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    “A CAUSA DEL TUMORE CHE HO AVUTO MI IMPEDISCONO L’ADOZIONE” – CAROLINA MARCONI, NONOSTANTE SIA GUARITA DALLA MALATTIA, È IMPOSSIBILITATA A SODDISFARE IL SUO DESIDERIO DI ESSERE MADRE. LO SFOGO SUI SOCIAL: “UNA VERA E PROPRIA DISCRIMINAZIONE. PIÙ DI 900MILA PERSONE IN ITALIA NON POSSONO ESSERE LIBERE DI GUARDARE IL FUTURO SENZA CONVIVERE CON L’OMBRA DELLA MALATTIA. PER QUESTO È MOLTO DIFFICILE ADOTTARE UN BAMBINO, OTTENERE UN MUTUO, FARSI ASSUMERE” – E RILANCIA SUL DIRITTO ALL’OBLIO ONCOLOGICO…


     
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    Federica Bandirali per corriere.it

     

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    Carolina Marconi ha terminato nel gennaio 2022 le sedute di chemioterapia necessarie a combattere un tumore al seno. Battaglia vinta. Un percorso che Carolina, con grande coraggio, ha sempre condiviso con i suoi 347 mila follower: «Ora voglio godermi tutto». Così aveva scritto la showgirl venezuelana alla fine del percorso di cura.

     

    Al sogno di diventare mamma Carolina non ha mai rinunciato e lo aveva detto anche in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: «Non ho messo via la speranza di diventare mamma. E se non arriverà l’adotterò. Ma niente potrà togliermi questa grande voglia di maternità».

     

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    La showgirl venezuelana aveva scoperto di avere tumore mentre si sottoponeva ai diversi esami richiesti per la fecondazione assistita, percorso che lei e il suo compagno Alessandro Tulli avevano scelto di intraprendere non riuscendo ad avere un bambino per via naturale.

     

    Su Instagram Marconi però ha raccontato la sua nuova battaglia, questa volta contro la burocrazia che le sta impedendo di adottare un bambino. «Io e Ale avevamo pensato di adottare un bimbo viste le tante difficoltà. Ci stiamo facendo seguire da un avvocato.

     

    Purtroppo non sono idonea a intraprendere un'adozione perché ho avuto un tumore, anche se sono guarita. Più di 900mila persone in Italia non possono essere libere di guardare il futuro senza convivere con l’ombra della malattia. Per questo è molto difficile adottare un bambino, ottenere un mutuo, farsi assumere. Una vera e propria discriminazione», scrive la showgirl in un lungo post a corredo di una foto con il suo partner.

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    «Ci sono paesi come Francia, Olanda, Lussemburgo, Portogallo e Belgio che hanno aderito al riconoscimento del Diritto dell’oblio oncologico con l’obiettivo di ottenere una legge che tuteli le persone che hanno avuto una neoplasia», prosegue Carolina.

     

    «L’associazione Aiom lancia una campagna per richiedere all’Italia di adeguarsi garantendo i diritti degli ex pazienti. Abbiamo raccolto fino oggi 24 mila firme. Lo scopo è il raggiungimento di più di 100.000 firme che verranno poi portate al Presidente del Consiglio per chiedere l’approvazione della legge». In fondo al post le indicazioni per firmare. Carolina, la «guerriera» (così è chiamata su Instagram per la sua forza anche durante la malattia) è pronta a una nuova battaglia.

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    Il diritto all’oblio oncologico

    Proprio ieri, dopo confronti con le associazioni scientifiche e di pazienti, Paola Boldrini, Vice Presidente Commissione Sanità in Senato, ha illustrato in Senato, in conferenza stampa, il disegno di legge sul diritto all’oblio oncologico. «Un DDL che reputo un segno di civiltà e per cui ho chiesto l’iter veloce senza il passaggio in Aula». ha detto Boldrini. Il testo prevede che chi non ha recidive da 10 anni o 5 anni, nel caso la malattia sia insorta prima dei 21 anni, non possa più essere considerato malato. Tradotto, le informazioni relative alle passate condizioni di salute non possono più essere un ostacolo per quanto sopradescritto.

     

    «Per il diritto all’oblio, mi sono battuta con forza, consapevole che la salute e la sanità non riguardano solo gli ‘strumenti’ e le ‘risorse’ da mettere in campo ma anche l’approccio culturale e la sensibilizzazione autentica. Chi è stato affetto da tumore è guarito fisicamente ma conserva la ferita, la paura, il trauma. Non va ulteriormente penalizzato come individuo».

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    Con questo testo si stabilisce che gli ex oncologici sono da reputarsi guariti, quindi con gli stessi diritti di chi non ha dovuto combattere la malattia. La patologia smette di essere per banche e assicurazioni una informazione utile a calcolare rischi e solvibilità. Lo stesso sottosegretario, Pierpaolo Sileri, a nome suo e del Ministro Roberto Speranza, ne ha confermato il valore. Ora, incassato il sostegno anche del Dicastero, confido venga approvato a stretto giro, all’unanimità e diventi legge. Sarebbe fondamentale anche per debellare lo stigma, che diversamente si alimenta».

     

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