CONCERTO DI TRAVIS SCOTT AL CIRCO MASSIMO
Estratto dell’articolo di Carlo Massarini per “La Stampa”
concerto di travis scott al circo massimo
Quando nel 1966 i Beatles decisero di farla finita con gli show dal vivo le urla delle ragazzine sovrastavano il volume dei loro (miseri) amplificatori, dovevano scappare via sui blindati della polizia, non contava più la musica ma solo il fenomeno John Lennon disse: «Basta, sono solo stupidi riti tribali. Potremmo mandare le nostre statue di cera, sarebbe la stessa cosa».
Non proprio, magari, ma il concetto era chiaro, e vale ancora oggi (anzi, di più): gli eventi di massa sono riti tribali, aggiungete voi l’aggettivo, che travalicano il concetto di musica. Sono fondamentalmente allestimenti/spettacoli giganteschi nei quali la tribù si ritrova, ogni genere musicale ha le sue. L’importante è esserci, anche a cento o duecento metri di distanza, anche solo per vedere quel puntino negli schermoni led, anche per ballare in mezzo alla polvere. Anche per farsi un selfie col palco sullo sfondo per poterlo postare.
concerto di travis scott al circo massimo
Penso a quella frase mentre le orecchie ancora ronzano dagli 80’ dell’ultimo evento di quest’estate, prima che agosto arrivi a concedere una pausa (benvenuta) a quel frullatore musicale che è luglio in Italia. La storia la sapete: Travis Scott, dopo un concerto a Milano e la cancellazione di quello alle Piramidi di Giza, in soli cinque giorni annuncia e fa sold out (70K) al Circo Massimo di Roma (titolo già di un suo specialvideo appena uscito), che è ormai diventato un punto d’arrivo prestigioso per artisti soprattutto americani. Per loro la mitologia della Roma imperiale ancora vale oro, e chi siamo noi per rovinargli l’idea? Spero che il Comune si faccia pagare il giusto, una volta lo regalava. […]
Ora, perché abbia raggiunto una sorta di status mitologico non chiedetelo a me, che ero visibilmente la persona più anziana in zona (un altro over 60, dall’aria smarrita, indossava la maglietta degli Stones, e non sarà un caso). Forse al mio ultimogenito, per il quale è una sorta di dio in terra. […]
kanye west e travis scott al circo massimo
Faccio fatica, perché un motivo per identificarsi con quello che senti lo devi trovare: mi ricorda la battuta di Guzzanti agli albori di Internet, ‘ma ora che siamo collegati, io e te, aborigeno, che cazzo ci dobbiamo dire’? Ecco, faccio fatica a identificarmi con Travis Scott e le sue canzoni (canzoni?) nelle quali lo schema è sempre quello: voce trattata con l’autotune (un capostipite), beats pesanti il giusto, non complicati ma efficaci, una melodia appena accennata, un po' di gergo alla motherfucking mentre sotto scorrono le basi, cioè la canzone quasi per intero, sulla quale aggiungere parole e urla in quantità.
Ma questi sono i concerti rap, molta energia e poco live. La differenza dal vivo è se comanda o meno il salta-salta, ma spesso non ce n’è bisogno, la gente salta da sola. Però intorno vedo e sento pischelli rigorosamente under 25 che le sanno tutte a memoria, anche le nuove, e qualcosa vorrà pur dire. Quindi che sia mitologia, imitazione, moda o altro, Scott è una superstar anche da noi.
kanye west e travis scott al circo massimo 1
Lo spettacolo che porta in scena è visualmente suggestivo: l’enorme palco riempito di simil-altoparlanti che sembrano uno skyline urbano, al centro più in basso una sorta di scoglio di resina perennemente a bagno nel ghiaccio secco. E’ un’Utopia, ma distopica. Sul palco in alto solo il fedele dj Chase B unico titolare della parte sonora, e lui che in completo (prima bianco, poi nero) da football americano stilizzato con occhialini a fessura scende di qua e si arrampica di là, ma praticamente non viene mai avanti. L’unica volta in passerella quando a sorpresa nel delirio generale arriva proprio Kanye West, “l’unico che è stato sempre al mio fianco”, e cantano Praise God e Can’t tell Me Nothing.
E’ sempre nel semibuio, figurina lontana ripresa dalle telecamere con effetti, colorazioni, angolazioni niente male. Sembra un diabolico girone dantesco, dark e vulcanico, in cui qualsiasi immagine sugli schermi non dura più di un paio di secondi al massimo, spesso frazioni. Il suono è potente, bassi gonfi e beat secchi e sintetici, gli effetti di spari (veramente, più cannonate) e di caos sonoro per chiudere i brani.
kanye west e bianca censori al circo massimo per il concerto di travis scott
Del resto, questo è quello che vuole Scott: caos, casino, eccitazione fuori controllo. Ora è un po' più moderato, non incita più, la morte per schiacciamento di otto suoi fan al famigerato concerto all’Astroworld Festival a Houston nel 2021 e tutte le polemiche che ne son seguite ha fatto capire a lui (e a tutti) che ok per il tribale, ma il gioco si può fare pericoloso, ed è meglio darsi tutti una calmata. […]
SPRAY AL PEPERONCINO AL CONCERTO DI TRAVIS SCOTT A ROMA
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