it s such a beautiful day al sundance

CARTONI TRISTI PER I FIGLI DELLA CRISI – I FILM DI ANIMAZIONE IN GARA AL “SUNDANCE FESTIVAL” SONO MEDITATIVI, ESISTENZIALI E FILOSOFICI - QUASI TUTTI TRATTANO IL TEMA DEL DECLINO E DELLA MORTE

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da www.nytimes.com

the obvious child al sundancethe obvious child al sundance

 

Scegliete: Dio è una gigantesca testa fluttuante o una ragazzina petulante che continua a sbagliare le sue creazioni? Sono solo alcune delle opzioni esistenziali che offre la sezione di corti di animazione del “Sundance Film Festival”, quest’anno piena di animatori inglesi e americani e pervasa da temi di morte e declino, idee surreali, commoventi e perverse.

belly di julia pottbelly di julia pott

 

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Dall’inizio del mondo alla sua fine immaginata, gli argomenti trattati sono eclettici e talvolta imperscrutabili, gli stili dell’animazione e la qualità dell’esecuzione sono variabili, ma alcune proposte sono straordinarie. “Belly” di Julia Pott è disegnato a mano e racconta la storia di due fratelli e una balena.

 

In “Oh Willy”, di Marc James Roels e Emma De Swaef, si usano personaggi fatti con la lana, per narrare la storia di un uomo in lutto che trova conforto tra le braccia di una specie di Yeti. Difficile analizzare i pazzi protagonisti di “The Obvious Child”. Concorre inoltre l’ultimo capitolo della trilogia di Don Hertzfeldt intitolata “It’s Such a Beautiful Day”, elegante favola di un uomo qualunque, meditativa, quasi filosofica, che si pone con incanto di fronte al cosmo.

oh willy al sundanceoh willy al sundance