DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
(ANSA) Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri presenta la sua giunta: sei uomini e sei donne, con la delega del Bilancio affidata a Silvia Scozzese, l'esperta di conti già con Ignazio Marino che incassa anche il ruolo di vicesindaco. Nell'esecutivo comunale sono presenti sia tecnici, sia politici in rappresentanza delle varie anime della maggioranza. Tre le caselle occupate dal Pd: Ambiente e rifiuti a Sabrina Alfonsi, Urbanistica a Maurizio Veloccia e Trasporti a Eugenio Patanè. Alla Cultura va Miguel Gotor.
Turismo, Grandi Eventi e Sport vanno a Alessandro Onorato, a Monica Lucarelli spettano Attività Produttive e Pari Opportunità. Andrea Catarci avrà la delega al decentramento, partecipazione, servizi al territorio per la città dei 15 minuti; Barbara Funari, al Sociale e alla Salute; Claudia Pratelli alla Scuola, Formazione e Lavoro; Ornella Segnalini ai Lavori Pubblici e alle Infrastrutture; Tobia Zevi al Patrimonio e alle Politiche abitative. I gli assessori "saranno nominati oggi stesso", dice Gualtieri.
(ANSA) Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri tiene per sè le deleghe all'Attrazione degli Investimenti, Clima, Partecipate, Personale, Pnrr, Relazioni Internazionali, Sicurezza, Transizione digitale e Università. Emerge durante la conferenza stampa di presentazione della giunta.
Lorenzo De Cicco e Francesco Pacifico per “il Messaggero”
Una giunta molto zingarettiana (ma il governatore dem ieri giurava: «Non ho dato suggerimenti»), con l'ex senatore bersaniano Miguel Gotor alla Cultura, storico come il neo-sindaco, e un'esperta di debiti per tenere le redini del Bilancio comunale, Silvia Scozzese, che trasloca in Campidoglio dalla task force Recovery messa in piedi da Draghi a giugno.
roberto gualtieri si affaccia dal campidoglio 5
Ore 15 di oggi, Roberto Gualtieri presenta la squadra con cui governerà Roma nei prossimi cinque anni. O almeno nel prossimo anno e mezzo perché nel Pd già parlano di un probabile rimpasto dopo le politiche del 2023, se qualcuno nel frattempo trasmigrerà in Parlamento. Il tetris della giunta romana non è chiuso, ma quasi.
«Faremo le ore piccole», dicevano ieri a Palazzo Senatorio, poco dopo le 22, mentre il sindaco era chiuso da ore nella sua stanza al primo piano vista Fori. Ballano ancora 2-3 poltrone, una è quella che spetta alla sinistra, spacchettata in varie micro-correnti, piuttosto agguerrite tra loro. Poi c'è una casella in quota Agorà di Letta, cioè un esterno al Pd, ma non troppo.
E un altro tecnico, probabilmente donna, per tenere fede alla promessa della giunta per metà rosa. Per il Pd il quadro è chiaro, ieri Gualtieri ha fatto i nomi al Nazareno. I tre assessori in pectore sono tutti di segno zingarettiano, il che lascia presagire una collaborazione forte con la Pisana (quella che è mancata con Raggi).
Eccoli allora, gli zingarettiani: Sabrina Alfonsi, ex minisindaca del Centro storico, che negli ultimi 5 ha svolto un ruolo di contraltare alla sindaca grillina nel famoso distretto della Ztl. Si occuperà di Ambiente, vale a dire delle due grandi emergenze cittadine, gli alberi che crollano perché nessuno li pota e la crisi dei rifiuti, vera grande priorità in questo primo scampolo di mandato per il sindaco.
Poi c'è Eugenio Patanè, che si trasferisce dalla Pisana di Zingaretti, dove era presidente della Commissione Mobilità: gestirà i trasporti e la grana Atac. Terzo innesto, Maurizio Veloccia, vice-capo di gabinetto di Zingaretti ed ex minisindaco del municipio di Corviale. Anche il capo di gabinetto di Gualtieri, Albino Ruberti, arriva dalla Regione. «Ma non esiste nessuna quota Zingaretti - assicura l'interessato, il presidente del Lazio - è la giunta di Gualtieri. Non ho dato suggerimenti, perché un grande sindaco si vede anche da come costruisce la squadra. Tutto il resto è gossip. O cattiverie».
I franceschiniani, altrimenti all'asciutto, avranno la presidenza dell'Assemblea capitolina, con Svetlana Celli. Ci saranno assessori civici, come Alessandro Onorato a Turismo, Grandi eventi e Sport; per il Commercio c'è Monica Lucarelli, ex presidente dei giovani imprenditori romani.
Il Bilancio come detto sarà affidato alla Scozzese, un ritorno: era stata, solo per un anno, assessore di Marino e poi commissaria del maxi-debito capitolino da 13 miliardi. La Cultura va a Gotor, vicino a Speranza, ma entrerà da tecnico (la sinistra ha fatto altri nomi). Al Sociale andrà invece Barbara Funari, vicina a Sant' Egidio.
IL DIALOGO APERTO
Il sindaco tenderà la mano alle opposizioni: avranno la presidenza di due commissioni speciali, create ad hoc. Una sarà la commissione Expo 2030, tema molto caro a Virginia Raggi, che siederà in Consiglio, ma non da capogruppo del M5S, che sarà Linda Meleo.
L'altra è la commissione per il Giubileo (oltre alla Trasparenza, che vorrebbe FdI). Organi più di controllo che di gestione, perché è ovvio che i dossier passeranno principalmente su altre scrivanie. Ma non è solo una mossa simbolica. «Le presidenze le sceglieranno le minoranze», garantiscono nello staff di Gualtieri, che mercoledì scorso ha incontrato Calenda, faccia a faccia «utile e cordiale». Primo segnale distensivo. Anche perché il leader di Azione lascerà il posto da consigliere, ma non subito. Tra qualche mese.
AMMUCCHIATA CAPITALE
Gianfranco Ferroni per tag43.it
«Facciamo come con il Copasir, la commissione parlamentare per la sicurezza, che viene assegnata all’opposizione»: la notte ha portato consiglio, e nel Pd romano ne sono convinti. Così, nell’attesa di assegnare le ultime caselle della giunta comunale della Capitale che mercoledì 3 novembre il neo sindaco di Roma Roberto Gualtieri comunicherà ufficialmente, ecco la svolta voluta per includere anche Virginia Raggi e Carlo Calenda con due ruoli di ampia visibilità.
Il ripescaggio di Raggi e Calenda
Di che si tratta? Di due commissioni nuove di zecca, da affidare ai due candidati alla poltrona del Campidoglio che sono stati sconfitti. Archiviato Enrico Michetti, che si è autoaffondato rinunciando alla carica di consigliere, ecco la soluzione per coinvolgere la grillina e il numero uno di Azione. Calenda, tra l’altro, nel giro di pochi giorni ha cambiato idea: prima voleva lasciare il seggio capitolino, poi ha deciso di fare una clamorosa marcia indietro annunciando di voler rimanere almeno per qualche mese, con la candida affermazione che «le cariche di parlamentare europeo e di consigliere comunale sono cumulabili, così come le rispettive retribuzioni».
Dal Partito democratico trapela così l’indiscrezione di istituire due commissioni speciali, una denominata “Expo 2030” per Raggi, e l’altra “Giubileo 2025” per Calenda. L’idea, bisogna ammetterlo, è geniale: l’ex sindaca potrà vantare il titolo di presidente di un gruppo di studio sul futuro della città in tema di transizione ecologica, smart city ed economia circolare. Calenda avrà campo libero per le scelte da effettuare in vista del prossimo appuntamento giubilare.
Un incarico, quest’ultimo, che permette di tessere relazioni forti con il Vaticano, e che potrebbe trasformarsi, potenzialmente, in un mandato governativo di “commissario straordinario”, come quello che venne affidato nel precedente giubileo a Guido Bertolaso. Proprio Calenda aveva scritto, di suo pugno, un testo dedicato ai due appuntamenti, dove sottolineava che «Expo 2030 è un progetto fondamentale per la capitale e non solo per i cittadini romani, ma per tutti i cittadini italiani. Expo può essere un grande volano per la ripartenza della città, come lo è stata Expo 2015 per Milano».
roberto gualtieri si affaccia dal campidoglio 1
Due commissioni: Expo 2030 e Giubileo 20215
Il leader di Azione affermava anche che «per arrivarvi preparati, però, servono una serie di interventi imprescindibili che riportino Roma ad essere una città decorosa e accogliente. Per questo, pensiamo che che vada sfruttata subito l’opportunità del Giubileo 2025 – se Roma arriva preparata a questo grande evento, ad accogliere 45 milioni di pellegrini, lo sarà anche per accogliere il grande pubblico di Expo 2030». La finezza politica di questa operazione targata Pd quale è? Che mentre il Giubileo 2025 rientrerà temporalmente all’interno del mandato di Gualtieri sindaco, per il 2030 ad occuparsene realmente sarà il prossimo primo cittadino.
Quindi, affidando a Raggi la commissione dell’Expo 2030, si sceglie di farle ipotizzare solamente degli scenari futuribili ma senza effetti immediati, mentre la presidenza Calenda per il comitato giubilare avrà la possibilità di entrare nel merito di decisioni da realizzare concretamente in tempi brevi. Per Calenda si tratta quindi di uno straordinario assist per poi concorrere alla successive elezioni comunali in una posizione di vantaggio, qualora la sua strategia si rivelasse vincente (obiettivo raggiungibile dato che l’uomo è capace, e lo ha dimostrato più volte in termini di efficienza ed efficacia, non solo mediatica).
carlo calenda roberto gualtieri foto di bacco (1)
Un dialogo che si preannuncia in salita
Peraltro, un dialogo tra i due presidenti papabili Raggi e Calenda si preannuncia in salita, ricordando come venne rottamata l’allora sindaca dall’ex ministro per lo Sviluppo Economico, con il titolare del dicastero di via Veneto che chiuse platealmente il “tavolo Roma” denunciando «l’immobilismo del Campidoglio» e la «mancanza di capacità realizzativa» che «preclude la possibilità di ottenere i risultati sperati», lamentando «errori di aritmetica» oltre che «proposte stravaganti e richieste assurde» provenienti dal Campidoglio, quando a disposizione della città c’era la somma di un miliardo di euro.
VIRGINIA RAGGI E ROBERTO GUALTIERI
Una ragione in più, secondo il Pd romano, per dare a Calenda la commissione “concreta” e a Raggi quella delle “pie illusioni” a lungo termine. Con Gualtieri che dovrà essere in grado di separare le attività delle due commissioni. Nella Capitale, si sa, il cinismo non manca mai.
GOTORpassaggio di consegne tra virginia raggi e roberto gualtieri 4
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