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    “INDOVINA INDOVINELLO, QUALE ZOCCOLA È VENUTA A CASA MIA?" – I MESSAGGI INTIMIDATORI DI ANNALUCIA CECERE, INDAGATA PER L’OMICIDIO DI NADA CELLA, ALLA CRIMINOLOGA ANTONELLA PESCE DELFINO, CHE HA FATTO RIAPRIRE IL CASO: “NON FARE LA FINTA TONTA, STRONZA. COME FACEVI A SAPERE CHE USCIVO CON... E TUTTI I CAZZI MIEI. E DI QUELLO BASSINO ... COME FACEVI A SAPERLO? HAI PAURA EH?" - VIDEO


     
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    Marco Lignana per www.repubblica.it

     

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    La criminologa Antonella Pesce Delfino, nel suo immane lavoro sul caso di Nada Cella, ha ricevuto anche messaggi, telefonate e "vocali" per nulla piacevoli dalla donna oggi accusata di omicidio volontario, Annalucia Cecere.

     

    Contenuti audio che ora sono agli atti dell'indagine sul tavolo del pubblico ministero Gabriella Dotto, e dunque noti alle parti. Messaggi spediti da Cecere dopo un incontro fra le due, un faccia a faccia nel quale la criminologa, fingendosi interessata ai problemi legati alla scuola (Cecere si è licenziata anni fa dal suo ruolo di insegnante a Boves), aveva ""agganciato" la 53enne, con l'obiettivo di ottenere da lei informazioni preziose.

    omicidio nada cella omicidio nada cella

     

    Ma quando la conversazione era scivolata sul Tigullio e su un ex fidanzato di Cecere ai tempi della sua vita chiavarese, il clima si era fatto subito molto teso. Da allora, la reazione rabbiosa di Cecere.

     

    Così ecco un vocale in cui l'indagata sembra sostenere di avere conoscenze tra le forze dell'ordine e dice "ho parlato con la polizia di Chiavari, forse è stato già riaperto il caso. Ti ci trascino per i capelli. poi ti faccio fare le domandine. Indovina indovinello, quale zoccola è venuta a casa mia?".

     

    NADA CELLA NADA CELLA

    E ancora, un altro audio in cui Cecere si "lamenta" delle fin troppo approfondite informazioni sul suo passato da parte di Pesce Delfino: "E come facevi a sapere che uscivo con... e tutti i cazzi miei. e di quello bassino ... come facevi a saperlo? Hai paura eh?".

     

    La criminologa ovviamente non si è fermata, nonostante la pressione nei suoi confronti. Insieme alla mamma di Nada, Silvana Smaniotto, e all'avvocata Sabrina Franzone, ha continuato a studiare le 12mila pagine del fascicolo

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