Federica Zaniboni per il Messaggero - Estratti
ANDREA CASSARÀ
La denuncia arriva da una ragazzina di 15 anni: qualcuno l'ha filmata mentre era sotto la doccia. A finire nel mirino degli inquirenti, dopo due giorni di indagini, è il fiorettista azzurro Andrea Cassarà, che domenica scorsa si è trovato i carabinieri alla porta di casa. L'accusa è pesantissima: produzione di materiale pedopornografico.
Sarebbe stato lui, secondo quanto emerso dai primi accertamenti, a riprendere con il proprio telefonino la minorenne in quel momento di intimità all'interno di un centro sportivo. La procura di Brescia ha aperto un fascicolo a carico dell'atleta e i militari hanno già eseguito il sequestro del suo cellulare, che dovrà essere analizzato nei prossimi giorni per chiarire eventuali responsabilità.
Due volte oro olimpico e anche campione del mondo, l'ex schermidore 40enne aveva avuto già guai con la giustizia nel 2007 per atti osceni in luogo pubblico. A quanto ha fatto sapere il suo avvocato, adesso «è sotto choc».
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Il nome dell'atleta è stato quindi iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia con l'accusa di produzione di materiale pedopornografico e il pubblico ministero Ettore Tisato ha disposto il sequestro del suo cellulare tramite un provvedimento urgente.
ANDREA CASSARÀ
Domenica mattina i carabinieri si sono presentati presso la sua abitazione in provincia di Bergamo. L'analisi del telefono, che avverrà alla presenza di un consulente nominato dalla difesa, sarà fondamentale per chiarire se all'interno vi sia il filmato della 15enne o altre tracce che possano accertare la presenza dell'allenatore nello spogliatoio femminile quel giorno.
La Federazione Italiana Scherma è stata informata ieri della denuncia dal Centro Sportivo Carabinieri e ha fatto sapere di averla comunicata alla Procura Federale, «al fine di avviare tempestivamente i procedimenti conseguenti». Nel 2007 Cassarà era stato accusato di atti osceni in luogo pubblico per essersi spogliato, mostrando le parti intime, per strada davanti a una donna a Cremona. Condannato a tre mesi in primo grado e a due mesi in Appello, era poi stato prosciolto per prescrizione. Senza voler aggiungere altro, il suo legale si è limitato a sottolineare quanto sia «scosso» l'atleta.
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