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    CALENDA LANCIA IL SASSO NELLO STAGNO E PROVOCA UNA MAREA – IL “CHURCHILL DEI PARIOLI” SPARA IL NOME DI LETIZIA MORATTI COME CANDIDATA DEL CENTROSINISTRA A GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA E PROVOCA MAL DI PANCIA A DESTRA E A SINISTRA: “SAREBBE UN’OTTIMA CANDIDATA. LO FAREBBE MOLTO BENE”. LEI RINGRAZIA, MA ENRICHETTO LETTA FRENA: “DISCUTEREMO DI CANDIDATURE DI CENTROSINISTRA” – E IL CENTRODESTRA MUGUGNA ALL’IDEA CHE LA MORATTI POSSA ESSERE IN COMPETIZIONE CON ATTILIO FONTANA CHE, INFATTI, SI INCAZZA: “CALENDA CHIEDERÀ DI ENTRARE NEL CENTRODESTRA…”


     
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    Maurizio Giannattasio per il “Corriere della Sera”

     

    carlo calenda a l'aria che tira carlo calenda a l'aria che tira

    Il sasso nello stagno è stato lanciato e a giudicare dall'effetto provocato ha colpito nel segno. Prove di terzo polo. Carlo Calenda in visita al Salone del Mobile a Milano saggia il terreno e lo fa nella maniera più dirompente possibile lanciando la candidatura per il centrosinistra di Letizia Moratti, attuale vicepresidente della giunta governata dal leghista Attilio Fontana, a governatore della Lombardia.

     

    «Ci sono persone di grandissima qualità anche nel campo avverso, Letizia Moratti sarebbe ottima candidata a fare il presidente della Regione. Lo farebbe molto bene - ha detto il leader di Azione che subito dopo ha aggiunto -. Abbiamo fatto un nome che per noi è molto valido, Carlo Cottarelli, se la sinistra deciderà invece di andare verso un nome molto spostato a sinistra noi rifletteremo su una candidatura terza».

    LETIZIA MORATTI LETIZIA MORATTI

     

    Moratti ringrazia, conferma il dialogo con Calenda e lascia aperta la porta. «Ci sono diverse ipotesi e riflessioni in corso, tutte con l'obiettivo di una politica del fare che dia risposte concrete ai bisogni e alla qualità di vita dei cittadini. Riflessioni e ipotesi in corso che non sono solo le mie».

     

    carlo calenda carlo calenda

    Un rimescolamento di carte che ha provocato mal di pancia sia nel centrosinistra sia nel centrodestra. Il primo a bocciare un'ipotesi del genere è stato il sindaco di Milano, Beppe Sala: «No al totonomi. Quello che ci occorre è trovare un candidato in tempi rapidi». Subito dopo è toccato al segretario del Pd, Enrico Letta, anche lui ieri in visita al Salone: «Noi stiamo discutendo delle candidature, discuteremo di candidature ovviamente di centrosinistra. Non è nostra abitudine andare a individuare candidature dall'altra parte». Poi l'affondo: «Vedo che le destre in questa campagna elettorale l'hanno fatto. Noi di solito non facciamo così e non faremo così. Sceglieremo e discuteremo con tutti gli alleati, sarei felice di discutere con Calenda compreso, di una candidatura di centrosinistra vincente, competitiva».

    ENRICO LETTA AL DEM FESTIVAL DI EMPOLI ENRICO LETTA AL DEM FESTIVAL DI EMPOLI

     

    In primo piano ci sono le Regionali, ma è chiaro che il discorso riguarda in primis le Politiche e la tenuta di quel campo largo propugnato e sostenuto con forza da Letta. Saranno proprio le Politiche il discrimine. Quello che sarà deciso a livello nazionale ricadrà inevitabilmente sulle alleanze alle Regionali. Ma l'uscita di Calenda sta creando qualche problema anche nel centrodestra. Non fosse altro perché riporta in primo piano la figura di Letizia Moratti che per la prima volta non esclude una sua possibile discesa in campo.

     

    carlo calenda carlo calenda

    Sia come candidata di un terzo polo lontana dai sovranismi e dai populismi, ma anche come potenziale alternativa ad Attilio Fontana, riaprendo così la partita del candidato del centrodestra che a oggi non si è ancora chiusa del tutto, nonostante il leader della Lega Matteo Salvini abbia ripetuto più volte il suo endorsement alla riconferma di Fontana. «Vuol dire che Calenda chiederà di entrare nel centrodestra, e la cosa mi fa piacere - ironizza il governatore lombardo -. A me risulta che normalmente deve essere il centrodestra a decidere chi sarà l'ottimo candidato».

     

    attilio fontana e letizia moratti attilio fontana e letizia moratti

    Ma il vero messaggio alla sua coalizione arriva subito dopo: «Il vero valore è l'unità del centrodestra. Questo è l'unico punto di riferimento. Poi i nomi non contano più di tanto. È il centrodestra che deve esprimersi, essere compatto e candidare una persona che ritenga capace, chiunque essa sia». A oggi, complice le frizioni in altre regioni, quella compattezza non si è ancora palesata e una risposta corale non è ancora arrivata.

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