1 – SCUOLA, IL VIA È TRA LE PROTESTE «COPERTE SOLO 3 CATTEDRE SU 10»
Lorena Loiacono per “il Messaggero”
CORONAVIRUS SCUOLA
Deve ancora iniziare la scuola e c'è già una protesta pronta ad esplodere. I docenti infatti, alle prese con decine di migliaia di supplenze, scenderanno in piazza il 26 settembre. E l'avvio dell'anno scolastico si fa sempre più complicato. Sono in corso infatti le immissioni in ruolo, ma dai primi dati sembra ormai certo che non si andrà oltre il 30% delle assunzioni previste.
Vuol dire che degli 85mila posti autorizzati, se ne copriranno solo 3 su 10. Tutti gli altri andranno, anche quest' anno, a supplenza: si tratta di oltre 50mila posti con contratti a tempo determinato. In una corsa contro il tempo per portare tutti in classe il 14 settembre, tra appena dieci giorni. Non solo, si andrà anche a battere il triste record dello scorso anno scolastico quando si registrarono quasi 200mila contratti a tempo determinato: quest' anno saranno anche di più, si arriverà a 250mila.
LUCIA AZZOLINA
IMPENNATA
I conti infatti non tornano: il ministero dell'economia ha autorizzato 84.808 assunzioni di docenti nella scuola ma secondo i primi dati ufficiosi della Cisl, che ha esaminato il lavoro che stanno svolgendo gli uffici scolastici regionali, al momento sono andate a buon fine solo 24.534 assunzioni. Vale a dire circa il 29%. Da qui l'impennata di supplenze. E ci sono regioni che ne saranno colpite più di altre: sono quelle del Nord dove, ogni anno, vanno ad insegnare i docenti che provengono alle regioni del Sud.
Pendolari precari che, per insegnare, si spostano anche di centinaia di chilometri. Tra le regioni dove si registrerà la presenza maggiore di supplenze c'è ad esempio la Lombardia dove sono andate a buon fine appena 4900 assunzioni sugli oltre 19mila posti autorizzati. Ma la stessa situazione c'è in Piemonte dove le immissioni in ruolo sono state 1600 ma i posti disponibili sono 9mila, o in Veneto con 1750 assunzioni rispetto ai 9mila posti autorizzati.
PROVE DI DISTANZIAMENTO A SCUOLA IN VISTA DELLA RIAPERTURA
A caccia di supplenti anche l'Emilia Romagna dove sono stati autorizzate 7400 assunzioni ma ne sono andate a buon fine solo 1400.
IL PROBLEMA
Il problema non è nuovo, anche lo scorso anno delle 56mila assunzioni autorizzate se ne coprirono meno della metà: ma ora è ancora peggio. Senza concorsi, non ci sono docenti da assumere visto che le graduatorie ad esaurimento e le graduatorie di merito sono praticamente terminate in molte classi di concorso, a cominciare da italiano e matematica per le scuole medie in molte province d'Italia. I concorsi si sarebbero dovuti svolgere in primavera ma l'emergenza Covid ha bloccato tutto. Le prime prove selettive partiranno in autunno.
SUPPLENTI
Si è appena conclusa la call veloce con cui gli uffici scolastici regionali hanno provato a coprire le cattedre vuote assumendo docenti da fuori regione, disposti a spostarsi: i dati si sapranno la prossima settimana ma le stime parlano di circa 6mila possibili immissioni in ruolo.
BRACCIO DI FERRO
L'allarme dell'anno scolastico precario divampa anche tra i docenti che chiedono certezze e investimenti, a partire da quella quota del Recovery fund da destinare alla scuola. Da mesi ormai è in atto un duro braccio di ferro tra il ministero dell'istruzione e i sindacati, una contestazione che sfocerà nella prima grande manifestazione nazionale a Roma il 26 settembre indetta dal comitato Priorità alla scuola di cui fanno parte docenti ma anche tanti genitori e studenti delle scuole superiori.
PREPARATIVI IN UNA SCUOLA DI MILANO PER LA RIAPERTURA
«Prenderemo parte alla manifestazione - assicurano Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda - per riaffermare il ruolo centrale e prioritario della scuola. Il Paese non può permettersi di ripartire con un'offerta formativa al ribasso, a causa dei ritardi e dell'insufficienza delle risorse». Sul piede di guerra anche i sindacati di base che aderiranno alla protesta: «Occorre un cambio di passo immediato denunciano - innanzitutto attraverso stanziamenti significativi, almeno 20 miliardi di euro, perché dal corretto funzionamento della scuola dipende il futuro del Paese».
TEST RAPIDO CORONAVIRUS
Ma intanto il governo si muove. Nel decreto su Lampedusa sono infatti stati inseriti stanziamenti per l'edilizia scolastica (34 milioni). Nello stesso decreto, la ministra De Micheli ha inserito norme per rendere subito disponibili dal Decreto di Agosto 150 milioni per gli scuolabus e 300 milioni per il tpl. Nel Cdm è stata anche approvata una norma che permette lo smart working o il congedo per i genitori con figli in quarantena.
2 – SCUOLA, IL PIANO DEL GOVERNO: VIA AI TEST RAPIDI PER TUTTI SE UNO STUDENTE È POSITIVO
Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
LUCIA AZZOLINA
Test rapidi nelle scuole, si accelera. La fase di monitoraggio è ancora in corso, ma i risultati sono incoraggianti ed entro la fine del mese il ministero della Salute dovrebbe dare il via libera su scala nazionale. «Procediamo con giudizio e gradualità», ripete in queste ore Roberto Speranza, che oggi si confronterà con alcuni ministri Ue della Salute sull'efficacia dei test diagnostici rapidi. In Italia la sperimentazione di questa tipologia di tamponi, che rileva la presenza del virus attraverso le proteine virali (antigene), è partita da due settimane nei porti e negli aeroporti.
roberto speranza
I risultati sono buoni e al Ministero c'è soddisfazione, perché i test rapidi, che non richiedono apparecchiature di laboratorio, possono rivelarsi uno strumento prezioso per la ripartenza in sicurezza del sistema scolastico. La ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ritiene importante la rapidità della risposta ai test. E anche Speranza è favorevole. «Sono un pezzo della nostra strategia per l'autunno» ripete il ministro nelle riunioni riservate, in cui raccomanda cautela in attesa che i dati del monitoraggio si consolidino.
Lo screening di docenti, personale e studenti sarebbe molto più veloce e, in caso di un alunno o docente positivo, si eviterebbe di paralizzare un'intera classe e condizionare il lavoro di tanti genitori: il tampone tradizionale verrebbe fatto solo in caso di test rapido positivo. Il tema delicato è l'attendibilità rispetto al tampone nasofaringeo che rileva l'Rna del virus, perché la sensibilità dei test rapidi, che possono fornire una risposta in meno di mezz' ora, è intorno all'85%.
CHE SUCCEDE IN CASO DI CONTAGIO A SCUOLA
O meglio, questo era il dato quando la sperimentazione è partita. Nel rapporto dell'Istituto superiore di sanità intitolato «Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole», si legge infatti che i test diagnostici rapidi «sono in continua evoluzione tecnologica per migliorare la loro performance». La previsione degli scienziati è che presto la sensibilità aumenterà e questi test, una volta validati, potranno rappresentare «un essenziale contributo nel controllo della trasmissione» del virus.
DOMENICO ARCURI
A quel punto il ministero della Salute darà il via libera e si comincerà a parlare di gare per gli acquisti, la cui competenza in tempi di Covid è del commissario straordinario Domenico Arcuri. Intanto però le Regioni si organizzano, ciascuna per sé. Veneto e Lazio useranno i test rapidi per lo screening nelle scuole. In Liguria, anche Giovanni Toti accelera: «Lavoriamo per andare oltre il protocollo nazionale. definiremo gli standard in modo tale che la tamponatura e lo screening possano avvenire in modo rapido e comodo per le famiglie».
Niente tamponi a casa per i bambini con sintomi sospetti, ma aree apposite, accessibili senza prenotazione. E nel Lazio, dove sono stati già eseguiti circa 17 mila test sierologici nelle scuole, i tamponi rapidi effettuati all'aeroporto di Fiumicino sono duemila e 16 i positivi individuati. Il 14 settembre si avvicina e l'ansia dei genitori cresce. Azzolina nel Consiglio dei ministri di ieri ha riproposto il problema dei genitori costretti alla quarantena per via di un figlio positivo e la ministra Catalfo (Lavoro) ha promesso una norma ad hoc.
immuni app per il coronavirus 4
Azzolina lancerà un nuovo appello all'utilizzo di Immuni, anche per gli studenti da 14 anni in su. Per la ministra l'app «è importante per tracciare meglio e circoscrivere rapidamente contagi ed eventuali focolai». Un altro tassello della strategia del governo è lo screening di massa sui docenti. I test sierologici erano partiti tra polemiche e problemi organizzativi, ma ora migliaia di insegnanti, professori e personale Ata si starebbero sottoponendo ai controlli «con senso di responsabilità».
AZZOLINA BOCCIATA LUCIA AZZOLINA AL MARE