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    CAMERE CON SERVIZI - GIRA E RIGIRA QUANDO SI PARLA DI GIUSEPPE CONTE CI SONO SEMPRE DI MEZZO GLI 007 - NEL NUOVO LIBRO DI BRUNO VESPA LA RIVELAZIONE SULL'AGENTE DELL'INTELLIGENCE CHE TENTÒ DI CONVINCERE LORENZO CESA, APPENA PERQUISITO DALLA DDA DI CATANZARO, A FAVORIRE LA NASCITA DEL CONTE-TER: "QUESTA COSA SI RISOLVE, MA CERCA DI COMPORTARTI CON SAGGEZZA" - LE ACCUSE DI MASSIMO GIANNINI A CONTE E VECCHIONE, IL CAPO DI GABINETTO DELL'AISE ALL'INCONTRO CON LUCA DI DONNA, IL RUOLO DI MARCO MANCINI, LE RIVELAZIONI DI BENOTTI SU ARCURI E LA SPIFFERATA DAI SERVIZI…


     
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    Claudio Antonelli per "la Verità"

     

    giuseppe conte gennaro vecchione giuseppe conte gennaro vecchione

    Il libro di Bruno Vespa (Perché Mussolini rovinò l'Italia e come Draghi la sta risanando) fa emergere un altro fantasma del Conte ter e del probabile uso dei servizi e delle agenzie di intelligence per stringere nuove alleanze dentro e fuori il Parlamento. A sottolineare la paginetta è un articolo di Antonio Polito pubblicato, o meglio imboscato, dal Corriere della Sera. Nelle poche righe si racconta la vicenda giudiziaria di Lorenzo Cesa, già deputato ed europarlamentare dell'Udc. Il centrista decise di dire no alle offerte di Conte, motivando il diniego in un modo molto semplice. Niente supporto, senza prima aprire una crisi di governo.

     

    lorenzo cesa lorenzo cesa

    «Cinque giorni dopo», si legge nel testo, «uomini della Dda di Catanzaro coordinati dal procuratore Nicola Gratteri perquisiscono l'abitazione romana di Cesa contestando l'accusa di associazione per delinquere». Fatto fin qui pubblico e avvenuto il 21 gennaio. Fatto di cui lo stesso Gratteri parla in almeno due interviste, spiegando che le tempistiche sono state dettate da esigenze investigative e che comunque lo stesso Cesa aveva già pubblicamente fatto sapere di non voler sostenere un eventuale Conte ter. Come dire, nessuna interferenza politica. Il fatto nuovo è però riportato poche righe sotto.

     

    intervento di massimo giannini (1) intervento di massimo giannini (1)

    «Subito dopo la perquisizione, il segretario dell'Udc riceve la visita di un agente dei servizi che conosceva da tempo che gli avrebbe detto più o meno: non preoccuparti, questa cosa si risolve, ma cerca di comportarti con saggezza». L'articoletto esplosivo ieri non ha suscitato reazioni. Cesa non ha replicato. Silenzio anche da parte di Conte. Eppure il direttore della Stampa, Massimo Giannini, aveva dedicato a metà gennaio un dettagliato articolo di accusa contro l'allora premier. Si descriveva un probabile utilizzo di alcuni generali della Gdf e di rappresentanti delle agenzie di intelligence per perorare la causa del terzo mandato.

     

    FRANCO GABRIELLI FRANCO GABRIELLI

    Palazzo Chigi smentì seccamente. Negando qualunque tipo di fondatezza. Giannini incassò facendo capire che sapeva altre cose e poi il mese successivo, il 13 per la precisione, a ricevere la campanella di Palazzo Chigi è ufficialmente Mario Draghi. Segue la nomina di Franco Gabrielli a sottosegretario con delega all'intelligence e a metà maggio il cambio di passo drastico al vertice del Dis, dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Gennaro Vecchione, uomo di fiducia di Conte, viene sostituito da Elisabetta Belloni.

    conte vecchione conte vecchione

     

    Con il trascorrere dei mesi da diverse inchieste giudiziarie o giornalistiche emergono pezzetti di notizie che ogni volta riportano a quell'editoriale di Giannini. Uomini vicini a Conte e Vecchione spuntano con costanza. Nell'inchiesta sulle presunte influenze di Luca Di Donna, ex partner di studio di Conte, è emerso il nome dell'allora capo di gabinetto dell'Aise, il generale Enrico Tedeschi.

     

    LUCA DI DONNA LUCA DI DONNA

    Presente insieme a un suo sottoposto a un incontro con un broker di mascherine cinesi. In un'altra inchiesta che riguarda Mario Benotti , mascherine cinesi e i rapporti con l'ex commissario Domenico Arcuri, è lo stesso Benotti a evocare i servizi quando afferma di avere avuto alert su possibili inchieste. La pax draghiana che ha sistemato con molta moral suasion anche la tensione che si era creata tra Lega e Fratelli d'Italia all'interno del Copasir ha avuto un effetto diretto anche su un'altra figura storica del Dis. Marco Mancini, celebre ai tempi di Pollari, è stato accompagnato alla porta dal neo direttore Belloni all'indomani di una inchiesta di Report che ha svelato un incontro tra lo 007 e il senatore Matteo Renzi.

     

    marco mancini marco mancini

    Un elemento che porta a unire i puntini e spiega quanto sia stata importante la delega ai servizi per l'intera durata del governo Conte e quanto impegno abbia messo Renzi nel far cadere l'esponente grillino. La notizia di Cesa non smentita è l'ultimo tassello. Almeno per ora. Per dire come il comparto sia con le orecchie alzate.

     

    Le fibrillazioni ieri sono derivate da un articolo pubblicato da Dagospia. Il sito ha riportato un comma finito in Gazzetta lo scorso 5 novembre lasciando intendere l'intenzione di Gabrielli di anticipare i pensionamenti per introdurre nuove leve. La notizia non appare fondata. Ma serve a misurare il polso. Comprensibile, quindi, che il governo Draghi voglia intervenire in modo selettivo con il bisturi, così come il nuovo presidente del Copasir abbia spiegato alla Verità in una intervista che il comitato si occupa di governo e di agenzie, non dei parlamentari.

     

    giuseppe conte gennaro vecchione giuseppe conte gennaro vecchione

    Sarebbe però interessante fare luce su quanto fatto da Conte per prorogare e nominare dirigenti. Lo stesso Mancini è stato in predicato di diventare vice di Vecchione. Bisognerebbe anche fare chiarezza su tutte le scelte attuate in contrasto con la legge statutaria del comparto. A chi tocca? Forse al Parlamento. Più che al Copasir. Per i motivi scritti sopra scritti.

     

    GIOVANNI CARAVELLI GIOVANNI CARAVELLI

    L'altroieri è stato audito dal Comitato il direttore dell'Aise, Giovanni Caravelli, su temi come Etiopia, sicurezza energetica e difesa europea. Sul tavolo sono finite anche domande sulle trasferte retribuite di Renzi all'estero. Tema non certo di competenza dell'Aise. Risultato? I giornali ci hanno titolato. Ma così il tema finisce nel nulla. Per questo e pure per i fantasmi del Conte ter sarebbe opportuno che il Parlamento dicesse la sua e chiedesse a chi di dovere.

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