e morale e adesso, schiacciato dalla montagna dei debiti mai onorati dalle sue società di famiglia, è costretto ad ascoltare le voci di chi vuole strappargli la creatura che l’ha reso ricco e famoso.
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Sono in corso da settimane, nel massimo segreto, serrate trattative fra i vari pretendenti e il braccio destro finanziario di Massimo Ferrero, il commercialista veneziano Gianluca Vidal, che lo ha pilotato dal gennaio del 2020 nei tortuosi meandri dei concordati preventivi di Eleven Finance e Farvem, le sue imprese proprietarie rispettivamente di catene di cinema a Roma e Pontedera e di condomini popolari nella borgata romana di Torrespaccata. Ammontano a 160 milioni di euro i debiti accumulati dalle due aziende e nonostante i contorsionismi, le tattiche dilatorie, i rinvii escogitati per guadagnare tempo, adesso la campana dell’ultimo giro è suonata. Ferrero deve far fronte all’’impegno da egli stesso sollecitato aprendo la strada ai concordati. Come? Cedendo l’unica creatura del suo zoo-safari ancora valutabile in termini di assets attivi: la Sampdoria, appunto.
FERRERO VIEPRETTA SAMP JUVE
Ci sono dunque in pole position un fondo di investimenti Usa, un investitore arabo e un outsider (o underdog, detto all’americana) anch’egli americano, già ben noto sotto la Lanterna: quel Jamie Dinan, proprietario del fondo di investimento York Capital, che in compagnia del socio estemporaneo Alex Knaster (proprietario del fondo Pamplona e oggi padrone del Pisa calcio), nel 2019 aveva “chaperonato” la cordata che arrivò ad un soffio dal diventare padrona della Sampdoria. Al vertice della nuova società blucerchiata si darebbe insediato Gianluca Vialli e il nome dell’attuale capo delegazione della Nazionale adesso torna di prepotenza a galla.
ferrero sotto la curva samp napoli
Se la cessione col fondo americano andrà in porto nella settimana corrente (la deadline è quella) Vialli sarà l‘alfiere della nuova Sampdoria. E con lui sbarcheranno sotto la Lanterna altri reduci della Samp d’oro scudettata. Forse qualcuno dello staff azzurro di Roberto Mancini, ma non il ct che ha firmato con la Federcalcio fino al 2026. Il sogno di rivedere in blucerchiato i Gemelli del gol resta per ora nel cassetto.
L’affare col duo Dinan-Knaster nel 2019 naufragò giusto sul filo di lana, Ferrero tenne duro rifiutando due successive offerte. la prima di 75 milioni, la seconda di 58, denaro cash che si sarebbe messo in saccoccia. Troppo forte la voglia di restare nel circo del pallone per l’ex factotum del mondo del cinema, produttore di lontane pellicole dimenticate, risorto a nuova vita professionale grazie ai colori blucerchiati; proiettato nella dimensione di personaggio pubblico dal rutilante ancorché effimero circo Barnum del pallone.
massimo ferrero viperetta
Chi glielo faceva fare di mollare quell’osso carnoso che gli aveva garantito notorietà, comparsate televisive a raffica, interviste, imitazioni (memorabile quella di Maurizio Crozza…) e soprattutto un lauto stipendio (siamo a un milione e 400 mila euro all’anno)? Proprio negli stessi giorni dell’estate di due anni fa era sfumato il sogno di prendersi il Palermo (con i soldi incassati per la Sampdoria), che lo avrebbe costretto a lasciare la Lanterna per il Monte Pellegrino. Dunque, no a Dinan e Knaster e no a Vialli. Senonché tutti i tempi arrivano e ora per Ferrero è arrivato il tempo di lasciare a malincuore la ribalta inopinatamente guadagnata in virtù dell’inverosimile cadeau ricevuto dalla famiglia Garrone-Mondini.
er viperetta ferrero foto mezzelani gmt
I due pretendenti più forti, il fondo di investimento Usa (in pole position) e l’arabo, hanno siglato un patto di riservatezza e difatti i loro nomi non filtrano. La doppia trattativa è attiva con loro, su due tavoli. Domani mattina è in agenda un appuntamento con i rappresentati del fondo Usa, che ha pronti alcuni progetti di investimenti immobiliari nelle due Riviere- Se diverrà il proprietario della Sampdoria, ne parlerà con le amministrazioni pubbliche interessate, Regione Liguria in testa.
Un terzo tycoon americano, un magnate della costa Ovest grande amico di Donald Trump, che asseriva di voler investire 650 milioni di dollari sulla Sampdoria e di voler avviare grandi progetti immobiliari sulla città - a cominciare dalla costruzione del nuovo stadio sul mare della Sampdoria - si è messo in stand by per ragioni personali e pare abbia rivolto le sue attenzioni al Lugano calcio. In Canton Ticino vorrebbe creare una scuola calcio attingendo giovani dal Sudamerica e dall’Africa.
Dinan starebbe sull’uscio, orientato ad attendere la definizione ufficiale dei concordati, insomma l’omologa del tribunale.
ferrero
A costo di correre il rischio di restar tagliato fuori dai giochi se il fondo Usa o il misterioso arabo chiudessero l’affare in pochi giorni. Come appare probabile. Lo scoglio ultimo è rappresentato dalla buonuscita milionaria (si parla di 40 milioni di euro addirittura) che Ferrero pretende. Ferrero da giocatore di poker punta tutto sul questa casella ma deve stare attento a non tirare troppo la corda. Se saltasse la trattativa in corso i creditori di Ef e Farvem potrebbero far saltare i concordati e dirottare la pratica verso il fallimento, che travolgerebbe anche la Sampdoria. La buonuscita a Ferrero è dunque l’ultimo decisivo ostacolo al passaggio di proprietà del club. Anche la trattativa con Vialli si era incagliata sulla buonuscita. La richiesta di Ferrero era stata di 9 milioni di euro.
massimo ferrero si siede sulla scalinata di piazza di spagna 5
Se in settimana viceversa si troverà l’accordo, l’annuncio della cessione verrà diffuso dopo la finale di Wembley e si capisce perché. Vialli a quel punto sarà libero di iniziare la nuova avventura con la Sampdoria. Quanto si dovrà sborsare per prendersi la Sampdoria? Proviamo a fare un po’ di conti. Alla fine di maggio scorso il tribunale fallimentare di Roma ha dato il via libera ai concordati preventivi per EF e Farvem, fissando una cifra vicina ai 20 milioni di euro da destinare ai creditori delle due aziende: precisamente 17,5 milioni (più altri 2,5 milioni per evitare azioni di risarcimento danni o penali verso gli amministratori, la figlia e il nipote di Massimo Ferrero). La vendita dei cinema e degli alloggi permetterà di raggiungere la cifra totale, stimata di 40 milioni di euro da destinare ai creditori: giusto un quarto dei loro crediti. Con i concordati di solito va così.
La Sampdoria era stata inserita in un trust con Vidal trustee, ossia responsabile del trust, e posta a garanzia dei concordati. Dalla cessione del club blucerchiato dunque, in mancanza di altri apporti finanziari (improbabili per non dire impossibili vista la situazione economica di Ferrero), devono saltare fuori i 17,5 milioni di euro indicati dal tribunale. Per perfezionare la procedura di legge bisognerebbe attendere l’ok dei creditori alla pronuncia del tribunale e la successiva omologa del tribunale. Passerebbero mesi e i principali creditori hanno fretta. Informalmente hanno fatto sapere ai giudici di essere favorevoli alla definizione immediata della cessione. La finanziaria svedese Hoist e L’Erario (ossia il fisco italiano) detengono il 60% del debito di EF e Farvem e il loro giudizio è dirimente.
viperetta ferrero
Quindi avanti a tutta forza con la trattativa “libera” ma fino ad un certo punto: Ferrero (o meglio il trustee Vidal, incaricato per legge delle trattative) possono procedere alla vendita della Sampdoria purché l’incasso copra quei famosi 17,5 milioni. Il resto, se ci fosse, andrebbe in tasca a Ferrero. Legittimamente. Se teniamo per buona la voce dei 40 milioni di buonuscita, ci avvicineremmo ad una valutazione complessiva della Sampdoria attorno ai 160 milioni. Troppi: più realistico immaginare un closing fra i 140 e i 150 milioni di euro. La situazione debitoria del club infatti sfiora i 100 milioni di euro; quasi 50 (47 per l’esattezza) sono stati accesi da giugno a dicembre 2020 attraverso prestiti garantiti dalla Sace, ossia dallo Stato. Il Covid19 ha colpito duro e fatto saltare preventivi di spesa e conti.
viperetta ferrero
La Sampdoria ha chiuso l’ultimo bilancio con quasi 15 milioni di passivo di esercizio e ha visto crollare il valore della produzione da 129 milioni e 76 milioni di euro. Non c’è più trippa per i gatti per “li presidente operaio” (Ferrero si era definito così) e dunque tutti seduti al tavolo a scoprire le carte: quale dei pretendenti si accinge a fare l’offerta migliore per il Viperetta? L’americano pare in leggero vantaggio sull’arabo.
Come si uscirà dall’impasse-buonuscita? La ricostruzione più accreditata suggerisce questo schema: Ferrero va sul mercato e vende un paio di calciatori fra Damsgaard, Audero, Thorsby, Jankto, Colley, Bereszynski, Augello, raggranella 25-30 milioni di euro e mettendo in cassa quel contante alleggerisce la situazione del prossimo bilancio, consentendo all’acquirente di aumentare l’offerta cash. Da lì, uscirebbe anche la buonuscita agognata dal presidente. Magari con un aiutino erogato dalla famiglia Garrone… Che sorveglia in assoluta discrezione lo sviluppo della trattativa e dirà la sua al momento del closing.
ferrero
Ancora aperta la formula: cessione diretta in accordo bonario con l’ok del giudice e l’accordo di tutte le parti oppure accordo preliminare con closing rimandato di qualche mese e versamento di una caparra, del 30% sul totale. In questo ultimo caso Ferrero resterebbe formalmente al timone della Sampdoria per alcuni mesi. La corrente settimana sarà decisiva per scrivere i destini della Sampdoria. Se la trattativa, anzi le trattative saltano, Ferrero andrà avanti con le proprie forze che sono assai modeste. Con D’Aversa allenatore appena annunciato ufficialmente (martedì la presentazione) e probabilmente con Faggiano dg con ampi poteri di mercato, comandato a sacrificare i migliori galli del pollaio. Ma quella Sampdoria avrà poca vita davanti.
viperetta ferrero a domenica in
Nel giro di qualche mese i concordati concluderanno il proprio iter. Se arrivasse l’omologa di fronte ad un’offerta congrua (i 17,5 mln di euro) Ferrero sarebbe costretto (e non più libero) a vendere la Sampdoria. In caso di bocciatura dei concordati invece per EF e Farvem si aprirebbe il baratro del fallimento che inghiottirebbe anche la Sampdoria. In questo ultimo caso, Ferrero perderebbe tutti suoi averi senza incassare un solo euro. Vorrà correre questo rischio? Pochi giorni e sapremo.