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Massimiliano Rambaldi per “La Stampa”
Una borraccia di metallo. Un soprammobile di ceramica. Un quadro. Alexandro Riccio avrebbe adoperato almeno una trentina suppellettili per uccidere la moglie Teodora Casasanta e il loro unico figlio, Ludovico, di 5 anni.
Ha preso tutto quello che gli capitava sotto mano e li ha colpiti, a ripetizione, come in preda a un raptus senza fine. Poi, a massacro avvenuto, ha bevuto candeggina e si è lanciato da una finestra del terzo piano della casa in cui la famiglia si era trasferita alla fine della scorsa estate. Senza riuscire ad uccidersi.
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Gli investigatori della scientifica, l'altra mattina, hanno sequestrato una cinquantina di oggetti che ora verranno analizzati, per ricostruire la dinamica di questo assurdo omicidio. Secondo i primi riscontri i due terzi di quel materiale sporco di sangue, trovato attorno ai corpi, sarebbe stato usato per colpire Teodora e Ludovico.
Sorpresi, forse, entrambi nel sonno. Eccola l'ultima rivelazione sulla strage famigliare di Carmagnola, nel Torinese, consumata tra giovedì e venerdì. Elementi che raccontano una notte di follia. Una esplosione di violenza tale e tanta che fa rabbrividire gli stessi investigatori. Lei, psicologa in un centro a cavallo tra le province di Torino e Cuneo, l'hanno rinvenuta con il cranio sfondato: era riversa sul letto. Ludovico, invece, lontano dal suo lettino, in una posa innaturale, straziato da quel padre da cui - raccontano i vicini - non riusciva a stare lontano.
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Ma le domande alle quali l'inchiesta della magistratura e dei carabinieri deve ancora rispondere sono tante. Prima fra tutte perché Alexandro - che da tempo dava segni di aggressività - non era in cura in qualche centro specializzato. E ancora. Aveva già manifestato intenzioni omicide? E se sì, chi sapeva, e per quale ragione ha taciuto?
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Intanto, nella mattinata di ieri, sono stati sentiti i vicini di casa. Che hanno raccontato delle urla provenire da quell'appartamento nella notte del massacro. E si sospetta che tutto sia cominciato nella tarda serata: almeno tre-quattro ore prima dell'allarme lanciato dai vicini. Che, forse, all'inizio pensavano ad una lite, una delle tante in quell'appartamento. Intanto chi li ha conosciuti si affanna a dire che Alexandro Riccio «era tanto cambiato» nelle ultime settimane.
teodora casasanta e alexandro vito riccio
Lo sottolinea il suo ex datore di lavoro: «Circa due anni fa lo avevo assunto come venditore. Era un tipo spigliato e brillante. Poi è arrivato il Covid». E cosa è successo? «Abbiamo dovuto sospendere la collaborazione. Quando l'ho ricontattato, lo scorso autunno era diverso: cupo, taciturno». Erano i giorni in cui l'omicida chiedeva scusa alla sua famiglia su Facebook, spiegando di voler andare da uno psicoterapeuta. Ma dal medico non c'è mai andato. E l'altra notte ha ucciso moglie e figlio, con una ferocia senza limiti.