Thomas Mackinson per “il Fatto Quotidiano”
CANIO MAZZARO
Canio Mazzaro, ex compagno e socio di Daniela Santanchè, è indagato dalla Procura di Milano anche per riciclaggio di opere d’arte. E che opera: un Basquiat da 20 milioni che è ricercato dal Nucleo tutela patrimonio di Roma e dall’Interpol. Ecco a cosa davano la caccia i carabinieri quando, alle 6 del mattino del 15 giugno 2023, hanno fatto irruzione nella sua abitazione milanese di Corso Vercelli n. 34. Gli ultimi che l’han visto giurano che proprio lì stava. Ed è proprio in seguito alla denuncia di sparizione che il cellulare dell’ex manager, indagato già per reati fiscali, verrà sequestrato, con tutto quel che ne consegue.
Wine of Babylon di Jean-Michel Basquiat
La ministra è stata archiviata a gennaio, per lui è appena partito il processo. Il quadro sparito è il monumentale Wine of Babylon di Basquiat del 1984, che Vittorio Cecchi Gori comprò a New York nel 1998 per 330 mila dollari poi finito al centro di un’irriducibile contesa atre. Nel 2010 Cecchi Gori, rincorso da debiti efallimenti, lo cede con scrittura privata al suo storico avvocato Giovanni Nappi a titolo di corrispettivo per compensi professionali che non aveva altro modo di onorare.
Al momento del ritiro nell ’attico di Roma in via Platone 52, di fronte al legale si para però l’ex moglie di lui, Rita Ruzic: “Non lo avrai mai e poi mai”. Il quadro sparisce, Canio Mazzaro finisce indagato. Ecco come è andata.
Per la sparizione Cecchi Gori denuncia l’ex moglie per appropriazione indebita, mail Tribunale penale di Roma nel 2014 la assolve perché tra coniugi il fatto non costituisce reato. Dopo anni di contenziosi, anche uno negli Usa con la G&G, società costituita ad hoc per poter agire contro la Rusic, si conclude in un nulla di fatto, perché la Corte di Los Angeles dichiara prescritta l’azione.
daniela santanche e canio mazzaro
IL 24 DICEMBRE 2017, Cecchi Gori viene portato all’Ospedale Gemelli di Roma per un malore, dove rimane per circa tre mesi. Al suo rientro in casa in via Monti Parioli n. 9, in quell’attico che fu dei genitori, nella primavera del 2018 avviene un incontro in cui partecipano Gori, la Rusic, l’avvocato di quest ’ultima Carlo Arnulfo e l’avvoca to Nappi: chi aveva l’opera contesa pretende per il suo “rinvenimento” il75% del suo valore. Anche in questo caso, la storia si conclude con un nulla di fatto.
vittorio cecchi gori rita rusic 60
Il 28 dicembre 2018, Cecchi Gori cita in giudizio il suo avvocato per ottenere la nullità dell’atto di cessione dell’opera e (forse) consentire a chi lo deteneva di essere legittimato a farlo, forse in accordo tra loro e in barba all’avvocato. Dopo sei anni di causa, nel 2024 il Tribunale civile di Roma dà torto a Cecchi Gori e ragione all’avvocato Nappi, accertando e confermando la proprietà dell’opera in capo a quest ’ultimo. Nelle more del giudizio, nel 2020 Nappi aveva ottenuto anche il decreto ingiuntivo esecutivo di consegna dell’opera.
Cecchi Gori si era opposto, ma il Tribunale di Roma – sempre nel 2024 – gli dà ancora torto, confermando definitivamente la proprietà del quadro: è dell’avvocato. Nonostante l’atto di proprietà e a questo punto due sentenze lo confermino, Nappi ha però scarse possibilità di rivederlo, a meno che i Carabinieri ai quali ne ha denunciato la scomparsa non riescano a rintracciarlo. Ed è qui che entra in scena Canio Mazzaro, ex compagno della Santanchè, che abbiamo provato a contattare ieri, ma ha riattaccato e risposto via Whatsapp che non aveva campo per rispondere.
vittorio cecchi gori con rita rusic
Dal 2007 al 2011 Canio Mazzaro aveva avuto una relazione con la Rusic che si riproporrà nel tempo. Una relazione anche d’affari. È stato scritto molto della “guerra per l’attico” del quarto piano, dove viveva Cecchi Gori, vinta dall’attrice. In realtà non è così: quell’immobi le era stato assegnato in sede di separazione al produttore con gli arredi, e lì c’era il Basquiat conteso.
Dopodiché, non abitandolo, la ex moglie ne avrebbe preso l’arbitra rio possesso, approfittando dell’ascensore comunicante tra i due piani, “già prevedendo quel che da lì a breve sarebbe successo”, dice l’avvocato Nappi. Il terzo piano assegnato alla Rusic dal Tribunale, molto più grande con giardino pensile e tanto di piscina a sfioro con vista su tutta Roma, èinvece finito all’asta nel 2001. Con piglio da immobiliarista navigata, la Rusic riesce ad aggiudicardit per farle avere un mutuo sui restanti 2.550.000 euro.
CANIO MAZZARO
Una volta suo, Rusic conferisce la proprietà a una società inglese neocostituita in data 22.07.09, la Platone Limited (100% quote Rita Ruzic). Dichiarando il valore lordo e non più netto dell’immobile, il capitale sociale vola a 7 milioni di euro e appena otto giorni dopo, la titolare vende le quote sociali, pari all ’ultimo importo, alla Lone Srl, società del figlio dell’imprenditore Francesco Caltagirone Bellavista, suo ex amante, costituita giusto cinque giorni prima dell’operazio ne, con 10 mila euro di capitale sociale. La Rusic realizza così una plusvalenza di 4 milioni di euro, senzadichiararlatale.
Di certo non la dichiara a Canio Mazzaro che appena lo scopre le pianta non una ma due cause, a Roma e a Milano, per riavere indietro i soldi prestati e la “cointeressenza della plusvalenza realizzata” grazie alla sua intercessione. Uno dei giudizi viene abbandonato, l’altro si chiude con un accordo transattivo di cui non si sa nulla. E cosa c’entra il quadro?
RITA RUSIC VITTORIO CECCHI GORI
NEL 2016 UNA TESTIMONE oculare giura di aver visto l’opera ricercata nell ’abitazione dell’ex compagno della Santanchè aMilano, in Corso Vercelli. Almeno altri due testimoni confermeranno che era lì negli anni successivi, avvalorando così il sospetto che Canio Mazzaro la detenesse come una sorta di pegno a garanzia dei soldi dovuti dalla Rusic. Quando alle 6 del mattino del 15 giugno 2023 i carabinieri fanno il blitz, il quadro però non si trova.
La storia è ben lontana dall’epilogo. Ieri la Corte di Appello di Roma ha emesso un’ordinanza che concede la sospensione del solo pagamento delle spese legali di soccombenza del produttore nei confronti dell’ex avvocato, tenendo però fermo il principio per cui la proprietà spetta a Nappi. Che però ha sempre meno speranze di riaverlo.
“Un quadro di cm 218,4 per 172,7 – dice – non sparisce così, non lo porti via sottobraccio ed è impossibile che nessuno sappia almeno qualcosa di dove oggi sia collocato”. Per questo ha messo una taglia, una ricompensa da 1 milione a chi fornisse informazioni utili a rintracciarlo. Chi lo ha è avvisato.
VITTORIO CECCHI GORI RITA RUSIC canio mazzaro