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    CANDIDATO DOVE SEI? - IL CENTRODESTRA E' IN TILT PER LE AMMINISTRATIVE: NON CI SONO NOMI FORTI - IL GENERALE NISTRI, PROPOSTO DA SALVINI E BOCCIATO DALLA MELONI - IL GENERALE GRAZIANO HA RIFIUTATO - BERLUSCONI PROVERA' A CONVINCERE SIA BERTOLASO SIA LETIZIA MORATTI: MA AMBEDUE VOGLIONO PIENI POTERI MA GIORGIA E MATTEO NON MOLLONO - QUOTATISSIMO PAOLO DAMILANO A TORINO CHE PIACE ANCHE A SINISTRA…


     
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    GIOVANNI NISTRI GIOVANNI NISTRI

    1 - DAGOREPORT

    Per trovare un candidato per il centrodestra alle amministrative tra un po' si ricorrerà al sorteggio. La rosa dei nomi è appassita, chi viene interpellato nicchia o rifiuta, i papabili si sgonfiano e la riunione di oggi tra i leader della coalizione servirà a certificare l'ovvio: mancano nomi all'altezza.

     

    Anche il nome dell'ex Comandante generale dei Carabinieri, Giovanni Nistri, proposto da Salvini e bocciato da Giorgia Meloni, era un ripiego. Nistri fu nominato dal Pd a capo dell'Arma grazie al suo big sponsor, Dario Franceschini che lo aveva apprezzato alla guida del Nucleo Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale.

    CLAUDIO GRAZIANO CLAUDIO GRAZIANO

     

    La gestione dell'Arma da parte del Generale è stata piena di falle (dai depistaggi emersi nel processo Cucchi allo scandalo che ha travolto la caserma di Piacenza fino allo stupro a Firenze di due turiste americane da parte di due carabinieri) e il suo rapporto d'amore con il Pd s'è affievolito spingendo Nistri tra le braccia di Salvini che, a corto di nomi, l'ha avvicinato senza andare troppo per il sottile.

     

    BERLUSCONI MELONI SALVINI BERLUSCONI MELONI SALVINI

    Il leghista che, in un'intervista a "la Stampa" ha cianciato su una fantomatica lista con "dieci nomi" per le amministrative, mente sapendo di mentolo.

     

    Anche il nome di un altro generale, Claudio Graziano, suggerito dall'amico Ignazio La Russa alla Meloni, è stato in ballo per poche ore e poi è evaporato: da presidente del Comitato militare dell'Unione europea si è ben guardato dall'accettare una candidatura.

     

    guido berolaso 2 guido berolaso 2

    Per salvare la baracca, almeno per il voto a Roma, potrebbe scendere in campo ancora una volta Silvio Berlusconi. Con l'ultimo filo di voce che si ritrova, il Cav ha intenzione di convincere Bertolaso ad accollarsi la croce fino al Campidoglio.

     

    L'ex capo della Protezione civile non è convinto, innanzitutto perché non è così sicuro di riuscire a vincere. E poi la richiesta di carta bianca per ribaltare la capitale non è stata accolta da Fratelli d'Italia che avrebbe già chiesto, per uno dei suoi, la poltrona di presidente del Consiglio comunale.

     

    BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE

    A Milano, buio pesto. La Lega non ha un nome forte ma neanche un modesto piano di ripiego. Letizia Moratti, papabile della prima ora, non è disposta a scendere in campo e poi a farsi "commissariare" o tele-guidare da Salvini, come avvenuto in Regione Lombardia con Attilio Fontana. Anche lei vuole mani libere. Ma chi è disposto a concedergliele?

     

    Acque più tranquille a Torino dove il candidato del centrodestra, Paolo Damilano, è quotatissimo. Piace alla base e incanta anche una fetta di elettorato borghese di centrosinistra.

    letizia moratti e silvio berlusconi letizia moratti e silvio berlusconi

     

    Quel che resta delle prossime amministrative è che saranno elezioni molto legate ai candidati e poco ai partiti, anche nelle grandi città. E a destra, complice una classe dirigente ridotta all'osso, i nomi d'appeal scarseggiano. Che sia ora, per Fratelli d'Italia e Lega, di rinfrescare i "quadri" e accompagnare a casa un po' di vecchi residuati bellici?

     

    2 - SALVINI E MELONI INSIEME DOPO LA TEMPESTA: TESTATI I CANDIDATI CIVICI

    Sabrina Cottone per “il Giornale”

     

    C'è persino chi ha proposto di candidare Matteo Salvini a sindaco di Milano e non è una boutade, anche se la risposta è stata di far correre Giorgia Meloni per Roma. È probabile che non accadrà nessuna delle due cose, ma basta questo a far capire quale sia la posta in gioco nel centrodestra con le amministrative, un rilancio dell'unità o un consolidamento delle spaccature degli ultimi mesi.

     

    PAOLO DAMILANO PAOLO DAMILANO

    Il barometro che precede il vertice di oggi tra il segretario della Lega, la presidente di Fratelli d'Italia e il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, segna un sereno variabile. «Sarà importante ricominciare tutti insieme, ma non credo si concluderà adesso» prevede l'azzurro Tajani.

     

    Dopo gli scontri violenti sul Copasir, con Fratelli d'Italia che da partito d'opposizione ne chiede la presidenza, e la Lega decisa a ottenere garanzie, il clima sembra meno teso. Salvini parla di ritrovarsi uniti, annuncia che porterà «dieci nomi di candidati» all'incontro. Insomma, non sembrano le premesse per uno scontro ma neanche per una soluzione definitiva. Il cuore da cui pulsa il resto sono Roma e Milano.

     

    letizia moratti e gabriele albertini letizia moratti e gabriele albertini

    Una difficoltà, dopo che il primo tavolo di centrodestra già mesi fa ha optato per scelte civiche ritenendole meno divisive, è trovare candidati disposti a giocarsi credibilità, carriere affermate e stipendi cospicui per un incarico retribuito con somme inaccessibili ai più (circa 8mila euro lordi più alcune maggiorazioni per i primi cittadini di Roma, Milano e Napoli) ma poco attraenti per chi è abituato a entrate da imprenditore o bonus da manager.

     

    Sondaggi non ancora resi noti parlerebbero comunque di un successo dei candidati civici meno noti che sfida i risultati dei politici. A Roma Fdi viaggia tra il 20 e il 25, ma è anche vero che la sindaca Virginia Raggi ha un tasso di popolarità del 93%, sono disposti a votarla tra il 12 e il 24% e la forbice alta preoccupa anche nel centrodestra, oltre che nel centrosinistra scisso tra Carlo Calenda e Roberto Gualtieri.

    antonio tajani antonio tajani

     

    Il no di Guido Bertolaso, considerato il miglior candidato possibile, è quasi definitivo. Per restare ai candidati lanciati da Fdi, l'avvocato Enrico Michetti, già professore a Cassino, del quale si parla in questi giorni, avrebbe un bacino elettorale da opinionista a «Radio radio», 60mila ascoltatori, più il tifo dalle due curve giallorossa e biancazzurra di Roberto Pruzzo e Angelo Greguccci, che gli consentono di superare la media di gradimento dei politici.

     

    Così Simonetta Matone, vice capo del dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria e il generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell'Ue, testato a sua insaputa e che ha già risposto con un sonoro no. Indagini interlocutorie. Restano politici come Maurizio Gasparri e il pressing su Tajani.

    salvini meloni salvini meloni

     

    A Milano non è facile trovare candidati contro Beppe Sala, anche se su urbanistica, ecologia, infrastrutture digitali, il sindaco ha avversari temibili. Ma alla città serve «lo straordinario» e a complicare la vicenda è stato il no di Gabriele Albertini, che può far pesare la propria popolarità in presenza di un candidato di suo gradimento.

     

    L'ex sindaco ha lanciato Fabio Minoli, azzurro della prima ora, e si è proposto come vice. Restano Riccardo Ruggiero, ex ad di Telecom, già «capo» di Sala, e Maurizio Dallocchio, Bocconi. Non è tramontata l'ipotesi Maurizio Lupi, nel caso in cui tornassero in scena i politici. Se accadesse, potrebbero riaprirsi scenari in città in cui le partite sono ritenute chiuse.

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