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    “NON POSSO MANDARE IN EUROPA UNO COME RENZI CHE PRENDE SOLDI DA BIN SALMAN” - CALENDA NON VUOLE SAPERE DI INTESE CON MATTEONZO E RESTA SOLO: “HO GIÀ SUPERATO IL LIMITE ETICO QUANDO HO FATTO L’ACCORDO CON RENZI ALLE POLITICHE. NON HO INTENZIONE DI SUPERARLO UN’ALTRA VOLTA. MI SPIACE PER BONINO MA LA LISTA CON GLI IMPRESENTABILI CUFFARO IN SICILIA E IL FIGLIO DI GIGGINO ‘A PURPETTA IN CAMPANIA, NON LA FACCIO


     
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    Stefano Cappellini per “la Repubblica” - Estratti

     

    CARLO CALENDA E MATTEO RENZI CARLO CALENDA E MATTEO RENZI

    «Io ammetto i miei errori. Per irrequietezza ho già superato il limite etico quando ho fatto l’accordo con Renzi alle Politiche. Non ho intenzione di superarlo un’altra volta». E questo si era capito, forse: stavolta Carlo Calenda non cambia idea. Nella lista Stati Uniti d’Europa, cartello elettorale figlio dell’accordo tra Emma Bonino, Matteo Renzi e altre liste minori, Calenda non entrerà. Alle Europee correrà con Azione, il suo partito. Se candidato in prima persona, non si sa: «Devo davvero decidere, avevo proposto a tutti i leader di desistere, ora ho bisogno di valutare».

     

    Sugli sviluppi di questa disfida del centro, la faida del fu Terzo Polo, la rissa dei liberali, per molti semplicemente la guerra Renzi-Calenda, ci sono due scuole di pensiero. La prima, favorevole a Calenda, dice: stavolta tocca a Bonino farsi fregare da Renzi. La seconda, meno favorevole, dice: Calenda s’è fatto fregare un’altra volta, Renzi insieme a Bonino si piglia il quorum — serve raggiungere la soglia del 4 per cento per eleggere eurodeputati — mentre Azione resta a mani vuote.

     

    CARLO CALENDA E MATTEO RENZI CARLO CALENDA E MATTEO RENZI

    Gli ancor meno favorevoli ci mettono un carico. Dicono: Calenda paga il conto delle sue giravolte, se non si fosse rimangiato l’accordo con il Pd di Enrico Letta, non sarebbe caduto in braccio a Renzi, eccetera eccetera. Tra una versione e l’altra, resta la domanda: ma com’è che Bonino ha preferito Renzi a Calenda?

     

    «Emma è ancora arrabbiata con me perché mi rimprovera di averle fatto perdere il seggio in Senato», dice Calenda a Repubblica . Nel 2022 Calenda era candidato nello stesso collegio romano della leader radicale, vinto dalla candidata meloniana.

     

    TEMPTATION ISLAND - MEME BY EMILIANO CARLI TEMPTATION ISLAND - MEME BY EMILIANO CARLI

    Prima del voto ci fu una rottura tra Azione e Più Europa, una delle tante nell’area, e la cosa non è certo finita lì. Dice Bonino: «Calenda ha scelto di tirarsi fuori per motivi che non so e non mi interessano, ma mi pare un grande errore. La porta rimane aperta fino all’ultimo, gliel’ho detto fino allo sfinimento. Anche quando, venendomi a trovare, ha sostenuto di avermi chiesto scusa migliaia di volte in pubblico e in privato per l’errore di aver rotto due anni fa, cosa che non mi risulta».

     

    Ci mancavano, le scuse fantasma. Insomma, Calenda, com’è andata? «Certo che sono andato a casa sua, certo che abbiamo parlato di quello che è successo due anni fa. In più, ho rilanciato sulla necessità di fare l’accordo tra Azione e Più Europa, senza Renzi né i partitini impresentabili come la nuova Dc di Cuffaro. Lei mi ha detto: no, devi entrare anche tu, perché questa melma la dobbiamo gestire insieme. Ma io ho già dato e la lista con Cuffaro in Sicilia e il figlio di Giggino ‘a purpetta in Campania, non la faccio».

     

    Nelle sue dichiarazioni pubbliche il leader di Azione ha detto che, per via di queste alleanze certo discutibili, la lista degli Stati Uniti d’Europa ha scelto di imbarcare «la cultura della mafia». Clemente Mastella, uno dei possibili imbarcati, ha già fatto sapere che vuol portare Calenda in tribunale. Ma non sono Cuffaro e Mastella il problema principale.

    «Non posso mandare in Europa uno come Renzi che prende soldi da bin Salman in violazione dei codici etici dell’Europarlamento», spiega Calenda. L’obiezione è facile: Renzi li prendeva anche quando siete entrati a braccetto in Parlamento. «Prima delle Politiche mi sono ritrovato in una strettoia, non avevo le firme e ho dovuto fare l’accordo con Italia viva. Ora non ho alcuna ragione per ripetere lo sbaglio».

     

    Una ragione sarebbe non rischiare di disperdere sotto il quorum i consensi degli uni degli altri facendo peraltro un grosso favore a Giorgia Meloni, che vedrebbe aumentare gli eletti a Strasburgo. Secondo un sondaggio c’è già stato il sorpasso: Renzi-Bonino sopra il 5 e Azione sotto il 4. «L’ultimo sondaggio di Alessandra Ghisleri ci dà entrambi sopra il quorum.

    matteo renzi e carlo calenda si evitano al meeting di renew europe matteo renzi e carlo calenda si evitano al meeting di renew europe

     

    Comunque decideranno gli elettori se premiare la serietà delle nostre candidature o la lista Renzi-Cuffaro ». E snocciola alcuni nomi in lista per Azione: l’ex capo di Stato maggiore, generale Vincenzo Camporini, Mario Raffaelli, inviato Onu in Africa, Alessio D’Amato, l’ex assessore dem alla Sanità del Lazio.

     

    I renziani si dicono certi che Azione si arenerà alle Europee e Mara Carfagna lascerà Calenda per tornare in Forza Italia. E che il Pd sarà costretto a trattare l’alleanza con chi ha preso i voti, cioè Renzi. I calendiani smentiscono le voci sul malessere delle ex ministre azzurre e sostengono che Renzi ha giocato sporco fin dall’inizio della legislatura, quando l’ex presidente del Consiglio ha garantito a Ignazio La Russa i voti decisivi per diventare presidente del Senato in cambio dell’elezione di Maria Elena Boschi a presidente della commissione di Vigilanza Rai, poi saltata — raccontano ancora — per il no di Meloni.

    MEME SU MATTEO RENZI CARLO CALENDA 3 MEME SU MATTEO RENZI CARLO CALENDA 3

     

    Calenda, ma è così?

    «Chiedetelo a Meloni e La Russa», è la risposta. Aggiungono che il piano di Renzi era offrirsi alla maggioranza dopo le Europee, e che per questo, ben prima di Bonino, aveva cercato Forza Italia per allearsi alle Europee. Calenda, ma è così? «Chiedetelo a Forza Italia». I renziani, d’altra parte, sostengono che Calenda ha infiltrato Federico Pizzarotti, l’ex sindaco grillino di Parma e ora presidente di Più Europa, apposta perché impedisse l’accordo tra gli ex radicali e Italia viva.

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