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I sondaggi sono quella cosa che serve a sapere cosa pensano gli italiani in maniera da permettere ai politici di allinearsi. Il sillogismo è debole poiché parte dalla premessa che gli italiani pensano.
Da domani la pubblicazione dei sondaggi sarà vietata, ma non saranno vietati i sondaggi a uso privato e comunque nei talk e nei giornali si trova sempre il modo di parlare dei sondaggi senza dire che si sta parlando dei sondaggi. Io che frequento i bar delle stazioni di servizio so come nascono le opinioni che poi confluiranno nei sondaggi: esse prendono forma tra le 18,30 e le 20,00 quando ci si riunisce al bar per strafarsi di birrette e vecchia romagna in maniera da riuscire a rincasare dalle mogli in stato quantomeno comatoso per riuscire a sopportare la sola vista della consorte.
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La consorte invece è rincasata ubriaca da prima poiché l’orario dell’alcolismo della consorte è anticipata al momento in cui si vanno a prendere i figli allo sport o al doposcuola. Lo scenario non cambia di parecchio se ci si ubriaca a morte dopo la presentazione di un libro o una mostra d’arte.
I politici, in buona sostanza, inseguendo le opinioni dei sondaggi, sono ubriachi di riflesso: si comportano da ubriachi anche se non hanno toccato alcol. Detto in termini meno alcolici possibile i sondaggi poggiano su due princìpi: bandwagon e FOMO. Il bandwagon è l’effetto secondo cui l’italiano è portato d’istinto, senza alcun ragionamento, senso di giustizia, sillogismo, percezione di causa-effetto o semplice buon senso a salire sul carro del vincitore.
TAJANI SALVINI MELONI LETTA CALENDA A CERNOBBIO
Un esempio: l’italiano è sovente d’accordo con il capoufficio che lo maltratta. Io chiamo il bandwagon l’effetto “Fantozzi”. FOMO è invece un acronimo che sta per “fear of missing out”, la paura di essere tagliati fuori. Amplificata dalla bolla imposta dagli algoritmi dei social (secondo i quali ci vengono proposti argomenti e argomentazioni simili a quelli che già abbiamo) è una paura secondo la quale non pensandola come gli altri potremmo essere esclusi dal ricevimento di quel battesimo o dalla festa di quel prediciottesimo, dalla presentazione di quel libro, da quel vernissage, o dal più importante tra gli eventi sociali: i funerali. E’ un po’ come la tifoseria, ma meno intelligente.
Allo stesso modo il politico soffre della paura di non pensarla come i suoi elettori, anche se i suoi elettori sono ripugnanti. I sondaggi creano un pensiero non politico ma letteralmente delirante. Ne deriva che un politico, per avere successo, non deve avere un pensiero, deve limitarsi a essere un contenitore capace di accogliere fregnacce. Mi sembra che la classe politica italiana sia all’altezza di questo compito. Per questo motivo, quando sento parlare di “poteri forti”, come si dice, metto mano alla pistola.
enrico letta luigi di maio
L’unico vero potere forte siete voi, la vostra opinione e il vostro consenso, che non nasce da un pensiero ma da una marmellata di frattaglie di sentito dire. Non potete neanche fare autocritica: nello stesso momento in cui volgete lo sguardo verso voi stessi, ecco, voi non ci siete più.
matteo salvini giorgia meloni enrico letta
cappellani OTTAVIO CAPPELLANI