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    LA SITUAZIONE NELLE CARCERI RESTA ESPLOSIVA: A TORINO UN AGENTE MASSACRATO DI BOTTE DA UN DETENUTO CHE VOLEVA PASSEGGIARE IN CORTILE – IL POLIZIOTTO DELLA PENITENZIARIA E’ STATO COLPITO CON PUGNI E UNA STAMPELLA E HA RIPORTATO LA FRATTURA DEL METACARPO DELLA MANO DESTRA CON PROGNOSI DI 30 GIORNI - LA DENUNCIA DEL SINDACATO OSAPP: “E’ L’ULTIMO GRAVE EPISODIO IN ORDINE DI TEMPO”


     
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    Da lastampa.it

     

    carcere agente massacrato di botte da detenuto carcere agente massacrato di botte da detenuto

    Voleva andare in cortile a passeggiare in orario non consentito e ha colpito con pugni e con una stampella un agente che lo aveva invitato ad attendere l'orario previsto.

     

    E' accaduto ieri mattina, giovedì 25 giugno, nel carcere di Torino. protagonista un detenuto magrebino trentunenne, vittima un agente di Polizia penitenziaria che nel tentativo di difendere il viso ha riportato la frattura del metacarpo della mano destra e una prognosi di 30 giorni.

     

    carcere agente massacrato di botte da detenuto carcere agente massacrato di botte da detenuto

    A darne notizia, in una nota, l'Osapp.  «Si tratta solo dell'ultimo, in ordine di tempo, episodio di violenza ai danni di personale di polizia penitenziaria, che ormai subisce inerme l'ira non giustificata dei detenuti - commenta il segretario generale Osapp, Leo Beneduci - l'episodio, non isolato, si connota ancor di più in gravità, per il clima di violenza cui si assiste e, che compromette nel quotidiano la sicurezza e la tutela del principio stesso di giustizia».

     

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    «Arrivati a questo punto, ci si appella a che l'Amministrazione Penitenziaria periferica e centrale prenda formale consapevolezza e provvedimenti in merito ad episodi che ormai rischiano di caratterizzare nel quotidiano gli ambienti delle carceri italiane e, si chiede che ci si adoperi con assoluta urgenza per la tutela di tutto il personale penitenziario che si è sempre contraddistinto per professionalità e che subisce episodi di violenza non più tollerabili» conclude Beneduci.

     

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