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    “CAZZO VUOI, CAZZO GUARDI?” – AGGRESSIONE CHOC A OSTIA DOVE DUE SORELLE ADOLESCENTI SONO STATE AGGREDITE FUORI DA UN LOCALE DA UN GRUPPO DI MINORENNI PER UNO SGUARDO DI TROPPO: CALCI, PUGNI, CIOCCHE DI CAPELLI STRAPPATE E INFINE LA FUGA DEGLI AGGRESSORI ALLA VISTA DI UNA VOLANTE – LE DUE RAGAZZINE SONO STATE PORTATE IN OSPEDALE: SONO RIUSCITE A IDENTIFICARE DUE RAGAZZI, TRA CUI UNA 16ENNE, LA PIÙ AGGUERRITA, CHE APPARTERREBBE A UN CLAN LOCALE…


     
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    Michele Galvani per “il Messaggero”

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    «Che vuoi? Che guardi?». «No guarda, io non ho detto nulla, stavo al telefono». Poi l' inferno.

    Si scatena una maxi rissa, tra ragazzine, tutte minorenni. Teatro dell' aggressione, il lungomare Duilio Ostia: è qui che poche sere fa è successo di tutto. Due sorelle vengono aggredite e pestate prima da una ragazzina, descritta nella denuncia alla Questura di Ostia come una sui «15/16 anni, alta circa 1,60 metri, pelle olivastra, capelli scuri, corporatura media, indossante una giacchetta bianca». La rissa avviene all' esterno di un noto locale.

     

    Maria, nome di fantasia, racconta: «Improvvisamente mi sentivo tirare i capelli da dietro. Nel tentativo di divincolarmi, mi giravo constatando che era la stessa ragazza che poco prima mi aveva proferito le frasi anzidette. Lei non lasciava la presa, tanto che mi staccava una ciocca di capelli; io andavo a testa in giù e da quel momento, venivo presa a calci e pugni, anche sul volto, dalla predetta ragazza unitamente ad altre ragazze che nel frattempo erano sopraggiunte».

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    L'INUTILE FUGA Qualcuno interviene per dividerle, Maria riesce ad andare davanti al Grattacheccaro e chiama la sorella Giulia (anche questo nome è di fantasia), che era in zona, per avvisarla dell' accaduto. Qui scatta una nuova, pesante lite. «Iniziava una nuova aggressione da parte delle ragazze del gruppo ai danni miei e di mia sorella - prosegue Maria -. Precisamente, la ragazza che ho sopra descritto di carnagione olivastra aggrediva mia sorella con calci e pugni, mentre io, inizialmente, cercavo di difendere mia sorella, non riuscendoci poiché il gruppo di ragazze era nettamente in sovrannumero: precisamente erano una decina.

     

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    Poiché una delle ragazze si staccava dal gruppo per rincorrermi ed aggredirmi, io iniziavo scappare e, nel frattempo, mentre da lontano vedevo mia sorella soccombere al suolo per l' aggressione, notavo transitare una Volante della Polizia. A quel punto, tutto il gruppo di ragazze e ragazzi che stavano aggredendo mia sorella si dileguava precipitosamente facendo perdere le tracce».

     

    Maria e la sorella Giulia sono state entrambe ricoverate all' ospedale Grassi di Ostia: il referto parla di 15 giorni di prognosi. Entrambe le sorelle sono sotto choc, da giorni non escono di casa e hanno staccato tutti i social. Le ragazzine aggredite hanno fornito dettagli fondamentali agli agenti il giorno seguente: soprattutto riguardo proprio i profili social di un ragazzo ma anche della stessa ragazzina (gli agenti ora sanno esattamente i nomi utenti su Instagram), che in zona dicono «far parte di noto clan locale».

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    A supporto della denuncia, le sorelle hanno mostrato foto delle ciocche di capelli, oltre alle ecchimosi e agli ematomi riportati. Durante la rissa, è sparito il portafogli di Maria. Le vittime sono riuscire a fuggire «raggiungendo nuovamente la spiaggia libera Hakuna Matata. Immediatamente venivamo soccorse da alcuni dipendenti del locale Coconait che ci invitavano ad entrare ed attendere l' arrivo dei nostri genitori che nel frattempo erano venuti a prenderci», si legge ancora nella denuncia presentata al X Distretto Lido di Ostia. La famiglia delle ragazzine chiede che gli aggressori vengano identificati.

     

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    IL COPRIFUOCO L' aggressione è avvenuta intorno alle 22,30, quando dal locale il gruppo di ragazzini è stato costretto ad uscire per via del coprifuoco. «Poiché durante le operazioni di uscita c' erano molte persone affollate, perdevo di vista le mie amiche così, una volta uscita dal locale, telefonavo ad una di queste per riunirmi al gruppo - specifica ancora Maria -. Mentre ero intenta ad effettuare la telefonata, incrociavo 1o sguardo di una ragazza a me sconosciuta, la quale mi diceva testualmente che c...vuoi? ...che c... ti guardi?». Non osava immaginare che da lì a pochi minuti sarebbe successo il finimondo.

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