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    MALA-ISTRUZIONE - CATELLO ROMANO, KILLER DELLA CAMORRA IN CARCERE PER AVER UCCISO, NEL 2009, IL CONSIGLIERE COMUNALE DI CASTELLAMARE DI STABIA, GINO TOMMASINO, SI È LAUREATO CON 110 E LODE, CON UNA TESI AUTOBIOGRAFICA SUGLI ASPETTI SOCIOLOGICI LEGATI ALLA RIEDUCAZIONE DELLA PENA - ROMANO, CHE STA SCONTANDO VENT'ANNI DI CARCERE,  È L’UNICO DEL COMMANDO CHE HA COMMESSO L'OMICIDIO A NON ESSERSI PENTITO. IN PRIGIONE HA INTRAPRESO ANCHE UN PERCORSO DI CONVERSIONE RELIGIOSA ALL’ISLAM...


     
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    Estratto dell'articolo di Dario Sautto per il Messaggero

     

    A 18 anni girava armato di pistola e con la tessera del Partito Democratico in tasca, era uno dei sicari al soldo del clan D'Alessandro e fece parte del commando che ammazzò un consigliere comunale. Ieri pomeriggio si è laureato in carcere con 110 e lode, ottenendo anche la menzione accademica, esponendo le sue conclusioni con una tesi in parte autobiografica in Sociologia dal titolo «Fascinazione criminale», discutendo alla presenza di autorità e dell'Imam che lo sta accompagnando nel suo nuovo percorso religioso.

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    L'OMICIDIO

    Catello Romano oggi ha 32 anni ed è detenuto nel carcere di Catanzaro. In una cella dovrà trascorrere almeno un'altra decina di anni, proprio per la condanna definitiva per l'omicidio di Gino Tommasino, Erano le 15:30, quando il commando di killer guidato da Renato Cavaliere entrò in azione, sparando una raffica di colpi contro il politico stabiese. […]

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    Catello Romano, ad oggi, è l'unico di quel commando che non si è pentito. Sta scontando un cumulo di pene di una ventina d'anni, è in carcere da fine 2009 e, dopo sei mesi trascorsi al 41-bis, è sottoposto a un regime di sicurezza meno afflittivo. In carcere si è prima avvicinato al Buddismo, poi si è convertito all'Islam. Nel frattempo ha deciso di studiare sociologia e di approfondire tematiche filosofiche.

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    LA RIEDUCAZIONE

    Un percorso di studi che l'ha portato, ieri pomeriggio alle 15, a discutere la sua tesi autobiografica, in cui ha ripercorso una serie di aspetti sociologici legati alla rieducazione della pena. […]

     

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    A seguire tutto l'iter di studio di Catello Romano è stato anche l'avvocato Francesco Schettino, suo difensore di fiducia: «La funzione rieducativa della pena raggiunge in vicende come quella che riguarda Catello Romano il suo risultato migliore. La progressiva risocializzazione del detenuto che si attua anche e soprattutto attraverso la cultura e lo studio è motivo di orgoglio per tutti coloro che hanno vissuto in prima linea un iter processuale ed umano che, da esperimento intramurario, è divenuto concreto e fattiva esperienza di vita: di una vita migliore».

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