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    1- CANNES 2012. CI SIAMO. DOPO IL TRIONFO AGLI OSCAR DI “THE ARTIST”, I FRANCESI SE LA COMANDANO A TUTTI I LIVELLI. HANNO UNA VALANGA DI FILM IN CONCORSO PRODOTTI O COPRODOTTI. GLI ITALIANI RISPONDONO CON UNA CLAUDIA GERINI, IN VERSIONE ALESSIA MARCUZZI, NEL NOSTRO UNICO FILM IN CONCORSO, “REALITY” DI MATTEO GARRONE 2- FUORI CONCORSO “IO E TE” DI BERNARDO BERTOLUCCI. EFFETTI SPECIALI DI UN CINEMA, IL NOSTRO, IN PROFONDA CRISI, DOVE DISTRIBUTORI E UFFICI STAMPA NON SI POSSONO PIÙ PERMETTERE A CANNES DI PAGARE GLI SPAZI PER LE INTERVISTE ALLE STAR STRANIERE 3- DEL RESTO, IN PATRIA, È UN PERIODO IN CUI VENTI MILIONI DI EURO VENGONO DILAPIDATI PER PRODURRE UN MODESTO FILM DI WOODY ALLEN. MA ANCHE DOVE, E NON SI CAPISCE PERCHÉ, FAZIO E SAVIANO POSSONO CELEBRARE UN PUPI AVATI QUALSIASI COME FOSSE FELLINI (RAGAZZI, NON È FELLINI! ERA TERRIBILE PURE “REGALO DI NATALE”!)


     
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    Marco Giusti per Dagospia

    Cannes 2012. Ci siamo. Apertura superchic del Festival con il molto atteso "Moonrise Kingdom" di Wes Anderson. Una storiella ambientata nel New England nel 1965 con un megacast che va da Bill Murray a Bruce Willis, da Frances McDormand a Tilda Swinton, da Jason Schwartzman a Edward Norton. I critici lo vedranno alle 11, pronti alle 14, 30 per sentire cosa avrà da dire il direttore della giuria Nanni Moretti al popolo del cinema.

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    Intanto, il giurato francese più illustre, Jean Paul Gaultier, trionfa come testimonial al femminile nella nuova pubblicità della Coca Cola proprio di fronte al Palais. Il ‘68 è finito per sempre. I figli di Marx e della Coca Cola possono chiudere bottega. I francesi lo hanno capito da tempo. Qua, soprattutto dopo il trionfo di "The Artist" dell'anno scorso, se la comandano a tutti i livelli.

    Hanno una valanga di film in concorso prodotti o coprodotti, da un Alain Resnais che a 89 anni gira un testo di Jean Anouilh del 1941 con Mathieu Amalric a un Jacques Audiard che cercherà di vincere con un una storia d'amore con Marion Cotillard e Matthias Schoernart, fino a un Leos Carax che ritorna con "Holy Motors" dopo il disastro di "Pola X" nel 1999 vantando un supercast di star come Eva Mendes, Kylie Minogue, oltre a Michel Piccoli.

    Ma è in parte francese anche il rumeno "Beyond The Hills" del rumeno Christian Mungiu, già Palma d'Oro nel 2007, che presenta una lacrimosa storia di due orfanelle prodotta dai fratelli Dardenne. Si sprecano gli attori francesi nel concorso in corsa per i premi maggiori. Moretti e Gaultier hanno solo l'imbarazzo della scelta.

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    Piccoli, Huppert, Trintignant, Amalric. Isabelle Huppert si candida come miglior attrice in "In Another Country" del coreano Hong Sang-Soo, dove interpreta tre ruoli diversi per tre episodi diversi, mentre Jean-Louis Trintignant si candida a miglior attore protagonista (non faceva un film dalla tragica morte della figlia Marie) nell'atteso "Love" dell'austriaco Michael Hanecke, dove divide la scena con Emmanuelle Riva e con la stessa Huppert.

    Juliette Binoche e Mathieu Amalric sono tra i protagonisti, accanto a Robert Pattinson, di "Cosmopolis", il film che David Cronenberg ha tratto da Don De Lillo, coprodotto da Paulo Branco e Martin Katz. Parecchie anche le star americane. Dal cast dei vampiri di "Twilight", oltre a Robert Pattinson, arriva anche Kirsten Stewart, protagonista assieme a Kirsten Dunst di "On The Road" del brasiliano Waltes Salles.

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    Nicole Kidman ha ben due film a Cannes. In "The Paperboy", melodramma erotico di Lee Daniels, il regista di "Precious", se la vedrà con Matthew McConaughey e Zac Efron, e nel fuori concorso "Hemingway & Gellhorn" del grande Philip Kaufman, sarà addirittura Martha Gellhorn, amore dello scrittore, interpretato da un poco somigliante Clive Owen. Nuovi fusti come Tom Hardy e Shia LeBeouf sono i protagonisti, assieme all'eterea Jessica Chastain, di "Lawless" di John Hillcoat, saga familiara ambientata nell'era del proibizionismo.

    Brad Pitt lo troviamo in "Killing Them Softly" del neozelandese Andrew Dominick. Gli italiani rispondono con una Claudia Gerini in versione Alessia Marcuzzi (ma non ha fatto uno spot identico per un dentifricio?), Nando Paone, l'uomo con lo stecchino in bocca di "Benvenuti al Sud" (e al Nord), Salvatore Misticone, alias lo scatenato Scapece in "Benvenuti al Sud" (e al Nord) nel nostro unico film in concorso, "Reality" di Matteo Garrone, prodotto da Fandango e distribuiti da 01.

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    Medusa si deve accontentare di distribuire "On The Road" di Walter Salles, in concorso, e di presentare fuori concorso "Io e te" di Bernardo Bertolucci. Faranno una gran festa a Bertolucci il 23 maggio e torneranno a casa. Effetti speciali di un cinema, il nostro, in profonda crisi, dove distributori e uffici stampa non si possono generalmente più permettere a Cannes di pagare gli spazi per le interviste alle star straniere.

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    Del resto, in patria, è un periodo in cui venti milioni di euro per produrre un modesto film di Woody Allen, e dove un film già preparato può essere tagliato dalla produzione a venti giorni dall'inizio delle riprese. Ma anche dove, e non si capisce perché, Fazio e Saviano possono celebrare un Pupi Avati qualsiasi come fosse Fellini (ragazzi, non è Fellini! Era terribile pure "Regalo di Natale"!).

    A Nanni Moretti il compito di difendere un cinema che si sta perdendo e dove l'unico premio possibile è quello per la regia a Matteo Garrone (ma piacerà questo film sui disastri della televisione a Moretti?). Non ci resta che il passato, ben celebrato dalle quattro ore e 18 minuti della nuova versione di "C'era una volta in America" nell'edizione completa che aveva montato Sergio Leone, con una serie di scene reintrodotte molto attese dai fan (tra cui quella con l'infermiera interpretata da Louise Fletcher).

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    Tra le sorprese, oltre a quella che ci farà a Cannes il ministro Ornaghi che verrà anche lui a sfilare non si capisce ben per cosa, esattamente come fece giusto un anno fa, e inutilmente, l'ex ministro Galan, poi finito nel tritatutto, si possono segnalare l'indiano "The Gangs of Wasseypur", epopeo gangsteristica di 320 minuti diretto da Anurag Kashyap dedicata al mondo della mafia mineraria dagli anni '40 a oggi, ma direi anche la versione del suicidio di Yukio Mishima messo in scena da Koji Wakamatsu, "The Day He Chose His Own Fate" o il nuovo film del cileno Pablo Larrain, "No", ancora ambientato negli anni di Pinochet.

    Tra le più pure stravaganze, invece, "Antiviral" di Brandon Cronenberg, figlio di David, thriller di fantascienza dove si vendono ai fan i virus delle loro celebrità più amate. Poi il remake di "Maniac" di William Lustig, folle storia di un serial killer che scalpa le sue vittime, diretto da Franck Khalfoun e prodotto da Alexandre Aja (il regista di "Piranha 3D") con Elijah Wood protagonista.

    BERNERDO BERTOLUCCIBERNERDO BERTOLUCCI

    Ma non scherzerà neanche "Paradise: Love" dell'erotomone Ulrich Seidl, che segue la storia di una cinquantenne austriaca alla ricerca di un giovane amante nero in Kenya. Tra i rumors più interessanti l'arrivo di Quentin Tarantino con un'anticipazione di dieci minuti di "Django Unchained" che potrebbero aprire addirittura il "Dracula 3D" di Dario Argento sabato notte a mezzanotte (ma sembra che Tarantino non possa abbandonare un set che si è rivelato particolarmente difficile).

    PUPI AVATIPUPI AVATI

    Infine, segnaliamo il perdono già concesso da Cannes a Lars Von Trier, bollato un anno fa di essere un neonazista dalla comunità cinefila internazionale (e di fare brutti film da Curzio Maltese) che dovrebbe portare qui l'anno prossimo il suo attesissimo hard con Charlotte Gainsbourg "Nynphomaniac". Ma non lo avevano cacciato via per sempre come Ceccherini dall'Isola dei famosi dopo la bestemmia? Ah, ovviamente il film è coprodotto dai francesi.

     

     

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