Ma come lo stiamo avendo in questo momento Luca. E tutti i giorni dedico 1 e 1/2 a rispondere perlopiù a persone che non sono d’accordo con me. È l’unico senso che riesco attribuire a questo mezzo. Ed è bello. https://t.co/IM8UOv6Tqw
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 21 aprile 2019
Un’ora e mezza? Cioè lei sta su Twitter UN’ORA E MEZZA. Al giorno?
Ma non ce l’ha una PlayStation?
(Vede che ve lo devono togliere?)
— Luca Bizzarri (@LucaBizzarri) 21 aprile 2019
Un’ora e mezza? Stocazzo pic.twitter.com/4ArcLTSt0D
— LAGGENTE (@SiamolaGente) 21 aprile 2019
Be sì mattina e notte quando rientro Luca. Ci dedico tempo. Spero ne valga la pena. Tu intanto spara agli alieni sulla Play che costruiamo un mondo migliore. Buona Pasqua https://t.co/q183ho7uAu
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 21 aprile 2019
Non lo so Luca qui si interagisce con le persone su argomenti, non con gli alieni e le pistole. Però avrai ragione tu. Sei molto più esperto. Buona Pasqua. Ieri tonsillite, solitudine e Twitter. Oggi famiglia e cigno arrosto e malrovesci. Ci risentiamo dopo Pasquetta. https://t.co/nvdQdUssFm
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 21 aprile 2019
Dicono tutti così...pure Grillo. ? non mi picco mai. https://t.co/Krd6atdNn0
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 21 aprile 2019
Questo è sicuro. Pero’..Ci lamentiamo spesso di Twitter usato dai politici come un megafono. Ma poi quando lo si usa in modo diverso diventa un errore di comunicazione. Io credo che ci sia una strada diversa da trovare. E che può essere un potente mezzo di discussione. Vediamo. https://t.co/UXjTPom13G
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 21 aprile 2019
Boh. Dici che ci teniamo solo quelli di Salvini? La verità è che si chiede interazione ma non si accetta contraddittorio. L’ideale è un bel profilo che va avanti a slogan da poter prendere per i fondelli. Vincere facile. https://t.co/M3LwIMdHsC
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 21 aprile 2019
Oddio mi ero dimenticato di te! Sei l’erinni del: “non puoi portare a cena fuori tua moglie”. Aiutoooo. Ma sei anche una donna quindi sarò cavaliere e non ti dirò quello che penso del tuo tweet. Inchino e baciamano. So che apprezzerai. https://t.co/AkyTUgXYUc
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 20 aprile 2019
CALENDA ELOGIA LO «SCHIAFFO EDUCATIVO» SE UN CEFFONE AIUTA I GIOVANI A CRESCERE
Luca Fazzo per ''il Giornale''
Se non ci fossero le cronache di questi giorni a ricordare che quella delle violenze sui bambini in Italia è una piaga inguaribile, si potrebbe dedicare la Pasqua a un nuovo gioco: e una parte dei diritti d' autore dovrebbero andare a Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo e aspirante eurodeputato, che ieri ha sdoganato il ceffone come strumento educativo.
carlo calenda (2)
Il nuovo gioco sarebbe il seguente: studiare accuratamente le performance dei vip dei nostri tempi, e indovinare se appartengono alla categoria di quelli che da bambini ne hanno prese troppe, o al club di quelli che ne hanno prese troppo poche. Alla fine indovinare non sarebbe difficile: perché chi ne ha prese troppe vive nell' ansia di dimostrare se stesso, di riaffermarsi davanti al mondo, di far dimenticare l' impronta rosseggiante delle cinque dita paterne sulla sua guancia di bambino. Matteo Renzi, per fare un esempio, qualche robusto scappellotto da babbo Tiziano deve averlo ricevuto; e pure Beppe Grillo ha probabilmente qualche cinquina di troppo nel suo curriculum.
QUANTO TWITTA CALENDA
All' opposto, chi ne ha prese troppo poche si aggira per il mondo con l' aria di chi pensa che tutto gli sia dovuto: perché se non lo hanno messo in discussione i suoi genitori, che diritto ha l' umanità di non ammirarlo incondizionatamente? Leader indiscusso della categoria è indubbiamente Massimo D' Alema, ma anche Massimo Cacciari ha l' aria di uno cui da bambino, se faceva qualche disastro, la mamma invece di una sberla rifilava un capitolo dei Grundrisse. Alfano è uno che ne ha prese troppe. Fini uno che ne ha prese troppo poche.
Carlo Calenda appartiene indubbiamente alla seconda specie. D' altronde chi potrebbe immaginare una donna delicata e problematica come Francesca Comencini, scrittrice e regista, risolvere a colpi di manrovesci le discolerie del piccolo Carletto? Calenda è cresciuto sereno e intonso, all' ombra di cotanta mamma, convinto di essere destinato all' amore del mondo. E così la sua imprevista predicazione a favore della sberla assume tutt' altra autorevolezza. Non parla per esperienza diretta, non dice che sono stati gli schiaffi a fare di lui il figaccione che è. Ma spiega che per gli altri, per i comuni mortali, lo schiaffone al momento giusto è un elemento fondante della crescita, un rito di formazione.
carlo calenda
La sua uscita ieri si consuma in un valzer di tweet, in risposta a un cinguettio di Giuliano Ferrara. Ferrara, dopo avere visto il figlio di Calenda in corteo con Greta Thunberg, auspica una cura di schiaffi. E Calenda invece di difendere il pargolo rivendica di avere già provveduto per tempo, «almeno due volte al giorno». Ieri, aggiunge, «per l' appunto si è beccato un bel ceffone per aver risposto male alla madre. E gli ha fatto un gran bene». Variazione sul tema: «Ogni tanto anche un bel calcio nel sedere funziona ma da meno soddisfazione».
Apriti cielo, ovviamente. Sui social l' ira dei montessoriani si abbatte su Calenda, trattato alla stregua di un sadico pervertito. Tanto che lui deve cavarsela in corner, cioè scherzando: «E ora scusate ma devo andare a picchiare i figli, distruggere videogiochi e rubare uova di Pasqua».
Peccato, perché l' outing di Calenda a favore delle punizioni corporali apriva prospettive di dibattito interessanti. Un buon ceffone non ha mai fatto male a nessuno, come è noto: e anzi, come nel caso di D' Alema, a fare danni è stata semmai la scarsità di schiaffi. Ma ci sono ceffoni e ceffoni: c' è il ceffone d' impeto e il ceffone meditato, lo schiaffo pubblico e quello privato, e ognuno di questi sottogeneri andrebbe analizzato nei suoi impatti sulla storia del paese. Il dibattito è aperto.
CARLO CALENDA SCRUTATORE ALLE PRIMARIE PD carlo calenda CALENDA IN COSTUME APPENA USCITO DAL LAGHETTO DI MONTAGNA