Da Circo Massimo - Radio Capital
gentiloni calenda
Dimissioni per decoro. Nelle ultime settimane si è più volte prospettato un passo indietro del ministro dell'economia Tria: a Circo Massimo, su Radio Capital, Carlo Calenda ammette che "sarebbe più decoroso". "Non può andare avanti in una situazione in cui hai Di Maio che dice intervieni nell'Alitalia, dove dopo nove miliardi di euro buttati ci prepariamo a buttarne altri, parlando a nome del tesoro", continua Calenda, "Penso che Tria sia una bravissima persona, ma è stato smentito troppe volte. Abbiamo bisogno di qualcuno che quando va a parlare con gli investitori o con l'Europa abbia un minimo di consistenza". Parlando di manovra, Calenda non si dice preoccupato dal deficit: "Piuttosto, dal caos. C'è un grado di confusione straordinario.
È una manovra con numeri falsi sulla crescita, sul deficit e sulle coperture. Puoi fare il deficit che ti consente di continuare a vendere il tuo debito, ma lo devi fare in modo serio, altrimenti fai spaventare gli investitori", chiarisce Calenda, "In questa manovra succede l'opposto. Nessun grande paese ha visto questa confusione, un po' per imperizia, un po' perché non riescono a far quadrare i conti di promesse che hanno fatto e non riescono a rispettare. Il primo dovere di un governo è tenere in sicurezza il paese, e loro non lo stanno facendo".
carlo calenda in diretta televisiva
E, aggiunge l'ex ministro, più che per la reazione dell'Unione Europea c'è da stare in pensiero per quella dei mercati: "Noi abbiamo un debito da vendere, che viene venduto a risparmiatori di altri paesi. Come si fa a pensare di convincerli a comprare il debito se non siamo in grado di fare le addizioni? Gli raccontiamo che il prossimo anno avremo una crescita che sarà il doppio di quella stimata: pensiamo davvero di essere più furbi di tutti?". Titoli di stato che, comunque, Calenda comprerebbe "non perché lo dice Di Maio, ma perché ritengo che c'è una forza sociale e industriale importante in questo paese. Se chiedi di farlo per patriottismo, le persone si preoccupano".
CARLO CALENDA EMMA BONINO
Eppure il governo continua a crescere nei consensi, aiutato anche dagli errori fatti dai progressisti che, riconosce Calenda, "hanno negato la paura e semplificato tutto. Questi per la prima volta hanno detto 'cambiamo tutto', anche se poi finiamo nel baratro. Il centrosinistra deve fare un progetto all'altezza di questa situazione storica, essendo pronti a cambiare tutto". Per questo nel PD "va costruito un programma che sia in discontinuità, non perché si è governato male ma perché i mezzi da mettere in campo sono enormi, e bisogna unire dai socialdemocratici ai liberaldemocratici passando per i cattolici popolari. Al di là delle persone".
giovanni tria
Per questo, continua l'ex ministro, "se si crea quello che io chiamo fronte repubblicano, e lo facciamo alle elezioni europee per difendere i nostri valori, secondo me possiamo riconquistare un pezzo di elettorato importantissimo. Che il segretario sia Minniti o Zingaretti o chi altri". Ma il leader, secondo Calenda (in libreria con "Orizzonti selvaggi", edito da Feltrinelli), ha un nome e un cognome: "Secondo me Gentiloni dovrebbe lasciare il Parlamento e guidare questo fronte.
È la persona più autorevole, ha fatto bene, è rassicurante, è stato in grado di prendere decisioni dure. Ma si deve rendere conto che le idee devono essere profondamente innovative, che deve cambiare tutto". Ma, insiste, "il problema della leadership del PD è secondario. È un passaggio, le primarie vanno fatte, ma non è conclusivo. Appoggerò chi avrà chiara la prospettiva che non va difeso quello che resta del PD ma va rilanciato un grande movimento progressista". Alla rinascita del PD "deve partecipare anche Matteo Renzi, se sa giocare senza pretendere di essere sempre il leader". Pentito di aver preso la tessera del PD? "Credo che bisogna spingere il PD ad andare verso un soggetto più ampio", conclude Calenda, "E per farlo bisogna essere all'interno e far le proprie battaglie".
LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE