Michelangelo Cocco per “il Messaggero”
kaing guek eav il compagno duch 1
Dei circa 15 mila internati nella prigione cambogiana di Tuol Sleng (nome in codice S-21) ne sopravvissero soltanto 12, sette adulti e cinque bambini. Ma quando, nel 2010, venne interrogato dal tribunale istituito dalle Nazioni Unite in quanto comandante di quel carcere della morte, il compagno Duch provò a cavarsela sostenendo che lui si era limitato a «seguire scrupolosamente gli ordini» e perciò suscitando l'indignazione di milioni di cambogiani che seguivano il processo chiese di essere assolto.
i resti delle vittime del regime di pol pot al kampong ta long village
Il compagno Duch al secolo Kaing Guek Eav - principale boia di Pol Pot nonché primo funzionario dei khmer rossi a finire sotto processo, è morto ieri all'età di 77 anni nell'Ospedale dell'amicizia sovietica della capitale Phnom Penh mentre scontava una condanna all'ergastolo comminatagli nel 2012 per le atrocità commesse durante il regime dei khmer rossi (1975-1979), quando furono uccisi fino a 2 milioni di cambogiani, ¼ dell'intera popolazione del paese del Sud-est asiatico.
pol pot
Ex insegnante di matematica, Duch era stato arrestato nel 1999, mentre lavorava sotto falso nome per un'agenzia di aiuti. Era stato giudicato colpevole di omicidio di massa, tortura e crimini contro l'umanità per il suo lavoro a Tuol Sleng, un ex liceo trasformato in centro di interrogatori già nell'aprile 1975, quando Pol Pot e compagni presero il potere.
Il 17 aprile il leader del Partito comunista cambogiano e i suoi khmer rossi entrarono trionfanti a Phnom Penh. Subito dopo iniziarono a svuotare la capitale dei suoi abitanti, costringendoli a lavorare nei campi per dar vita a un regime socialista autarchico che si sarebbe rivelato una delle tragedie più immani del Novecento. Quel governo mandò a morte ricchi, ladri, monaci buddisti, intellettuali e khmer rossi traditori.
il museo del genocidio a pnom penh
Un genocidio nell'ambito del quale Tuol Sleng rappresentò uno dei 150 luoghi deputati alle torture e alle esecuzioni di massa. Nella famigerata S-21 a torturatori adolescenti veniva ordinato di «fare a pezzi» i traditori e i controrivoluzionari, cioè chiunque fosse dietro le sbarre perché si era opposto al regime. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, Duch era ossessionato dall'ordine, e tutto era organizzato alla perfezione nella sua scuola-prigione.
kaing guek eav il compagno duch
Vi lavorarono oltre 1.500 impiegati. Gli interrogatori utilizzavano le tecniche più brutali per estorcere confessioni. Oggi l'ex liceo di Phnom Penh è stato trasformato in memoriale. Le foto segnaletiche delle migliaia dei detenuti vittime della furia assassina dei khmer rossi esposte lungo i corridoi dell'ex prigione. Chum Mei - uno dei sopravvissuti alla «S-21» - vi venne internato il 28 ottobre 1978. «Riuscivo a sopportare il dolore delle percosse e perfino l'estrazione delle unghie, ma ero terrorizzato dall'elettroshock» ha raccontato alla Bbc.
Le scosse elettriche venivano somministrate attraverso elettrodi piazzati nelle orecchie, per questo l'ex prigioniero è rimasto sordo. «Attraversando i corridoi vuoti di Tuol Sleng la frase di Stalin secondo cui una morte è una tragedia, un milione di morti sono una statistica acquista una potenza terrificante», ha sostenuto Nic Dunlop, il fotografo che scovò Duch nel 1999 presso il confine con la Thailandia, dove ancora si nascondeva vent' anni dopo il crollo del regime.
fosse comuni in cambogia
IL SOPRAVVISSUTO
Norng Chan Phal, tra i pochissimi sopravvissuti a Duch, era soltanto un bambino quando venne rinchiuso nelle celle della S-21 assieme ai suoi genitori, sospettati di legami con il Vietnam, che invadendo militarmente la Cambogia alla fine del 1978, rimosse dal governo i khmer rossi. La madre e il padre furono torturati e uccisi, mentre Norng Chan Phal poté testimoniare al processo, nel 2010.
museo tuol sleng
«Duch si dimostrò collaborativo, parlò in maniera franca ai giudici - ha ricordato Chan Phal - Chiese scusa. Ma la giustizia non è ancora fatta». A oltre 40 anni dalla caduta del regime di Pol Pot, il Tribunale speciale è ufficialmente ancora operativo ma, di fatto, fermo, mentre tanti criminali restano a piede libero.
pol pot pol pot ospedale dell'amicizia sovietica a pnom penh