Enrico Marro per www.corriere.it
LA SOGLIA CONTESA DEI PAGAMENTI CASH
La battaglia del contante sarà decisiva per le sorti della manovra e del governo Conte 2. È stato proprio il premier a volere le misure per spingere gli italiani a usare di meno il contante e di più la moneta elettronica (carte di credito, bancomat), così come avviene nei Paesi più avanzati. Ma ora i 5 Stelle e Italia viva vogliono allentare la stretta sul contante, il cui tetto dovrebbe scendere, in tre anni, da 3 mila a mille euro.
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IL TETTO: DAI 20 MILIONI DI VECCHIE LIRE AI 3 MILA EURO
Il tetto all’utilizzo del contante è cambiato tantissime volte nella storia della Repubblica. Ma senza apprezzabili effetti sul tasso di evasione fiscale. Il limite attuale di 3mila euro fu introdotto dal governo presieduto da Matteo Renzi con la legge di Stabilità 2016. Dal primo gennaio di quell’anno, pagamenti superiori a 3 mila euro possono essere fatti solo con strumenti diversi dal contante, in modo che ne possa rimanere traccia. La manovra Renzi triplicò il tetto precedente che era particolarmente severo, mille euro, deciso alla fine del 2011, in piena emergenza finanziaria, dal governo di Mario Monti. Quando nel 2002 fu introdotto l’euro il tetto era di ben 10.329,14 euro, i vecchi 20 milioni di lire vigenti dal 1991 (governo Andreotti VII). Poi, il secondo governo Berlusconi lo alzò, nel 2002, a 12.500 euro.
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Inversione di marcia nel 2007, con l’arrivo del centrosinistra al governo. L’esecutivo Prodi abbassò il tetto a 5mila euro. Ma poi tornò al governo il centrodestra e il Berlusconi IV, appena un anno dopo, ripristinò il limite dei 12.500 euro. Lo stesso Berlusconi però ci ripensò e nel 2010 riabbassò il tetto a 5mila euro e poi nel 2011, quando la tempesta finanziaria era già nell’aria, addirittura a 2.500 euro. Oggi chi effettua pagamenti in contanti sopra 3mila euro e fino a 50mila è punibile con una sanzione minima di 3mila euro, che sale a 15mila per i pagamenti sopra 50mila euro.
IN EUROPA LIMITI SOLO PER 12 PAESI. E NON C'È LA GERMANIA
A un estremo ci sono Francia, Portogallo e Grecia, che sono i più severi, all’altro i Paesi dell’Est, in particolare Polonia, Repubblica Ceca e Croazia, che sono i più permissivi. Questa la fotografia sui tetti all’uso del contante in Europa. Dove su 28 Paesi, solo 12 Paesi, Italia compresa, prevedono limiti di legge. Gli altri no, tra questi anche la Germania. In Portogallo il tetto è fissato a mille euro, lo stesso cui dovrebbe arrivare l’Italia nel 2022. Mille euro anche in Francia (ma sale a 15 mila per i non residenti). In Spagna il limite è a 2.500 euro (anche qui arriva a 15 mila per i non residenti). In Belgio è di 3 mila euro, in Grecia di 1.500 euro.
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Nella fascia media ci sono la Bulgaria, con circa 5.1o0 euro (10 mila leva), la Romania, che ha un tetto giornaliero per i pagamenti in contante di circa 2.100 euro (10 mila lei), la Slovacchia con 5 mila euro, la Repubblica Ceca con 14 mila euro e la Polonia e la Croazia con 15 mila euro.
LA MANOVRA E L’IPOTESI DI FERMARSI A 2.000 EURO
La modifica del tetto all’utilizzo del contante, attualmente fissato a 3 mila euro per pagamento, è stata al centro dello scontro nel consiglio dei ministri cominciato martedì sera e finito all’alba di mercoledì. Il Movimento 5 Stelle e ancora di più Italia viva si sono infatti opposti alla proposta iniziale del premier Giuseppe Conte di abbassare subito il tetto a mille euro. Alla fine si è raggiunto un compromesso che prevede la riduzione a 2 mila euro nei primi due anni, cioè nel 2020 e 2021, e poi a mille euro dal 2022. Ieri il sottosegretario al ministero dell’Economia, Alessio Villarosa, è tornato alla carica per i 5 Stelle, sottolineando che la Ragioneria generale dello Stato, «ovvero chi realmente lavora sul tema, stima un recupero da evasione pari a zero nel caso in cui il tetto al contante passasse da 3 mila euro a mille euro».
CONTANTI
La lotta all’evasione, per il capo del Movimento, Luigi Di Maio, si deve concentrare sui grandi evasori, lasciando in pace, commercianti, artigiani e partite Iva. Anche se tra i grillini non mancano voci di dissenso: «Non esistono i grandi o i piccoli evasori, esistono gli evasori», dice Giorgio Trizzino. Per Antonio Patuelli, presidente dell’Abi (banche), «il tetto al contante, per essere efficace, deve essere europeo». Nella maggioranza si cerca un compromesso già sul decreto o con emendamenti in Parlamento che ruoti su una maggiore gradualità o su un abbassamento meno severo del tetto, fermandosi a 1.500-2 mila euro.