conte - cassa integrazione
1 – SETTEMBRE, ANDIAMO, E’ TEMPO DI PAGARE...LE TASSE - DOPO L'ESTATE ARRIVA LA MANNAIA FISCALE. ANDRANNO SALDATE LE CARTELLE DI PAGAMENTO EMESSE FINO AL 31 AGOSTO E TUTTE LE IMPOSTE SOSPESE. NESSUNA ECCEZIONE PER I SETTORI PIÙ COLPITI, COME IL TURISMO E I CONCERTI...
2 – CASSA INTEGRAZIONE, NIENTE FONDI PER CHI NON RISPETTA LE SCADENZE
Lorenzo Salvia per il “Corriere della Sera”
Se è una questione di regole, e in parte lo è, qualcosa sta per cambiare. Le imprese che non rispetteranno le scadenze sulle pratiche per la cassa integrazione, dovranno pagarsela da sole.
cassa integrazione
La novità, nel suo genere una piccola bomba, è nell'articolo 3 della bozza di decreto legge che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni in Consiglio dei ministri, quello annunciato per rifinanziare proprio la cassa e consentire di usare subito le quattro settimane previste per settembre a chi ha già consumato tutte le 14 finora possibili.
Dice l'articolo 3, testuale: «Il datore di lavoro è obbligato a inviare all'Inps tutti i dati necessari per il pagamento dell'integrazione salariale, secondo le modalità stabilite dall'istituto, entro la fine del mese successivo a quello in cui è collocato il periodo di integrazione salariale».
conte meme
Se la cassa è stata richiesta per maggio, bisogna mandare tutto entro giugno, e poi vedremo che cosa si intende con questo tutto. Oggi se si sfora il termine, non succede nulla. Il decreto in arrivo ribalta la situazione: «Trascorso inutilmente tale termine il pagamento della prestazione e gli oneri a essa connessi rimangono a carico del datore di lavoro inadempiente».
Paga l'azienda. Non solo. Perché le imprese che rispettano i tempi ma hanno commesso errori nella domanda possono inviare di nuovo il modulo ma al massimo entro 30 giorni. Scaduto il termine, scatta di nuovo la tagliola dei costi a carico del datore di lavoro.
giuseppe conte meme 1
Ma perché questa modifica? Tutto nasce dallo scontro di questi giorni e dalle polemiche sulle persone ancora in attesa dei pagamenti. I numeri non sono semplici da leggere, come complicata è la macchina della cassa integrazione, pensata in un'altra epoca e per crisi produttive non da tempo di guerra.
I beneficiari potenziali della cassa integrazione sono 8 milioni e 410 mila. Non si tratta però di domande effettive, come sostiene chi dice che le persone in attesa dei soldi sono un milione. Quelle sono solo prenotazioni. Diventano domande effettive nel momento in cui il datore di lavoro, oppure il commercialista o il consulente, manda il cosiddetto Sr41.
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Si tratta del modulo con cui vengono comunicate le ore di cassa integrazione effettivamente fatte, e questo lo si può sapere solo a fine mese, insieme all'Iban per il pagamento.
Al 4 giugno le persone ancora da pagare, per le quali il modulo Sr41 era stato mandato, erano 419.670. Ora l'Inps dice che tutte le domande regolarmente ricevute sono state pagate. Lasciando intendere che se ci sono ancora ritardi, e ci sono, la responsabilità non è dell'istituto ma di quei moduli inviati in ritardo oppure con errori di compilazione che ne rendono impossibile l'accettazione.
CASSA INTEGRAZIONE PIL
Al netto della propaganda politica, da una parte e dall'altra, le persone che aspettano ancora dovrebbero essere circa 200 mila. Non poche vista la drammaticità della situazione. Proprio per questo sarebbe stata inserita quella norma nel decreto legge che spinge (eufemismo) il datore di lavoro a rispettare i tempi.
Resta da vedere cosa ne pensano gli imprenditori. E anche gli alleati di governo visto che la norma è stata voluta soprattutto dai Cinque Stelle. L'opposizione continua a chiedere le dimissioni del presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, accusandolo di mentire. Lui ha già detto di considerare quelle accuse una speculazione politica. Ma la cassa integrazione, anche se ritoccata più volte, è nata 70 anni fa. E qualcosa da registrare c'è.
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