Alfio Sciacca per il “Corriere della Sera”
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Sono circa trecento le case del comune di Casamicciola inserite nella zona rossa definita dal piano di emergenza speditivo preparato dai vigili del fuoco in vista della nuova ondata di maltempo prevista per sabato su Ischia. A rivelarlo, nel corso della puntata di Porta a Porta di ieri sera, il ministro della Protezione civile Nello Musumeci.
Che ha anche parlato di possibili nuovi smottamenti nel fine settimana e della necessità, quindi, di evacuare gli abitanti di quelle case. Musumeci ha anche annunciato un consiglio dei ministri fissato per oggi in cui dovrebbe essere adottato un decreto legge che preveda i primi aiuti per Casamicciola.
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Poi ci sarà tantissimo da pianificare. A cominciare dalla stesura di un piano di protezione civile che il comune ischitano non ha, nonostante nel 2014 avesse aderito a un bando regionale, ottenendo un finanziamento di 30.000 euro da utilizzare proprio per definire il piano. Ma quei soldi la Regione non ha mai dovuto sborsarli: perché il progetto definitivo non fu mai presentato.
In realtà in queste condizioni non c'è solo Casamicciola. «Noi temiamo che in Italia siano circa un migliaio i comuni privi di un piano», perché da parte di molte amministrazioni «lo si considera uno strumento inutile», ha detto ancora Musumeci.
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Ma adesso la tragedia riguarda Casamicciola ed è dunque facile ipotizzare che l'assenza del piano sarà uno dei punti al centro dell'inchiesta per frana colposa e omicidio plurimo colposo aperta dalla procura di Napoli. L'indagine è ancora alle primissime battute e senza indagati perché i pm intendono lasciare la priorità ai lavori più urgenti di messa in sicurezza della zona colpita dalla frana e soprattutto al recupero dei corpi di chi ancora manca all'appello.
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Poi partiranno rilievi e sopralluoghi e saranno acquisite tutte le documentazioni necessarie a capire una volta per tutte perché, e per scelta di chi, le case spazzate dal fango si trovassero su quel costone così pericoloso.
Ai consulenti dei pm toccherà anche dire una parola chiara sui piani che alcuni sindaci sbandierano per sostenere che quella del Celario non era ritenuta una zona a rischio. I sindaci fanno riferimento a un Piano regionale di ricostruzione post-terremoto di Casamicciola che non esiste.
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Spacciano per un piano già approvato quello che invece è soltanto un documento preliminare metodologico, Dove, tra l'altro, si parla chiaramente dell'opportuntà di procedere «con ulteriori attività di studio geologico e geofisico» con riferimento «alle problematiche di dissesto idrogeologico potenzialmente interagenti e/o connesse con gli obiettivi del piano». Ora sarà Giovanni Legnini a gestire i futuri passi da compiere. Dopo aver bloccato la nomina del viceprefetto Simonetta Calcaterra, il presidente della Regione De Luca ha proposto al governo di affidare il post-alluvione al commissario che già si occupa della ricostruzione. E sul suo nome è stata trovata l'intesa.
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