Francesco Lo Dico per “il Messaggero”
GIULIO CENTEMERO
«Siamo certi che la Lega fornirà chiarimenti sul caso Centemero. E ci auguriamo che Salvini non minimizzi la vicenda». Di fronte all' inchiesta per finanziamento illecito che coinvolge il tesoriere del Carroccio, stavolta il Movimento decide di caricare a testa bassa.
Ad accendere le polveri è una nota dei capogruppo stellati D' Uva e Patuanelli che gli alleati di governo accolgono con un misto di gelo e rancore. «Non replichiamo ai Cinque Stelle», si morde la lingua il capogruppo leghista a Montecitorio, Riccardo Molinari. Ma a dire l' aria che tira in casa del Carroccio, ci pensa qualche ora dopo Matteo Salvini.
matteo salvini luigi di maio
Che direttamente da Israele invita i magistrati a fare presto («Stanno cercando milioni di euro che non ci sono»), incassa l' affondo dei partner di governo («Non minimizzo», ribatte), ma non risparmia loro quella una stoccata. «Quando torni alle cose italiane a volte ti cadono le braccia», sibila deluso il capo del Viminale.
IL SALVA-PECULATO Il contrattacco del Movimento non è solo un perentorio invito a chiarire. Ma anche una netta presa di distanza dall' alleato. «Ci battiamo contro i finanziamenti illeciti ai partiti scrivono D' Uva e Patuanelli - perché in un Paese civile non devono esserci interessi esterni a influenzare l' attività delle forze politiche presenti in Parlamento». Il riferimento alla norma salva-peculato che aveva mandato su tutte le furie il Movimento, quella apparsa tra accuse reciproche nel ddl anticorruzione e poi cancellata in tutta fretta, non è casuale.
conte salvini di maio
Le vecchie ruggini tornano improvvisamente a galla, insomma. Ma perché proprio adesso, a pochi metri dal traguardo che trasformerà in legge la Spazzacorrotti? No, a sentire i pentastellati non c' è pericolo di un nuovo blitz che possa mettere a repentaglio uno dei provvedimenti simbolo. «Uscirà dal Senato così come concordato», assicura lo staff M5S. E dunque? La cartina di tornasole è nel tweet del presidente grillino della commissione Antimafia, Nicola Morra.
Che all' indomani dell' inchiesta sulla Lega ringrazia Report perché ha ricordato a tutti che «ci si deve comportare come legge e coscienza morale impongono».
«Non si guarda in faccia nessuno nel rispetto della legge. Siamo il #M5S», cinguetta il senatore pentastellato. A testimonianza di un malcontento, finora malcelato, che ieri è tracimato.
SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO
«Sono vicende gravissime, dobbiamo prendere subito le distanze», è stato il forcing indirizzato da molti ai piani alti del Movimento. E così, anticipato da Luigi Di Maio in mattinata («Chiederò chiarimenti a Salvini, sono certo che non minimizzerà»), l' affondo si è materializzato più netto poche ore dopo. Il vero motivo della mossa è dunque politico. Da una parte serve a al Movimento per rinsaldare le fila. Ma dall' altra serve a mandare un warning all' alleato premiato dai sondaggi: «Siamo stanchi dei continui sconfinamenti di Salvini, si deve dare una regolata».
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