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    MAMMAEBE LOMBARDI VEDE 5 STELLE: CASALEGGIO LE RIFILA CINQUE SBERLE


     
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    Andrea Malaguti per "la Stampa"

    OGNUNO VALE UNO - CASALEGGIO COME V PER VENDETTAOGNUNO VALE UNO - CASALEGGIO COME V PER VENDETTA GIANROBERTO CASALEGGIOGIANROBERTO CASALEGGIO

    Palazzo Madama, capannello di senatori Cinque Stelle. Si parla di candidati alla Presidenza della Repubblica. Della selezione on line che comincia questa mattina. I soliti nomi. Gino Strada, la Bonino, Rodotà. Poi anche la Boldrini e Zagrebelsky. «Prodi? Prodi no, ma come si fa? Come lo raccontiamo ai nostri che Prodi è il nuovo che avanza?».

    Dibattito acceso. Finché uno di loro si stacca dal gruppo con un bicchiere di spremuta d'arancio. Lo appoggia su un tavolino. Ha gli occhi che gli brillano. Il viso gli si apre in un sorriso feroce. «La vuole vedere una mail?». Scusi? «Me l'ha girata un collega della Camera, mi pare favolosa». Favolosa? Compulsa lo smart phone. È una comunicazione al gruppo di Roberta Lombardi, la portavoce del MoVimento a Montecitorio. Comincia così: «Casaleggio mi ha cazziata perché vi dico troppo». Boom. Ma che cosa vuole dire? Le interpretazioni sono mille.

    Davvero Casaleggio richiama all'ordine i portavoce perché comunicano col gruppo? Ci sono cose che non si devono sapere? Hanno ragione quelli che parlano di un piano oscuro? Il senatore Cinque Stelle offre la prima chiave di lettura: «Se qui fossimo inquieti come alla Camera, per il Pd sarebbe una pacchia. E mi pare ovvio che qualcuno non ami la Lombardi e la voglia mettere in difficoltà. Comunque io non ci credo che Casaleggio dica queste cose». Non ci crede? «Diciamo che spero non sia così». Dunque la Lombardi parla a vanvera?

    È una giornata complicata per la portavoce Cinque Stelle. Lo sono tutte. Ma oggi si chiude in una riunione che dura sette ore per discutere dello Statuto. Alle nove e mezza di sera, quando risponde al telefono, è evidentemente stremata. Non ha neanche più la voglia di arrabbiarsi. Dice: «Certo che l'ho scritta quella mail. Ma è raccapricciante che sia uscita. Poi c'è qualcuno che si stupisce che abbia deciso di non dire a nessuno dove ci saremmo visti con Grillo».

    GINO STRADAGINO STRADA Roberta Lombardi capogruppo alla Camera del Movimento Cinque Stelle arriva in Senato per il vertice tra il Movimento e il Pd jpegRoberta Lombardi capogruppo alla Camera del Movimento Cinque Stelle arriva in Senato per il vertice tra il Movimento e il Pd jpeg

    Scelta sua?
    «Certo. Scelta mia. E la rivendico. Proprio perché di certe persone non ci si può fidare. Non penso che siano traditori. Di sicuro hanno smanie di protagonismo».

    Forse. Chissà. Resta quell'incipit pericolosamente ambiguo: «Casaleggio mi ha cazziata perché vi dico troppo».

    Ma troppo cosa? Troppo di che? E perché lei lo comunica?
    «Bisogna contestualizzare».

    COMITATO EMMA BONINO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICACOMITATO EMMA BONINO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

    Contestualizziamo.
    «Quella mail è uscita dopo l'ennesima riunione fiume in cui c'eravamo detti un sacco di cose, come sempre. Dibattiti accesi. Differenze e decisioni prese a maggioranza. Avevamo parlato anche di comunicazione. Noi siamo liberi di fare quello che ci pare. Immaginiamo scenari, gestiamo i soldi e i collaboratori, ma per statuto la scelta della struttura che si occupa della comunicazione è lasciata alla Casaleggio».

    Stefano RodotaStefano Rodota

    Vabbè, ma che significa?
    «Che alcuni di noi si erano messi a fare commenti eccessivi sulle figure identificate. E Casaleggio si è limitato a ricordare il regolamento. Tutto qui».

    Forse. A Casaleggio non piace che le sue scelte diventino oggetto di dibattito? È normale? Il Movimento della trasparenza ha pareti opache?
    «Solo per voi. Per noi sono luminose».

    boldriniboldrini

    Sfinita. La Lombardi saluta. Come cantava De André? «Madamadorè (...) paga il riscatto con le borse negli occhi piene di foto di sogni interrotti». Quando succede che il risveglio diventa dolorosamente brusco?

    Gustavo Zagrebelsky foto La PresseGustavo Zagrebelsky foto La Presse

     

     

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