ALESSANDRO BARBERA per la Stampa
CARLO CALENDA
Carlo Calenda è in giro per la Lombardia. Fa dibattiti, vede imprenditori delusi dal governo. Il pessimo risultato del suo candidato anti-Emiliano - Ivan Scalfarotto - non lo smuove di un millimetro. Calenda, in Puglia un disastro. «Purtroppo. La Puglia è governata da un satrapo senza scrupoli che compra consensi a suon di assunzioni». Le è andato male anche il referendum.
La sua piccola forza politica era l'unica compattamente per il no.
calenda
«Non è andata così male. All'inizio nessuno avrebbe scommesso sul trenta per cento dei no. Fra di loro ci sono molti elettori del Pd. Sarò il portavoce di questo scontento».
Ora occorre fare la legge elettorale. Con meno deputati, partiti come il suo hanno meno chance di entrare in Parlamento.
«Arriverà una legge con soglia alta di sbarramento. Per me va benissimo». Non sarebbe ora di andare a nozze con Renzi? Siete due partiti molto simili. «Per nulla. Renzi è organico al governo, e poiché la politica è fatta di atti e non di parole finché lo sosterrà non c'è nessuna convergenza possibile».
Calenda, lo ammetta: questa è la vittoria dell'asse Pd-Cinque Stelle che lei ha sempre avversato. Piaccia o no, è una vittoria limpida del leader Zingaretti.
emiliano calenda 1
«Se vincere significa abbandonare le proprie idee e consegnarsi mani e piedi ai Cinque Stelle, sì, Zingaretti ha vinto. Per tornare da dove siamo partiti: molti in Puglia hanno votato Emiliano per fermare le destre, peccato non si siano accorti che hanno votato un Caudillo sudamericano».
Zingaretti chiede unità ma l'unica Regione in cui si è presentato coi Cinque Stelle ha perso. Quanto durerà ancora il Conte due?
«Moltissimo, almeno fino alla scelta del prossimo presidente della Repubblica. Ora che hanno la scusa di gestire la riforma costituzionale e la legge elettorale non schiodano fino al 2023».
emiliano calenda
E la cosa la preoccupa? Non ci sono molte alternative a questo governo. L'emergenza Covid ha convinto gli italiani a dargli ancora fiducia. O no?
CARLO CALENDA E IL CAMPIDOGLIO
«Hanno il diritto di andare avanti e di essere giudicati dagli elettori al momento opportuno. Ma oggi discutevo con alcuni imprenditori del nuovo fondo per le piccole e medie imprese gestito da Invitalia: ha un patrimonio di quattro miliardi ma non lo userà nessuno. Troppa burocrazia».
Dall'altra parte c'è Luca Zaia,al terzo mandato con numeri bulgari. Se fosse veneto l'avrebbe votato?
«No».
Eppure ha proposto di aprire un dialogo. Lo conferma?
«Confermo che se ci fosse la necessità di un governo di larghe intese e la Lega fosse guidata da uno come lui bisognerebbe farlo, sì».
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