Maria Berlinguer per la Stampa - Estratti
sergio castellitto foto di bacco
Nelle settimane scorse, a Venezia per presentare il secondo film del figlio Pietro, «Enea», Sergio Castellitto venne interrogato su quanto ci fosse di vero sulla sua designazione alla presidenza del Centro Sperimentale di cinematografia: rispose che sarebbe stata «una scelta di competenza e non di appartenenza».
E ora che il ministro della Cultura Sangiuliano lo ha nominato davvero, è un altro grande del cinema, Pupi Avati, designato componente del Consiglio di amministrazione insieme a Giancarlo Giannini, Cristiana Massaro, Andrea Minuz, Santino Vincenzo Mannino e Mauro Carlo Ciampotti, a usare le stesse parole. «La designazione di un presidente come Sergio Castellitto è bipartisan e sgombra ogni polemica I nuovi vertici indicati del Centro Sperimentale di Cinematografia sono frutto di scelte per competenza e non di appartenenza. È la migliore scuola di cinema al mondo e merita il massimo» dice.
giancarlo giannini
Gli fa eco Giancarlo Giannini, che approfitta dell’occasione per togliersi i sassolini dalle scarpe, visto che lui al Centro ha lavorato vent’anni ed è stato messo alla porta in malo modo. «Sono contento che mi abbiano richiamato, del resto ho un’esperienza ventennale. Tuttavia, devo sottolineare che quando mi dissero che dovevo fermarmi è mancata l’educazione e l’etica, con nemmeno una lettera di ringraziamento per il lavoro svolto. Mi chiamò un signore per dirmi che dovevo fermarmi - racconta -. Se sono contento della presidenza a Sergio Castellitto? Certo, è un grande professionista, uno che conosce il mondo del cinema, è attore, produttore. Importante che ci lascino operare nel migliore dei modi», avverte Giannini.
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I nomi del nuovo vertice del Centro sperimentale sono stati comunicati alle commissioni Cultura di Camera e Senato dal ministro Gennaro Sangiuliano al centro di roventi polemiche la scorsa estate per avere deciso di azzerare il precedente vertice riportando, grazie a un decreto della Lega inserito nelle maglie del decreto Giubileo, il Csc sotto stretto controllo governativo. (...) «Un colpo di mano vergognoso di una maggioranza ossessionata dalle poltrone», aveva commentato Nicola Zingaretti.
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Il centro a luglio era stato occupato dagli studenti. «La cultura non si lottizza il Csc non si Lega», lo slogan che aveva mobilitato oltre cento autori in difesa di Marta Donzelli, allora a capo del Centro. E tra questi grandi nomi del cinema italiano come Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, Gianni Amelio.
Camera e Senato avranno 20 giorni di tempo per convalidare il nuovo Consiglio di amministrazione.
(...) Ma è Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, a sottolineare che è stato Castellitto a chiedere di avere «con sé un comitato scientifico con persone che fossero del mondo del cinema»
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