Valeria Fraschetti per “Il Venerdì-la Repubblica”
FIDEL CASTRO CHE GUEVARA
Un poliziotto messicano ha avuto la storia di Cuba nelle sue mani. E se solo avesse premuto il grilletto sulla nuca di quello straniero braccato nell’oscurità, avrebbe cambiato il destino di quel Paese e di gran parte dell’America Latina. La curiosa circostanza emerge da documenti segreti vecchi quasi 60 anni e declassificati solo ora dall’Archivio Generale del Messico.
Comprendono anche alcune fotografie. Quella che vediamo in questa pagina mostra due uomini in cella, uno alto, baffetto curato, espressione pensosa, l’altro più giovane, torso nudo, aria distratta. Fidel Alejandro Castro Ruz ed Ernesto Guevara de la Serna.
fidel castro che guevara
Non sarebbero passati alla storia come il Líder Maximo e il Che, se non fosse stato per il capitano Fernando Gutiérrez Barrios. È proprio lui, capo dei servizi segreti messicani, a farli arrestare, la notte del 21 giugno 1956, Città del Messico. E tutto succede rapidamente.
Nella Packard verde ci sono cinque uomini. Tre di loro scendono all’incrocio fra calle Mariano Escobedo e Kepler. Uno alto, corpulento, passo deciso: gli agenti sanno che è lui il líder e gli vanno incontro. Lui li vede, agguanta la pistola, se ne trova una puntata sulla nuca.
La tensione è altissima, ma alla fine nessuno spara. Fidel ha 29 anni. Come riferisce El País, ci furono 22 arresti. Tutti membri della cellula cubana, compreso un argentino, asmatico e povero. Arrestato al civico 49 di Calle de Emparan, a casa della moglie peruviana Hilda Gadea, Guevara fu l’unico a dichiararsi marxista-leninista. Ma gli agenti sapevano molto sul loro conto.
che guevara
Secondo le carte desecretate, Castro era in Messico dal luglio del ‘55 per preparare il ritorno a Cuba. Aveva creato un gruppo di 40 fedeli, il nocciolo duro della revolución. Dice l’informativa: «L’obiettivo è prepararsi militarmente perché i commandos guidino il malcontento nel loro Paese».
Ad addestrarli è Castro in persona, a Santa Rosa, nel Chalco. «Con pratica di tiro a segno, topografia, tattiche di guerriglia, esplosivi, bombe incendiarie, dinamite». Nel documento emerge la mania per i dettagli di Fidel, classificava persino le reclute in base a dedizione, disciplina, capacità.
Fidel Castro e Che Guevara
Fu lo stesso Gutiérrez Barrios, dopo tre giorni di interrogatori, a redigere l’informativa sulla «congiura contro il governo» di Cuba. Cinque fogli scritti a macchina, che rivelano elementi sulla gestazione della rivoluzione castrista, e l’ambivalente ruolo del Messico. E dello stesso Gutiérrez Barrios, che univa la mano dura nella repressione interna all’accoglienza dei rifugiati politici.
La retata aveva messo a nudo la cellula. Stanando casseforti, armi, lettere, contatti, finanziatori, e i questionari che i rivoluzionari dovevano compilare dando giudizi sui loro compañeros. Eppure il capitano della sicurezza lasciò che la rivoluzione facesse il suo corso.
fidel castro che guevara
Nelle note conclusive, da cui trapela una certa ammirazione per Castro, scartò ogni legame col partito comunista, sminuì il ritrovamento delle armi, «poche e facili da acquisire», ed enfatizzò che si trattava di «un gruppo di opposizione indipendente» che voleva solo rovesciare Fulgencio Batista. Fidel e il Che furono rilasciati un mese dopo. L’agente sarebbe diventato loro amico. E il 25 novembre del ‘56 il Granma salpò da Tuxpan verso Cuba.
FIDEL CASTRO CON IL ROLEX