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    CAPPATO, AUTODENUNCIATO E INDAGATO - IL PM DI MILANO INTERROGHERÀ IL RADICALE CHE HA PORTATO DJ FABO A MORIRE IN SVIZZERA: ALMENO IL PROCESSO (IN CUI RISCHIA FINO A 12 ANNI PER AIUTO AL SUICIDIO) TERRÀ I RIFLETTORI ACCESI SULLA NECESSITÀ DI UNA LEGGE PER IL FINE VITA - MA POTREBBE ESSERE PURE ARCHIVIATO, FA CAPIRE IL PROCURATORE GRECO…


     
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    MARCO CAPPATO MARCO CAPPATO

    Da www.lastampa.it

     

    Marco Cappato è indagato per aiuto al suicidio in relazione alla morte di Dj Fabo e a seguito dell’ autodenuncia di ieri davanti ai Carabinieri. Il pm di Milano Tiziana Siciliano, da quanto si è saputo, ha intenzione di interrogarlo alla presenza di un legale. 

     

    Dopo l’autodenuncia di ieri davanti ai carabinieri della Compagnia Duomo - nella quale l’esponente dei Radicali ha raccontato di aver accompagnato Fabiano Antoniani a morire per suicidio assistito in una clinica in Svizzera, svelando che sta aiutando anche altre persone - Cappato è stato iscritto stamani nel registro degli indagati dal pm Siciliano, che coordina il pool `ambiente, salute e lavoro´, per il reato previsto dall’ articolo 580 del codice penale, ossia «istigazione o aiuto al suicidio», e che prevede pene che vanno dai 5 ai 12 anni di carcere.

    DJ FABO DJ FABO

     

    In particolare, a Cappato, indagato a seguito del suo verbale di spontanee dichiarazioni di ieri, viene contestata la parte del reato in cui si stabilisce che deve essere punito chi «agevola in qualsiasi modo l’esecuzione» del suicidio. Ora il pm ha intenzione di interrogare (potrebbe farlo nei prossimi giorni) il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni alla presenza di un avvocato.

     

    Gli inquirenti, dopo l’interrogatorio di Cappato, dovranno svolgere accertamenti e fare valutazioni anche complesse e delicate perché, da quanto è stato riferito, questo è certamente un caso che può fare giurisprudenza.

    DJ FABO DJ FABO

     

    «Ci sono diversi profili che dovranno essere affrontati, compresa la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia di diritti», aveva chiarito ieri il procuratore Francesco Greco, spiegando anche che «per questo reato l’aiuto deve essere portato fino all’atto finale». Si tratta, aveva aggiunto il capo della Procura milanese, di «una storia complessa che presenta profili di rilievo sia in termini di principi generali che giuridici, dato che qui c’è una questione di diritto alla vita e alla morte».  

    Francesco Greco Francesco Greco

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