intervento di carlo nordio
Felice Manti per “il Giornale”
«Per l'accesso in magistratura manca l'esame fondamentale: quello psichiatrico». Non le manda a dire l'ex magistrato Carlo Nordio, ex procuratore a riposo dal 2017. Nel mirino c'è sempre Nicola Gratteri, il coraggioso magistrato antimafia, e la sua sciagurata prefazione al libro negazionista Strage di Stato scritto da un collega magistrato, Angelo Giorgianni, e dal medico Pasquale Bacco, medico legale e amministratore delegato della Meleam Spa, società di proprietà statunitense con una sede anche a Bitonto (Bari) già noto tra i negazionisti del Covid per un video virale su una sua audizione alla Camera in cui sosteneva che «nessuno è morto di Covid».
nicola gratteri
Se è vero che Gratteri ha chiarito l'intento della sua prefazione - sfruttare l'opportunità di un libro per lanciare i suoi anatemi contro la 'ndrangheta - è altrettanto vero che la sua decisione di avallare in qualche modo le tesi del libro e soprattutto quelle espresse dai due autori «fuori» dal libro (come «i vaccini sono acqua di fogna») rischia di gettare discredito sulla magistratura, che già oggi non sta passando un bel periodo dopo le rivelazioni dell'ex leader Anm Luca Palamara al libro-intervista Il Sistema di Alessandro Sallusti, direttore del Giornale.
strage di stato il libro complottista sul covid con la prefazione di gratteri
«Considerato che le tesi negazioniste e no vax sono stravaganti e ai limiti dell'antisociale, non è opportuno che un magistrato ne favorisca la diffusione in nessun modo. Neanche con scritti dove non affronta direttamente queste tesi», dice l'ex giudice Nordio all'Huffington Post. Sebbene, come sottolinea l'ex magistrato, la sua prefazione dia «un quadro di plausibilità» a libro che propugna teorie complottiste.
Frasi che ricalcano quelle di un altro nume tutelare ma di orientamento politico opposto come Guido Neppi Modona, che qualche giorno fa sul Riformista aveva invocato la testa di Gratteri: «A norma dell'ordinamento giudiziario deve quantomeno essere trasferito in un'altra sede e con funzioni che non comportino alcun incarico direttivo».
Nordio ne ha anche per Giorgianni: «Un magistrato in servizio alla corte d'Appello di Messina e, contestualmente, ha da pochi giorni inviato al Tribunale dell'Aia un esposto in cui denuncia il governo italiano per crimini contro l'umanità. Quantomeno singolare, non trova?», sottolinea Nordio. Ma che il Csm si debba occupare di Gratteri è chiaro. Soprattutto adesso che il pm antimafia è in corsa, per sua stessa ammissione, alla poltrona di capo della Procura di Milano che Francesco Greco lascerà vacante a novembre: «Certo, il Csm non ha competenza sulle idee sanitarie delle toghe», dice Nordio, che consiglia i suoi ex colleghi a fare «un bagno di umiltà» e «di leggere forse un libro di diritto in meno ma una tragedia di Shakespeare in più. Imparerebbero a capire le loro debolezze, e quelle degli altri».
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