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    PANEM, CIRCENSES, E TUMORI: ECCO COME L’ILVA HA POTUTO INQUINARE INGRASSANDO POTENTI E POPOLO TARANTINI


     
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    Giuliano Foschini per "La Repubblica"

    ILVA DI TARANTOILVA DI TARANTO

    Tappezzavano di pubblicità i giornali. Pagavano processioni e ristrutturazioni di chiese. Installavano fontanelle nei cimiteri guadagnando il plauso di preti e politici. Sponsorizzavano i convegni di architetti e ingegneri, medici e professori universitari. E - denunciano oggi gli stessi operai - finanziavano con assegni a sei zeri sport e mondanità dei lavoratori e delle loro famiglie.

    ilvailva

    E' questo il prezzo che l'Ilva ha dovuto pagare per inquinare serena, mischiando i fumi alla distrazione e all'indifferenza. Lo sostengono i magistrati di Taranto che nei capi di imputazione alla famiglia Riva parlano di «soluzioni concordate con le organizzazioni sindacali, con i mass media, con il clero» per bloccare «provvedimenti» che avrebbero potuto bloccare la produzione e quindi le emissioni di inquinanti.

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    A finire nel cratere per ultime sono state le organizzazioni sindacali. Per primo c'è stato il procuratore generale di Lecce, Giuseppe Vignola, che ha denunciato «il silenzio assordante di chi, come i sindacati, avrebbe dovuto controllare». Poi sono arrivate le annotazioni della Polizia che hanno documentato come le proteste di autunno (strade bloccate, città in subbuglio) siano stati scioperi anomali: non contro l'azienda, ma con l'azienda. Erano gli uomini dei Riva a preparare il cestino da pic-nic per rendere più gradevole il picchetto degli operai in rivolta.

    MASSERIA VACCARELLAMASSERIA VACCARELLA

    L'ultimo tassello a questo quadro lo hanno inserito negli scorsi giorni sindacati autonomi, sia l'Usb che i "Lavoratori liberi e pensanti" che hanno denunciato pubblicamente - e alla Guardia di Finanza, che si sta muovendo per capire di che storia si tratta - la situazione della Masseria Vaccarella. E' lo storico dopolavoro dell'Italsider dove ai tempi delle partecipazioni statali si organizzavano, mostre, rassegne cinematografiche e concerti. Di qui sono passati artisti di grido, da Benigni a Paolo Conte fino al coreografo e ballerino Lindsay Kemp e alla Blues Brothers Band.

    «Io - racconta proprio uno degli uomini che si trova a indagare sul disastro ambientale - sono il figlio di un operaio Ilva e ho conservato ancora la fotografia mentre mi premiavano per aver preso il massimo dei voti agli esami di scuola media: centomila lire. Eravamo alla Vaccarella».

    MASSERIA VACCARELLAMASSERIA VACCARELLA

    Con l'arrivo dei Riva questa macchia bianca in mezzo al verde alle porte del quartiere Paolo VI - due passi dal siderurgico, una delle zone rosse per morti e malattie - ha continuato la sua funzione. «E così - spiega oggi un operaio - mentre i Riva deportavano alcuni di noi nella palazzina Laf, costringendo alla follia persone che ci avevano messo la vita nell'azienda, pagandoli per guardare i muri, mentre l'azienda ci mobbizzava, i Riva pagavano i sindacati per gestire la masseria Vaccarella».

    «Dal 1996 ad oggi - ha spiegato nei giorni scorsi l'operaio Massimo Battista insieme che con l'avvocato Francesco Nevoli ha presentato denuncia alla Finanza - l'Ilva ha elargito circa 9 milioni di euro al Vaccarella, soldi che sarebbero dovuti confluire nel salario accessorio dei dipendenti: eppure non risulta alcun operaio che abbia mai percepito, ad esempio, contributi scolastici per i libri di testo».

    Nell'esposto è ben ricostruita la storia della Masseria. «La masseria è gestita dal ‘96 da un'associazione guidata da un presidente e da due vicepresidenti, espressione di Fiom, Fim e Uilm. E' registrata come una Onlus ma in realtà lavora come una vera propria azienda a fini commerciali e a scopo di lucro. E soprattutto non vengono rendicontati come si spendono 400mila euro all'anno ». Procura e Finanza si sono mosse. Fim e Fiom nei giorni scorsi hanno rimandato al mittente le accuse. Ma nello stesso tempo si sono disimpegnati dalla Vaccarella, facendo dimettere dalla gestione i loro uomini.

    «La magistratura faccia luce, noi non abbiamo niente da nascondere» ha spiegato il segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini, ricordando come alcuni anni fa l'espulsione di un ex segretario provinciale e di due dirigenti di partito proprio per irregolarità al Vaccarella. La Uilm, invece, non l'ha presa bene: «Niente borse di studio per i nostri figli. Niente soggiorni estivi ed eventi sportivi e culturali». Anche per questo dicono che Taranto stia cambiando.

     

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