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    DI TUTTA L’ERBA UN FASCIO - LA CORTE DI ASSISE DI NAPOLI HA ASSOLTO I MILITANTI DI CASAPOUND E ALTRE SIGLE DI ESTREMA DESTRA DALLE ACCUSE DI ASSOCIAZIONE EVERSIVA E BANDA ARMATA: “IL FATTO NON SUSSISTE” - IL PM AVEVA CHIESTO 34 CONDANNE, TRA CUI EMMANUELA FIORINO (FIGLIA DELL’EX SENATORE DI AN MICHELE) –  L’INCHIESTA ERA PARTITA DOPO GLI SCONTRI CON ALCUNI GRUPPI ANTAGONISTI


     
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    Dario Del Porto per www.repubblica.it

     

    emmanuela florino casapound emmanuela florino casapound

    La corte di Assise di Napoli ha assolto tutti gli imputati del processo istruito nei confronti dei militanti del movimento neofascista CasaPound e di altre sigle come Blocco studentesco e H.M.O. Il verdetto, emesso con la formula “perché il fatto non sussiste”, esclude le accuse di associazione sovversiva e banda armata nei confronti, fra gli altri, di Enrico Tarantino, Giuseppe Savuto ed Emmanuela Florino ( figlia dell'ex senatore di An Michele) e Andrea Coppola.

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    Il pm aveva chiesto condanna per tutti i 34 imputati. Accolte le tesi degli avvocati Marcella Angiulli, Giovanni Belleré, Guido Di Maio, Riccardo Cafaro, Carmine Ippolito, Elena Lepre, Sergio Rastrelli, Mauro Tornincasa. Unica pena detentiva sono i tre anni di reclusione inflitti a Enrico Tarantino, a fronte degli otto chiesti dal pubblico ministero, per la detenzione di bottiglie molotov che sarebbero state lanciate all’indirizzo della sede del centro sociale insurgencia nel 2010.

    giuseppe savuto casapound giuseppe savuto casapound

     

    Il pm Catello Maresca chiuse con 34 richieste di condanna la requisitoria. Le pene più severe furono proposte per quattro imputati, ritenuti capi e organizzatori: 8 anni di reclusione furono chiesti per Enrico Tarantino, 6 anni ciascuno per Giuseppe Savuto ed Emmanuela Florino (figlia dell'ex senatore di An Michele) e Andrea Coppola. Il pm Maresca chiese anche pene alternative rispetto all'ipotesi d'accusa secondaria di associazione per delinquere "semplice". L'inchiesta partì in seguito a violenti scontri tra gruppi di estrema destra e di antagonisti, a Napoli.

     

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    Per Maresca erano sussistenti le ipotesi di associazione sovversiva e banda armata perché il gruppo era ispirato da "un'ideologia che cerca lo scontro e si propone di affermare violentemente i propri ideali". Su questi due reati, nella fase delle indagini, si sono registrate decisioni contrastanti: la tesi della Procura è stata accolta dal gip Francesco Cananzi, bocciata dal tribunale del Riesame e riconsiderata invece dalla Cassazione, che aveva ritenuto i fatti al centro dell'inchiesta espressione "di una strategia ideologicamente orientata alla sovversione del fondamento democratico del sistema". Tesi bocciata dalla Corte di Assise.

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