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    CASINI MENTALI - QUEL FURBY DI PIERFURBY DICE TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO: “SONO ESTREMAMENTE SCONTENTO DEL VOTO. PERÒ SIAMO L’UNICO PARTITO (OLTRE A GRILLO) CHE CRESCE. MA I MODERATI SONO SOTTO LE MACERIE. E QUINDI NON TOGLIEREMO IL SOSTEGNO A MONTI”. MA CHE STA A DI’? - BLA-BLA PER NON DIRE CHE L’IDEA DI AGGANCIARE IL TERZO POLO AL GREMBIULINO DEL TASSATORE MONTI È STATA SUICIDA, E IL VOTO È FUGGITO VERSO I PARTITI PIÙ INCAZZATI…


     
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    1- COMUNALI: CASINI, VOTO IMPONE RIFLESSIONE PERSONALE
    (ANSA) - Dopo i risultati delle comunali "sto avviando una seria riflessione personale". Lo dice il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini in una pausa dei lavori del Consiglio nazionale del suo partito. "I voti di Pdl e Lega non li abbiamo certo presi noi", sostiene Casini, secondo il quale è necessario "riflettere perché c'e grande preoccupazione per il quadro complessivo" che emerge dal voto.

    LA PREGHIERA DI PIERFERDINANDO CASINILA PREGHIERA DI PIERFERDINANDO CASINI PIERFERDINANDO CASINIPIERFERDINANDO CASINI

    "Ora voglio pensare, perché la prima cosa in politica, oltre a parlare, è, in casi delicati, pensare. E io sto avviando una mia riflessione personale, che credo anche il partito stia avviando collettivamente". E alla domanda se il primo interlocutore, in questa nuova fase di riflessione, possa essere Alfano, Casini risponde: "Io rifletto perché in politica ogni tanto bisogna fermarsi e riflettere. Noi abbiamo guadagnato ma questo dato, nel complesso dei risultati, non mi fa sorridere". Su questo Casini scherza: "Ora lasciatemi in quarantena: andrò a rifugiarmi in un eremo e lì penserò..."


    2- CASINI, BENE UDC MA MODERATI SOTTO CUMULO MACERIE
    (ANSA) - I risultati del voto amministrativo sono favorevoli per l'Udc ma non piacciono al leader Pier Ferdinando Casini che si dice "estremamente scontento". "I partiti tradizionali sono stati sconfitti e i moderati sono sotto un cumulo di macerie", dice in una pausa del consiglio nazionale del suo partito.

    "L'analisi del voto, come testimonia D'Alimonte sul Sole 24 Ore, risulta positiva per noi ma in termini strettamente numerici. Siamo l'unico partito oltre i grillini che cresce. Ma questo non significa affatto che siamo contenti. Anzi - spiega Casini - siamo estremamente scontenti". Per il leader Udc questo "é un segnale molto serio per assumersi responsabilità e non certo per togliere il sostegno a Monti".

    PIERFERDINANDO CASINIPIERFERDINANDO CASINI


    3- IL PROGETTO DI CASINI è GIà NAUFRAGATO
    Massimiliano Scafi per "il Giornale"

    PIERFERDINANDO CASINIPIERFERDINANDO CASINI

    E perché no, magari il Partito della Nazione nascerà proprio a Nemi. Castelli romani, aria fresca, fettuccine e porchetta, un paesino pittoresco, famoso soprattutto per il lago dove si affaccia la residenza estiva del Papa e per le fragoline di bosco. Lì, Alberto Bertucci è stato eletto sindaco con una lista civica post-dc. Forse, insieme a quella di Cuneo, è l'unica vittoria dei centristi in questa tornata elettorale.

    Il voto per i comuni riconsegna dunque un Terzo Polo ammaccato, sotto choc, incapace di assorbire la forte flessione del Pdl e di sfruttare la grande visibilità conquistata da Pier Ferdinando Casini, Lord Protettore dell'esecutivo del Prof e co-azionista di maggioranza dell'acronimo politico ABC. Se il futuro Partito della Nazione, ci si chiede, non riesce a imporsi nemmeno ora che i pidiellini sono in difficoltà, quando mai potrà riuscirci?

    Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, ammette il flop. «In queste elezioni paga un prezzo altissimo chi sostiene il governo Monti».Però, dice,non c'è alternativa,«dobbiamo continuare a sostenerlo». Ma Cesa spera comunque in una svolta. «Non bisogna dimenticare com'era la situazione dell'economia italiana solo cinque mesi fa. Adesso ci auguriamo che si passi alla fase due. E ci auguriamo che, finite la campagna e le fibrillazioni elettorali, da domani si torni alla normalità per ricominciare a lavorare per risolvere i problemi del Paese, solo così si può uscire da questa fase di estrema difficoltà».

    ANGELINO ALFANO CON PUGNO VOLITIVOANGELINO ALFANO CON PUGNO VOLITIVO LORENZO CESALORENZO CESA

    Il segretario se la prende anche con l'assenteismo e i grillini, «segnali da non sottovalutare», e riesce a vedere un bicchiere mezzo pieno: «La lezione del voto? Emergo¬no i dati di un Pdl che resiste poco e di una Lega che fa altrettanto. Noi in questa tornata abbiamo costruito alcune coalizioni e i primi segnali ci incoraggiano a proseguire nel programma di costruire una forza moderata che metta insieme laici e cattolici. Vogliamo dare vita a un nuovo soggetto politico che metta al centro le rappre¬sentanze del Paese vero per dare una risposta all'antipolitica».

    PIERLUIGI BERSANIPIERLUIGI BERSANI

    Insomma per l'Udc, nonostante l'insuccesso, «il progetto va avanti». Eppure anche il suo principale alleato, il Fli, è rassegnato e parla di un cataclisma. «Mi sembra che ci sia stato un profondo cambiamento- dice Italo Bocchino - la politica italiana è stata travolta da uno tsunami. Vincono l'astensionismo, le liste civiche, l'antipolitica. Il Pdl ha subito un tracollo». E il Terzo Polo? A Cuneo l'Udc Federico Borgna conduce la corsa con il 37 per cento. Per il re¬sto l'unica discreta notizia, oltre che da Nemi, arriva da Genova, dove Enrico Musso la spunta sul can¬didato di Cinque Stelle e vede il ballottaggio contro Marco Doria.

    ITALO BOCCHINOITALO BOCCHINO

    «Sì, a Genova abbiamo avuto un buon risultato - commenta Bocchino - altrove il Terzo Polo non l'abbiamo sperimentato ma i singoli partiti hanno incrementato i loro consensi».
    Dunque il Pdn, come piattaforma del futuro, è ancora in laboratorio. Spiega Massimo D'Alema: «Il Terzo Polo paga un prezzo alto al fatto di non scegliere. In Italia il bipolarismo è entrato nella coscienza delle persone e chi sta in mezzo, che tiene posizioni incerte, non viene premiato».

    Infierisce Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del Pdl: «Il Terzo Polo si conferma per quello che già si sapeva. Potere di interdizione elevato, capacità di vittoria nulle».

    Casini insomma non sfonda, non «fa la differenza», non riesce a inseguire quella che Beppe Fioroni con ottimismo chiama «una prateria sconfinata di voti moderati in libera uscita». Altro che alternativa al Cav, «gli italiani che non votano più Pdl rischiano di restare a casa o di frammentarsi». I centristi,conclude Fioroni,«devono riflettere sul fatto che una rigenerazione della destra non esiste». Maurizio Gasparri ironizza: «Casini ha fondato sei volte il suo Partito della Nazione. Gli tocche¬rà rifondarlo per la settima».

     

     

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